Le dieci sale più spettacolari dell’Ermitage da non perdere (FOTO)

Legion Media
L’enorme museo di San Pietroburgo comprende quattro edifici per un totale di oltre 400 sale! Per vederle tutte rapidamente è necessario un giorno intero, mentre per visitarle in modo più approfondito di giorni ne servono almeno due o tre. Ma ecco la top ten delle sale più sbalorditive che sarebbe un delitto saltare!

1 / Sala di San Giorgio (Grande Sala del Trono)

Realizzata tra il 1787 e il 1795 su progetto di Giacomo Quarenghi, questa sala fu consacrata il 23 novembre 1795 in occasione della festa di San Giorgio. Le decorazioni originali andarono distrutte nell’incendio del 1837, ma furono restaurate dall’architetto Vasilij Stasov all’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento.

Si tratta probabilmente della sala più maestosa dell’Ermitage ed è proprio qui che si svolgevano ricevimenti e cerimonie ufficiali. L’arredamento interno è impreziosito dal bronzo dorato e dal marmo di Carrara, mentre il parquet della sala conta 16 diversi tipi di legno. Il grande trono imperiale fu realizzato a Londra su commissione dell’imperatrice Anna I e su di esso è collocato un bassorilievo che ritrae San Giorgio (che in russo è detto “Pobedanosets”; “il Vittorioso”) mentre colpisce il drago con una lancia, una delle immagini più celebri dell’araldica russa.

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2 / Sala di Pietro I (Piccola Sala del Trono)

  • Posizione: Palazzo d’Inverno, primo piano, sala 194
  • Panoramica 3D

Anche questa sala, realizzata nel 1833 dall’architetto Auguste de Montferrand, bruciò nell’incendio del 1837 e fu successivamente restaurata da Vasilij Stasov.

All’interno della sala, dedicata alla memoria di Pietro I (il Grande), è possibile vedere il monogramma del primo imperatore russo (due lettere P in caratteri latini), aquile bicipiti e corone, nonché il quadro di Jacopo Amigoni “Pietro I con la figura allegorica della Gloria”. La sala è arricchita anche da altre opere che ritraggono l’imperatore durante la Grande guerra del Nord, realizzate dai pittori Pietro Scotti e Barnaba Giovanni Medici. Il trono, i pannelli ricamati in argento e vari pezzi prodotti con questo stesso materiale furono realizzati a San Pietroburgo alla fine del XVIII secolo.

3 / Sala dell’Armeria

  • Posizione: Palazzo d’Inverno, primo piano, sala 195
  • Panoramica 3D

Con una superficie di 1000 metri quadrati, questa sala cerimoniale, progettata e allestita da Vasilij Stasov nel 1839 per ordine dell’imperatore Nicola I, è uno degli ambienti più spaziosi del Palazzo d’Inverno. La ricchezza dell’arredamento della sala rivela l’intenzione originale di glorificare la potenza dell’Impero russo.

Gli ingressi di questa sala dorata sono decorati con statue di guerrieri dell’antica Russia, alle cui spalle si ergono degli stendardi. Sulle aste dei guerrieri sono fissati degli scudi con gli stemmi dei governatorati russi, le cui immagini si sono conservate fino a oggi sui lampadari. Al centro della sala, invece, troneggia una scultura a forma di calice realizzata in avventurina, una varietà di quarzo.

4 / Galleria militare del 1812

  • Posizione: Palazzo d’Inverno, primo piano, sala 197 (adiacente alla Sala dell’Armeria)
  • Panoramica 3D

Fu Alessandro I a concepire l’idea di creare un’imponente galleria che celebrasse la vittoria della Russia nella Guerra patriottica del 1812 contro Napoleone. Tra il 1818 e il 1819 lo zar si recò ad Aquisgrana per prendere parte al congresso della Santa Alleanza, dove conobbe il ritrattista inglese George Dawe, giunto lì al seguito di Edoardo Augusto di Hannover, duca di Kent.

Lo zar commissionò a Dawe una serie di ritratti di generali russi che avevano partecipato alle campagne militari del 1812, 1813 e 1814. Nel primo anno di lavoro il pittore eseguì da solo circa 80 ritratti, ma in seguito si fece affiancare da due assistenti, Aleksandr Poljakov e Wilhelm August Golicke, i quali si occuparono principalmente di realizzare le copie dei ritratti inviati dai generali impossibilitati a posare di persona.

La galleria, nata dal progetto di Carlo Rossi e decorata con 332 ritratti, fu inaugurata nel 1826, un anno dopo la morte di Alessandro I. L’arredamento della sala andò distrutto nell’incendio del 1837. Tuttavia, i quadri furono salvati in tempo. Anche in questo caso, fu Vasilij Stasov a occuparsi del restauro delle decorazioni.

5 / Salone dorato di Marija Aleksandrovna

  • Posizione: Palazzo d’Inverno, primo piano, sala 304
  • Panoramica 3D

Questo sfarzoso salone dalle sembianze di uno scrigno dorato fu realizzato dall’architetto Aleksandr Brjullov tra il 1838 e il 1841 per il matrimonio del futuro imperatore Alessandro II. Il progetto, che si ispirava alla sala del trono della residenza dei principi elettori di Monaco di Baviera, fu approvato da Nicola I.

