Che cos’è stata l’Urss? Cento anni dalla fondazione dell’Unione Sovietica (FOTO)

Studenti in vacanza nel campo dei pionieri "Artek", 1963

Studenti in vacanza nel campo dei pionieri "Artek", 1963

Sputnik
Il 30 dicembre 1922 veniva firmato il trattato che istituiva l’Urss. Ripercorriamo i decenni di governo comunista attraverso immagini suggestive di quel periodo

La Rivoluzione 

Sfilata delle truppe rivoluzionarie sulla Piazza Rossa. Mosca, 4 marzo 1917

In soli nove mesi del 1917 la Russia ebbe due rivoluzioni che cambiarono per sempre il destino del Paese. A febbraio la monarchia russa crollò e a ottobre (a novembre, secondo il nuovo calendario) i bolscevichi presero il potere. Leader della rivoluzione fu il figlio di un ex servo della gleba, Vladimir Uljanov, detto Lenin

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Stalin al potere 

Vladimir Lenin e Joseph Stalin a Gorkij, 1922

Lenin voleva creare l’Urss come una unione di repubbliche indipendenti su un piano di parità, come base per la futura unità di tutti i Paesi socialisti del mondo. Si oppose con veemenza all’idea di uno Stato centralizzato, definendolo antidemocratico. Ma alla fine, prevalse il piano staliniano di trasformare l’Urss in uno Stato autoritario centralizzato.

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L’industrializzazione 

L'acciaieria di Mosca

Nel 1928, l’Urss iniziò l’industrializzazione a tappe forzate con l’introduzione di un piano quinquennale, per dare impulso all’economia. Fu attuato in soli quattro anni, il che ebbe un forte valore propagandistico, ma comportò un peso quasi insopportabile per il popolo sovietico. 

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Le aziende agricole collettive

Con l’inizio dell’industrializzazione la gente si trasferì in massa nelle città, le campagne furono abbandonate, e nei campi si ebbe carenza di manodopera. Questo e altri errori causarono una grave carestia nel Paese. Divenne chiaro che le aziende agricole collettive (kolkhoz) dovevano diventare strategiche. Lo Stato iniziò a promuovere l’agricoltura, romanzandola attraverso poster e film propagandistici. Abolendo le aziende agricole private, l’Unione Sovietica trasformò le fattorie collettive in una fonte di cibo da ridistribuire. E le controllava strettamente: tutta la produzione andava rigorosamente allo Stato.

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Un impero dello sport

Mosca. Sfilata degli sportivi sulla Piazza Rossa, 1935

Per “risollevare il Paese” il popolo sovietico doveva essere sano e atletico. Pertanto, la pratica sportiva veniva incoraggiata fin dalla prima infanzia. Il culto dello sport in Urss raggiunse il suo apogeo negli anni Trenta, quando sulla Piazza Rossa si tenevano stravaganti parate sportive di massa.

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L’istruzione gratuita per tutti

Quando i bolscevichi salirono al potere, la Russia era un Paese in gran parte analfabeta. L’istruzione universale gratuita divenne uno dei programmi sociali più importanti. 

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La dacia: un paradiso in terra sovietico

Regione di Mosca. Timofej Molodtsov, operaio dell'impianto metallurgico

Avere una dacia era un sogno sovietico. Spesso queste case estive non avevano acqua corrente o fognature, includevano servizi minimi ed erano vuote e fredde per la maggior parte dell’anno. Ma è qui che un sovietico si sentiva veramente felice.

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L’infanzia sovietica

"Grazie, compagno Stalin, per la nostra infanzia felice!". La frase fu pronunciata per la prima volta durante una parata sportiva sulla Piazza Rossa nel 1936 e divenne presto uno degli slogan di propaganda più importanti. Quanto all’infanzia felice, non era lontana dalla verità. I bambini sovietici non avevano computer e giocattoli in abbondanza, ma trascorrevano molto tempo all’aperto, giocavano insieme e avevano molti gruppi e club a cui aderire.

