Come arrivare qui da Mosca: Fino a Vladimir su un treno veloce (1 ora e 40) o in autobus (3 ore e mezzo). Da Vladimir in marshrutka (50 minuti). Dalla stazione degli autobus Shchelkovskij di Mosca ci sono anche degli autobus diretti per Suzdal (da 3 ore e 50 a 4 ore e mezzo di viaggio).
Quando andare: Per godervi al massimo il piacere della visita e vedere il vero inverno russo, andate a Suzdal nella settimana di Maslenitsa (a seconda dell’anno, tra febbraio e marzo; nel 2020 dal 24 febbraio al 1º marzo).
Siamo più che certi che rimarrete entusiasti di Suzdal (220 chilometri a nordest di Mosca; 9.620 abitanti). Qui regna un’atmosfera incredibile da Russia antica: architettura secolare, molti ristoranti di cucina tradizionale, venditori in abiti tradizionali e feste popolari con danze, girotondi e canzoni. E se programmate di pernottare in città, allora non perdetevi la chance di affittare una vera casetta in legno. Dove vi ricapiterà l’occasione?
Suzdal è citata per la prima volta negli annali nel 1024, ma alcuni storici ritengono che sia stata fondata prima: nel 982 dal principe Vladimir I di Kiev, detto il Santo, che impose la cristianizzazione della Rus’. In seguito, fondò anche Vladimir. Il nome della città di Suzdal è probabilmente collegato al verbo “sozidat”, nella sua antica accezione di “creare” e “plasmare con l’argilla”.
Suzdal era una città molto fiorente nel XII secolo e divenne la capitale del Principato di Rostov-Suzdal. Non a lungo, in verità. Già nel 1157 il principe Andrej Bogoljubskij spostò la capitale a Vladimir.
Per saperne di più su come vivevano gli antichi slavi, vi consigliamo di visitare l’esposizione a cielo aperto del Museo dell’Architettura in legno. Qui, da vari villaggi, sono state portate delle vere case antiche di contadini di varia agiatezza. E ci sono anche le costruzioni padronali: granai su palafitte e mulini a vento. Inoltre, potrete vedere delle chiese medievali in legno tra le poche conservatesi, che per miracolo sono arrivate fino ai nostri giorni attraverso le turbolenze della storia russa. Inoltre, saprete cos’è un ottagono su un cubo. Senza questa conoscenza nessun appassionato di architettura sacra ortodossa può dirsi tale!
Ad ogni passo, vi imbatterete in un monumento: fin dai tempi dell’Unione Sovietica le autorità promossero il turismo in città e vi fondarono un numero enorme di musei.
Nel 1992 i “Monumenti bianchi” di Suzdal sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, per cui non potete perdervi per niente al mondo il Cremlino di Suzdal, la parte più antica della città. E neppure la Cattedrale della Natività della Madre di Dio, risalente al XIII secolo. A proposito, in ogni città russa le chiese dedicate alla Madonna possono essere facilmente riconosciute dalle cupole azzurre con stelle d’oro.
Altro assoluto must see in città è il Monastero di Sant’Eutimio. Venne fondato nel 1352 e fungeva anche da fortificazione. Andate dritti alla Cattedrale della Trasfigurazione e godetevi gli affreschi del XVII secolo.
Se non siete stanchi di chiese e monasteri, fate un salto al Monastero femminile dell’Intercessione e capirete all’istante come si distingue un monastero femminile da uno maschile. In quelli femminili non troverete mai possenti mura fortificate, e di solito sono di dimensioni sensibilmente più ridotte.
Dopo le escursioni storico-architettoniche è il momento più adatto per un po’ di sano divertimento. Se arrivate a Suzdal d’inverno, andate sulla piazza del Mercato (Torgovaja ploshchad) e provate un po’ di medovukha di produzione locale. Si tratta di una bevanda tradizionale, lievemente alcolica e dolciastra, prodotta con il miele, e di cui andavano pazzi i principi della Rus’ antica.
Quindi percorrete via Lenin, dove in qualche negozietto di souvenir potrete comprare un tipico pane kalach o qualche prjanik di Tula, vere prelibatezze russe, o fermarvi a mangiare in qualche bel ristorantino. Tra i migliori: “Ulej”, “Pushkar”, “Lepotà”, “Russkaja restoratsija”, “Chajnaja”. Provate: le tipiche verdure in salamoia, i golubtsý, lo shchi, il borshch o la soljanka, i rasstegaj (dei pasticci ripieni vari), e i pelmeni. Come dessert: i bliny o dei pirogì (fagottini) dolci.
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