Dieci capolavori della “Sala degli Ori” dell’Ermitage

Un grammo d’oro è sufficiente per produrre un filo lungo molti metri o parecchie lamine sottilissime. Queste tecniche furono magistralmente padroneggiate dagli antichi maestri sciti, sarmati, persiani, le cui opere si possono ammirare oggi a San Pietroburgo

1 / Cervo di Kostromskaja (VII sec. a.C.)

Questa immagine di cervo in oro, conservata nella Zolotája kladovája (Золотая кладовая) dell’Ermitage, decorava il gorytos (custodia per arco corto ricurvo e frecce) di un soldato scita. Questo prezioso manufatto, rappresentante un esempio classico dello “stile animalistico” scita, fu scoperto nel 1897 durante gli scavi nei pressi della cittadina di Kostromskaja (Territorio di Krasnodar) a 77 km da Majkop (capoluogo della Repubblica di Adighezia).

Il cervo di Kostromskaja è uno dei simboli dell’Ermitage. Inoltre, è rappresentato sulla livrea di uno degli aerei della compagnia “Rossija Airlines”. 

2 / Pantera di Kelermes (VII sec. a.C.)

Anche questa pantera d’oro decorava una custodia per arco e frecce. Fu scoperta nel 1903 durante gli scavi dei tumuli di Kelermes (nel territorio della moderna Repubblica di Adighezia). 

Per gli antichi popoli nomadi, il tumulo sepolcrale rappresentava un modello rituale dell’universo ed era parte del culto degli avi; protettori e intermediari della comunicazione con gli dei. Gli Sciti credevano che questa figurina del predatore avrebbe protetto il suo proprietario dai pericoli nell’aldilà. L’oro, scelto come materiale del manufatto, dimostra un’elevata posizione del defunto nella gerarchia sociale.

3 / Pettine d’oro di Solokha (anni Trenta del sec. V – inizio sec. IV a.C.)

Quest’elegante pettine fu creato da un orafo greco per un cliente scita. La composizione, che assomiglia al frontone di un tempio greco, raffigura un combattimento fra tre uomini. 

Il tumulo di Solokha, dal quale proviene il reperto, fu classificato dagli archeologi come luogo di sepoltura di un re scita e di un suo fratello. I dettagli finemente elaborati del pettine permisero agli storici di avanzare delle supposizioni circa l’identità di reali personaggi della storia scita e della loro lotta per il potere. 

4 / Gorytos con scene della vita di Achille (Sec. IV a.C.)

Questa massiccia copertura in oro cesellato fu scoperta durante gli scavi del tumulo di Chertomlyk, tomba di alcuni re sciti. I re degli Sciti venivano sepolti insieme alle loro mogli, concubine, coppieri, servi, stallieri, comandanti fidati, cavalli e cani. Nella tomba si mettevano anche i paramenti, le armi e numerosi oggetti di valore. 

Le scene cesellate raffigurano la vita di Achille, protagonista dell’“Iliade” di Omero, dall’infanzia alla morte. La guaina in oro di fabbricazione greca poteva essere un dono al re scita da parte del sovrano del Regno del Bosforo Cimmerio che nei secoli VI-V a.C. occupava il territorio delle penisole di Crimea e di Taman.

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5 / Monili per le tempie del tumulo Kul-Oba (Sec. IV a.C.)

Questi monili furono rinvenuti nel 1830 in Crimea, vicino alla città di Kerch (già Panticapeo, capitale del Regno del Bosforo Cimmerio).

Di fattura greca, probabilmente creati per un cliente scita, vi è raffigurata la testa della dea Atena, molto venerata dai popoli che abitavano a nord del Mar Nero.

Il prototipo dell’immagine fu la statua crisoelefantina (cioè, coperta con un sottile strato di avorio) di Atena Parthènos, rivestita con lamine d’oro, che era stata creata da Fidia nel V secolo a.C. La statua (non pervenutaci) era alta 13 metri e decorava il Partenone, principale tempio di Atene dedicato alla dea. 