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L’ossessione per lo Spazio 

Il primo cosmonauta Jurij Gagarin, 1961

Fin dagli anni Cinquanta la “Corsa allo Spazio” venne presa a cuore da milioni di sovietici. La gente pianse lacrime di gioia quando l’Unione Sovietica spedì il primo uomo nello Spazio, Jurij Gagarin; quando il cosmonauta Aleksej Leonov fece la prima passeggiata spaziale, e quando Valentina Tereshkova divenne la prima donna nello Spazio.

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I subbotnik

Studenti per le strade di Mosca per il 50° subbotnik comunista, 1969

Ogni primavera, quasi tutta la popolazione del Paese svolgeva un lavoro non retribuito per migliorare l’area intorno al proprio condominio, alla scuola o alla fabbrica: raccoglieva foglie e rifiuti, dipingeva le recinzioni e riparava ciò che era caduto in rovina. Questi giorni di lavoro volontario erano chiamati “subbotnik” perché si tenevano di sabato (“subbota” in russo). Inizialmente, questa forma di volontariato comunitario fu accolta con grande entusiasmo (perché era per il bene della società socialista). In seguito, i subbotnik divennero obbligatori e persero quel gusto di nobile volontariato.

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Le macchinette per le bibite

Questi distributori automatici di bibite si trovavano in tutta l’Unione Sovietica e attiravano lunghe code. Curiosamente tutti bevevano dallo stesso bicchiere in dotazione alla macchina. Si poteva solo sciacquare con un po’ d’acqua nel dispositivo di lavaggio vetri incorporato…

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La lotta antireligiosa

La demolizione della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, 1931

L’Unione Sovietica cercò di opporsi a molti aspetti della vita sociale del passato, ma la lotta contro la religione fu particolarmente feroce. Sostituendo la fede in Dio con la fede nel socialismo, si voleva cancellare ogni presenza della vecchia credenza. Nel 1918 la Chiesa ortodossa fu “separata dallo Stato”: matrimoni, nascite e morti non furono più registrati dalle autorità ecclesiastiche. E le chiese furono spesso trasformate in magazzini, istituzioni statali, prigioni, e furono semplicemente abbattute. La religione non venne però mai ufficialmente abolita in Urss, e addirittura in alcuni periodi lo Stato costruì delle chiese

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La stolovaja

1° marzo 1969, nella mensa di una fabbrica di Leningrado

La stolovaja, la mensa pubblica self service, fu uno degli elementi caratteristici della vita sovietica. Queste mense si diffusero per liberare la donna sovietica dalla schiavitù della cucina, affinché potesse concentrare tutte le sue attenzioni sull’edificazione del socialismo. 

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La manifestazione del Primo Maggio 

Manifestazione per il Primo Maggio a Mosca, 1957

Con l’avvento dei bolscevichi al potere, gli operai divennero la classe guida del Paese e il 1° maggio divenne un giorno di festa nazionale. Andare in manifestazione era obbligatorio. Chi cercava di evitarla era considerato un cittadino inaffidabile.

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La prima Parata della Vittoria 

La parata della Vittoria nella Piazza Rossa alla fine della Seconda Guerra Mondiale, 24 giugno 1945

La prima parata della Vittoria si svolse sulla Piazza Rossa subito dopo la guerra, nel 1945. Il Paese perse quasi 27 milioni di cittadini (una cifra che viene ancora aggiornata). In seguito, l’Unione Sovietica dovette affrontare una lunga e difficile ripresa che, secondo gli esperti, non riuscì mai a portare a termine fino alla fine.

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Il funerale di Stalin

L'ultimo saluto a Stalin vicino alla Casa dei Sindacati di Mosca, 09 marzo 1953

Nel 1953, il Paese pianse la morte del suo leader, Iosif Stalin. Decine di migliaia di persone volevano rendergli omaggio alla camera ardente, ma le autorità non riuscirono a organizzare bene l’evento. Questo portò a una terribile ressa, che provocò delle vittime. Ancora oggi, le stime sul numero di morti di quel giorno variano da poche decine a qualche migliaio.

