Fonte: Iosif Budnevich/TASS
È lunedì mattina e siete nel vostro ufficio, in piedi, vicino alla scrivania. Agli ordini del capo, scanditi con una voce artificiosamente energica, alzate le gambe, eseguite torsioni del busto e non troppo atletici piegamenti.
Lì vicino, intanto, il caffè si raffredda e la brioche si insecchisce. Dentro di voi, un oceano di dolore, disagio e una tensione in ogni muscolo, dieci volte superiore a quella che potete sopportare la mattina del primo giorno della settimana.
La prospettiva non vi piace? Fortuna, allora, che non avete vissuto in Unione Sovietica. Lì questi esercizi veloci e fatti un po’ alla meglio erano parte della quotidianità di ogni cittadino, nel corso di tutta la vita. I centri fitness erano ben di là da venire. E a nessuno sarebbe saltato in mente di pagare un salato abbonamento per la palestra, se anche fossero esistite. Tutto perché quei cinque minuti per “rinvigorirsi” erano una condanna inevitabile, come la fila per il salame o la parata del Primo maggio.
L’altro lato della medaglia, era che non bisognava ritagliarsi del tempo libero per fare sport. A metà lezione si poteva alzarsi, a scuola, e mettersi a girare il bacino, per sgranchirsi un po’. Oppure tutta una squadra di turno in fabbrica poteva improvvisamente abbandonarsi allo sport di fronte agli utensili e alle macchine da lavoro.
Altra domanda è come reggessero tutto questo. Ma era gratis, e non serviva nient’altro che un po’ di zelo sportivo o l’ordine del capo. Abbiamo cercato di ricostruire tutti gli esercizi fondamentali del fitness alla sovietica, per darvi la possibilità di provare (non si sa mai che ne abbiate voglia).
L’iniziazione al mondo dello sport avveniva con la trasmissione radio per ragazzi “L’aurora dei pionieri”. Questo programma, dal jingle molesto, era sinceramente odiato da ogni bambino sovietico. “Buon giorno compagni! Preparatevi allo svolgimento degli esercizi di ginnastica! Raddrizzatevi, testa alta, petto in fuori!”, scandiva un indefesso annunciatore dalla voce impostata. “E un, due, tre, quattro! E un, due, tre, quattro!”.
Sulla trasmissione di solito si sintonizzava il vicino di casa pensionato alle 7 di mattina, ovviamente curandosi di mettere un volume così alto da svegliare tutto il palazzo. E sulle note di questo incubo infantile veniva svolto anche il riscaldamento a scuola. E ovviamente “L’aurora dei pionieri” seguiva i poveri ragazzini anche al campo estivo.
Nel 1956 il governo sovietico decise che “L’aurora dei pionieri” non doveva scomparire dalla vita dei cittadini con la comparsa dei primi foruncoli adolescenziali, e produsse una versione per adulti di ginnastica da posto di lavoro. Naturalmente, l’esecuzione doveva avvenire sotto l’attenta supervisione del capo e seguendo le sue istruzioni.
Fonte: B. Krishtul/RIA Novosti
Si riteneva che le facce concentrate di cucitrici, tornitori, mungitrici, operatori meccanici, intenti a mantenere l’equilibrio senza cadere sulle loro macchine utensili, fosse il fondamento della salute del popolo e la garanzia della sicurezza della nazione. È chiaro che nel metro quadrato della postazione di lavoro è un po’ difficile scatenare la propria potenza ginnica. In certi casi questo era addirittura rischioso, per cui si cercavano dei “compromessi”. In un istituto, nelle istruzioni riservate era scritto: “Onde evitare il cedimento degli stucchi, al posto dell’esercizio “corsa sul posto”, eseguire “corsa sul posto senza usare le gambe”.
La rotazione delle anche è qualcosa di troppo banale. La vera sfida è unire hula hoop e “disco della salute”. Questo, ovviamente, non sul lavoro, ma a casa o alla dacia.
Negli anni Sessanta tutte le bambine e le donne facevano ruotare questi anelli metallici. La cosa buona dell’hula hoop è che ogni singola parte del corpo può beneficiare del suo effetto positivo.
Il secondo strumento sovietico per il fitness era il “disco della salute”. In realtà si trattava di due dischi accostati, che ruotavano su un perno. Restando in piedi sul disco, bisognava superare la sua resistenza e girare il tronco. Ma se le donne lo usavano come si deve, i bambini ci si sedevano sopra e si facevano girare intorno fino alla nausea. Mentre gli uomini, spesso ci appoggiavano sopra il televisore per poter avere uno schermo regolabile a seconda della loro posizione nella stanza.
Fonte: archivio
L’attrice americana Jane Fonda e i suoi video di aerobica avevano in Urss i loro imitatori. Con un sottofondo simile al Synth pop, alla tv sovietica si dimenavano ritmicamente delle Jane Fonda socialiste.
Perfezionavano il senso del ritmo e sudavano in uno speciale completo: costume sportivo, fuseaux e gambaletti di lana. Le casalinghe saltellavano con passione davanti alla tv, mettendo a repentaglio l’intonaco sul soffitto dei vicini del piano di sotto. Ma in compenso avevano un fiato invidiabile.
Ogni scolaro sovietico doveva essere in grado di fare il “sòlnishko” (solicello), ovvero un volteggio completo alla sbarra: uno o più giri a 360 gradi. Era una prova di coraggio necessaria per potersi guadagnare il rispetto e l’ammirazione degli altri ragazzi del cortile.
Negli ultimi anni dell’Unione Sovietica le cantine dei palazzi venivano spesso trasformate in palestre e lì ci si esercitava con strambi attrezzi ginnici. Un esempio classico erano i bilancieri di cemento armato…
1. “Betullina”
Fonte: RBTH
Stando sdraiati sulla schiena, bisogna alzare le gambe dritte all’insù, sostenendosi sulle scapole reggendo con le mani i lombi. C’è da restare in questa posizione da 30 secondi a un minuto. In italiano è la “candela”.
2. “Botte”
Fonte: RBTH
Stando sdraiati sulla schiena, bisogna piegare le gambe, abbracciarle con le braccia, e dondolarsi avanti e indietro come una botte.
3. “Gattina”
Fonte: RBTH
Stando sulle ginocchia, con le mani a terra, come per gattonare, con le braccia allineate alla larghezza delle spalle, incurviamo e stiriamo la schiena come un gatto.
4. “Pompa”
Fonte: RBTH
Bisogna eseguire piegature sui fianchi a destra e a sinistra, secondo il principio della pompa.
5. Massaggio del viso
Fonte: RBTH
Per scongiurare la flaccidezza del volto, tiriamo al massimo le guance verso occhi e orecchie (per otto volte).
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