Sui monili, l’elmo di Atena include dei simboli sciti. La figura di Atena, dea della strategia militare, era vicina agli Sciti, le cui donne prima di sposarsi partecipavano alle guerre. 

6 / Diadema sarmatico del tumulo Khokhlach (I sec. a.C.)

Nel 1864, nel corso di lavori di costruzione alla periferia di Novocherkassk (oggi, oblast di Rostov sul Don) fu scoperta una ricca tomba femminile, nota come tumulo Khokhlach. La donna qui sepolta probabilmente era una sacerdotessa e una regina sarmata. I Sarmati abitavano a contatto con gli Sciti e col tempo cacciarono questi ultimi dalle terre a nord del Mar Nero.

Il reperto più prezioso, scoperto nel corso degli scavi, è il “kalaf” (dal greco “kalathos”, particolare tipo di vaso), cioè, il diadema che decorava la testa delle sacerdotesse della Dea della fertilità. Il diadema è decorato con un albero della vita con ai lati gli animali da sacrificio che rendono l’idea delle credenze mitologiche dei Sarmati. La forma del diadema, la testa femminile in quarzo intagliato nel centro e i pendenti fanno parte della tradizione dell’arte antica classica. Probabilmente, il diadema fu creato da un gioielliere del Regno del Bosforo Cimmerio che conosceva bene le tradizioni dei Sarmati.

7 / Kalaf del tumulo Bolshaja Bliznitsa (IV sec. a.C.)

Nel 1864, nella Penisola di Taman fu scoperto il tumulo Bolshaja Bliznizha che, probabilmente, era un luogo di sepoltura delle sacerdotesse del Regno del Bosforo. 

Uno dei reperti fu il copricapo a forma di “kalathos”, attributo della Dea della fertilità. Il copricapo è decorato con figure di Arimaspi (rappresentanti del popolo leggendario di monocoli che sarebbe vissuto nel Nord-Est del mondo antico, presumibilmente, vicino ai monti Urali), che lottano contro i grifoni. 

8 / Gioielli dei Moghul (Sec. XVII)

Nel 1739, le truppe di Nadir Shah, scià di Persia, occuparono Delhi, la capitale dell’Impero Moghul, esistito dal XVI fino al XIX secolo, che occupava i territori degli attuali India, Pakistan, Bangladesh e Afghanistan. Il bottino dei persiani fu talmente grande che in Persia, per tre anni, fu sospesa la tassazione dei cittadini. 

Nel 1741, venti degli oggetti conquistati nel corso della campagna di Delhi, furono spediti a Pietroburgo in qualità di dono diplomatico. Il prezioso carico, trasportato da 14 elefanti, impiegò due anni per arrivare dalla Persia in Russia.

La collezione dell’Ermitage oggi comprende alcuni preziosi recipienti, una tazza, dei piatti, aigrette (ornamenti da copricapo) e una cavigliera. Tutti questi magnifici oggetti in oro sono decorati con pietre grezze di smeraldi, rubini, diamanti e perle. 

9 / Sciabola iraniana con smeraldi (inizio del XIX sec.)

Da Delhi, Nadir Shah spedì in patria una grande quantità di pietre preziose che nn erano estratte in Persia. Ciò contribuì alla tradizione di decorare con pietre le armi bianche.

La collezione dell’Ermitage comprende una sciabola con lama in acciaio “bulat” (particolare tipo di acciaio, elastico ma con elevato grado di durezza), con fodero ed elsa tempestati con oro, smalto, smeraldi, spinelli e diamanti. 

10 / Scettro Ruyi (XVIII sec.)

Questo scettro cinese lungo 59 cm, con enormi gemme di giada e una nappa di seta, era simbolo di potere, ma anche un talismano che aiutava a esaudire i desideri. Nel 1895, una delegazione della dinastia Qing lo regalò al futuro imperatore Nicola II con l’augurio di poter realizzare di tutti i suoi intenti.

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