Il soffitto del salone è decorato con ornamenti in stucco dorato. Inizialmente le tende, i cornicioni e la tappezzeria erano di color lampone, ma durante il restauro degli anni Sessanta i tessuti furono sostituiti con altri di colore azzurro.

6 / Salone della malachite

Posizione: Palazzo d’Inverno, primo piano, sala 189

Panoramica 3D

Questo ambiente, originariamente chiamato Salone del diaspro, fu progettato nel 1830 da Auguste de Montferrand per la sposa di Nicola I, Aleksandra. L’arredamento interno originale andò perduto nell’incendio del 1837, da cui si riuscì a salvare un grande vaso di malachite e dei mobili realizzati secondo i disegni dell’architetto. Aleksandr Brjullov si occupò del restauro tra il 1838 e il 1839, quando questo ambiente era già conosciuto con il nome di Salone della malachite.

Da giugno a ottobre 1917 questa sala ospitò le riunioni del governo provvisorio.

7 / Sala del padiglione

Questa è una di quelle sale in cui non si sa cosa guardar prima, tante sono le bellezze: il soffitto, i lampadari, le arcate, le fontane, l’Orologio del Pavone…

L’architetto Andrej Stackenschneider realizzò questa sala tra il 1855 e il 1858 ispirandosi ai canoni estetici dell’Eclettismo – espressi nella fusione di motivi orientali, rinascimentali e dell’antichità – ben osservabile nell’arredamento interno. L’abbondanza di colonne e lampadari, il marmo chiaro, le decorazioni dorate, il cristallo e il pannello a mosaico sul pavimento che richiama l’arte romana antica sono tutti elementi che conferiscono un’aura eterea, raffinata e solenne all’arredamento della sala. L’ambiente è ulteriormente impreziosito dalla presenza di uno dei pezzi da esposizione più celebri dell’Ermitage, l’Orologio del Pavone, realizzato negli anni Settanta del Settecento dall’artigiano inglese James Cox e acquistato da Caterina II nel 1781. È l’unico orologio automatico di tali dimensioni del XVIII secolo a essere sopravvissuto fino ai giorni nostri invariato e ancora funzionante.

8 / Sala Leonardo da Vinci

In questa sala sono esposti solamente due quadri, ma dal valore inestimabile: la “Madonna Benois” e la “Madonna Litta” di Leonardo da Vinci, trasferiti qui alla metà del XX secolo.

L’arredamento interno fu realizzato negli anni Cinquanta dell’Ottocento da Andrej Stackenschneider in pieno stile Luigi XIV. Un tempo questa sala era denominata Piccola sala dei feldmarescialli in onore dei condottieri russi Pjotr Rumjantsev, Grigorij Potemkin, Vasilij Dolgorukov, Aleksandr Suvorov, Mikhail Kutuzov e Ivan Paskevich. I rilievi ritraenti i loro profili decorano gli spazi al di sopra delle porte di ingresso.

Nella metà degli anni Novanta dell’Ottocento in questa sala erano custoditi i regali che il futuro imperatore Nicola II portò dal suo viaggio in Oriente.

9 / Logge di Raffaello

Questa sala fu costruita sul modello di una delle Logge di Raffaello presenti nel Palazzo Apostolico del Vaticano, dipinta secondo gli schizzi di Raffaello Sanzio.

Le logge furono progettate e realizzate nell’arco di quasi un decennio (1783-1792) dall’architetto Giacomo Quarenghi su commissione di Caterina II (la Grande). Sulle volte di questa galleria dell’Ermitage è possibile osservare le copie della “Bibbia di Raffaello”, una serie di dipinti a tema biblico presenti nel Palazzo Apostolico.

10 / Sala delle venti colonne

Nel progetto dell’architetto Leo von Klenze, la sala dedicata alla mostra dei vasi antichi era destinata a diventare un tutt’uno con l’esposizione e ancora oggi conserva la sua funzione.

Le colonne suddividono l’ambiente in tre gallerie in modo da replicare la disposizione degli spazi nei templi antichi. Il pavimento è ricoperto da un mosaico di quadratini in pietra di colore bianco, giallo, grigio, nero e rosso scuro, mentre il soffitto a cassettoni è decorato con affreschi ornamentali. Nella sala sono esposti vasi etruschi e provenienti dal Sud Italia della fine del IX secolo fino al II secolo a.C.

Attrazione bonus: Scalinata del Giordano

Un’altra meraviglia dell’Ermitage da non perdersi assolutamente è la monumentale Scalinata del Giordano, realizzata dall’architetto Bartolomeo Rastrelli tra il 1758 e il 1761 in stile barocco e restaurata a seguito dell’incendio del 1837 da Vasilij Stasov, che ne replicò in buona parte l’aspetto originale. “Giordano” era il nome di un padiglione in cui veniva benedetta l’acqua prelevata da un buco aperto nel ghiaccio della Neva durante la festa ortodossa di Kreshchenie ed è proprio da questa scalinata dell’Ermitage che scendeva la processione diretta al fiume.

Dalla Scalinata del Giordano hanno inizio due enfilade di stanze: l’enfilade della Neva, che conduce alle stanze private degli imperatori, e la Grande enfilade, che si sviluppa in direzione della Grande Sala del Trono (Sala di San Giorgio) e della Grande Chiesa. Il soffitto della scalinata è decorato dall’opera di Gaspare Diziani “Gli dei dell’Olimpo”, il quadro più grande della collezione dell’Ermitage.

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