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La donna in fabbrica 

Un fotogramma del documentario

L’Urss era un Paese in cui vigeva la parità di genere. Fin dall’inizio, i bolscevichi parificarono i diritti di uomini e donne a livello legislativo. Le donne ebbero tutti i diritti: di scegliere la propria occupazione, il luogo di residenza, di ricevere un’istruzione, di sposarsi e divorziare, e lo stesso salario degli uomini. Venivano trattate di conseguenza: svolgevano anche lavori fisici pesanti, stavano alle catene di montaggio, aravano i campi alla guida dei trattori e lavoravano nelle miniere.

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La carenza di beni di consumo

In coda per la vodka nel negozio

Potevano volerci anni per acquistare un’auto o dei mobili. Anche il cibo e i vestiti scarseggiavano. Era una situazione comune nella società sovietica. Così come divenne quasi uno sport nazionale fare code interminabili per riuscire a “prendere qualcosa sottobanco”.

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Case uguali in tutto il Paese 

Dopo che un numero enorme di persone si era trasferito nelle città dalle campagne, il problema degli alloggi divenne un punto dolente per il giovane Stato. La soluzione arrivò sotto Nikita Khrushchev, che ordinò di costruire nell’intero Paese milioni di edifici prefabbricati di cinque piani. Tutti coloro che sono nati in Urss hanno vissuto in un appartamento di questo tipo, o almeno hanno parenti o amici che vi hanno abitato.

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I campi estivi dei Pionieri

Ragazzi in vacanza nel campo dei pionieri

I bambini andavano a scuola a 6 e 7 anni e entravano nell’organizzazione dei Pionieri a 9. Era un onore essere un pioniere (è vero che quasi tutti i bambini erano pionieri, con poche eccezioni). Durante le vacanze estive, i bambini andavano nei campi estivi. I più meritevoli (dal punto di vista del sistema comunista) venivano inviati ad Artek, il più prestigioso e famoso campo per pionieri, situato in Crimea.

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Prigionieri del Gulag

Prigionieri durante la costruzione del Canale Mar Bianco-Mar Baltico, 1933

Dal Circolo Polare Artico al Kazakistan, nella selvaggia taiga e nell’Estremo Oriente, il sistema dei Gulag ai tempi di Stalin copriva l’intera Urss e contava più di 30 mila luoghi di detenzione. Milioni di persone vi hanno scontato la loro pena.

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Il tanto desiderato buono viaggio per un sanatorio

La spiaggia del sanatorio

Il sogno di ogni lavoratore era arrivare ai 28 giorni di ferie, ma non sempre era possibile trascorrerli vicino al mare. I resort e i sanatori sovietici avevano circa 850.000 posti letto, e in un Paese di oltre 180 milioni di persone solo meno dell’1% della popolazione poteva crogiolarsi al sole.

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Dischi sulle radiografie

Nel dormitorio di una fabbrica, 1963

Durante la Guerra Fredda, la musica occidentale – boogie-woogie, rock ’n’ roll, jazz – aveva uno status di quasi illegalità in Urss. Questi dischi non potevano essere acquistati semplicemente nei negozi. Tuttavia, i sovietici, desiderosi di inserirsi nel contesto culturale globale, escogitarono un proprio modo di ascoltare Elvis Presley o i Beatles: incidevano le canzoni su vecchie radiografie!

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I primi jeans 

Mosca, 1 gennaio 1992, mercatino delle pulci in via Tverskaja

La cortina di ferro proteggeva il popolo sovietico dal “corrotto” mondo capitalista, ma ciononostante alcuni riuscirono a mettere le mani sui primi jeans americani, su un pacchetto di sigarette e su un disco dei Doors. Non erano disponibili nei negozi sovietici e dovevano essere acquistati al mercato nero dai venditori abusivi, i fartsovshchiki.

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Quando il Paese scomparve  

Il tentativo di colpo di stato in URSS nel 1991

“Il vecchio sistema è crollato prima che il nuovo potesse iniziare a funzionare. E la crisi della società è divenuta ancora più acuta”, così Mikhail Gorbachev, primo e ultimo Presidente dell’Urss, disse a proposito del crollo dell’Unione Sovietica nel suo discorso alla nazione del 25 dicembre 1991. Secondo gli esperti, le ragioni sono però molte di più.

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