Cinque fatti da sapere sull’imperatore che sconfisse Napoleone: Alessandro I di Russia

Alessandro I di Russia (San Pietroburgo, 23 dicembre 1777 – Taganrog, 1º dicembre 1825), fu imperatore di Russia dal 24 marzo 1801 fino alla morte

Alessandro I di Russia (San Pietroburgo, 23 dicembre 1777 – Taganrog, 1º dicembre 1825), fu imperatore di Russia dal 24 marzo 1801 fino alla morte

Russia Beyond (Foto: Royal Collection; Dominio pubblico)
Passeggiava da solo, senza scorta, per le vie di Pietroburgo e lo hanno definito una “Sfinge che fino alla morte rimase un mistero”. Anzi, anche oltre la morte, visto tutte le teorie del complotto sul fatto che si sarebbe finto cadavere per farsi monaco…

1 / Fu il primo zar della dinastia Romanov di nome Aleksandr

Alessandro I di Russia da bambino, in un dipinto di Jean-Louis Voille

Il nome del primogenito di Paolo I e sua moglie, Marija Fjodorovna, fu scelto dalla nonna, l’imperatrice Caterina la Grande, in onore di Alessandro Magno. Al battesimo, il bambino ricevette il nome del principe russo Aleksandr Nevskij. Il nome non era comune per i Romanov: in precedenza, era stato dato soltanto ad Aleksandr Petrovich, figlio di Pietro I (il Grande), nato nel 1691, il quale però morì all’età di soli 7 mesi.

Subito dopo il parto, Caterina II tolse il futuro imperatore alla madre e lo portò nella sua residenza di Tsarskoe Seló, dove Alessandro I visse durante tutta la sua infanzia. Con quasi il 100% di sangue tedesco, Alessandro fu allevato dal generale svizzero Frédéric-César de La Harpe. L’imperatore ricevette un’istruzione eccellente: parlava fluentemente il francese, il tedesco e l’inglese, conosceva bene la storia, la geografia e la matematica. Gli storici concordano che Caterina II volesse passare il trono al suo nipote preferito, scavalcando il figlio Paolo, da lei ritenuto inadatto per governare la Russia.

2 / Sapeva della cospirazione contro suo padre

Alessandro I nel 1802-1803, in un dipinto di Vladimir Borovikovskij

L’ideatore della congiura contro Paolo I fu il conte Pjotr Palen, governatore militare di Pietroburgo e uno dei più stretti alleati dell’imperatore. Gli ultimi mesi della vita di Paolo I furono segnati da un profondo conflitto con la famiglia, e Palen ne approfittò.

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Il conte fece leggere ad Alessandro un documento segreto recante la firma di Paolo I, con il quale l’imperatore accettava di confinare in una fortezza i suoi figli Alessandro e Costantino, e la loro madre, l’imperatrice Marija Fjodorovna.

La maggioranza degli storici ritiene che Alessandro non si sia opposto alla congiura: Palen riuscì a fargli credere che suo padre non sarebbe stato ucciso, ma soltanto rimosso dal trono. Alessandro gli chiese addirittura di fare il tutto l’11 marzo 1801, quando al castello Mikhajlovskij era di servizio il reggimento Semjonovskij, di cui Alessandro era il capo.

Quando la congiura portò all’uccisione dell’imperatore, Alessandro ne fu sconvolto. Jacques de Saint-Glin, francese al servizio dell’Impero russo, così ricordava il primo giorno del regno del ventitreenne Alessandro: “Il nuovo imperatore camminava lentamente, le sue ginocchia sembravano non reggerlo, i suoi capelli erano sciolti, gli occhi pieni di lacrime; guardava dritto davanti a sé, ogni tanto piegava il capo come per fare un inchino; tutta la sua andatura e la sua postura raffiguravano una persona avvilita dal dolore e martoriata dall’inatteso colpo assestato dal fato. Sembrava che l’espressione della sua faccia volesse dire: ‘Loro tutti hanno approfittato della mia giovinezza e della mia inesperienza; sono stato ingannato, non sapevo che togliendo lo scettro dalle mani del sovrano, io, in maniera ineluttabile, mettevo in pericolo la sua vita’”.

3 / Con i sudditi si comportava in maniera completamente diversa da suo padre

Alessandro I in un ritratto di George Dawe

L’inizio del regno di Alessandro fu molto promettente: il giovane imperatore abolì le severe regole militari, introdotte a Pietroburgo da suo padre, fece tornare dall’esilio molte persone condannate per motivi politici e si comportava in pubblico in maniera completamente diversa.

Lo storico Vladimir Tomsinov scrive che Alessandro “passeggiava spesso per le vie, a piedi e senza scorta, rispondeva benevolmente ad ogni inchino e ogni saluto che gli veniva rivolto. Ogni persona poteva fermarsi e parlargli. Vestito in maniera semplice, senza lusso, sempre sorridente, rispettoso di chiunque, giovane e affascinante, non si inquadrava assolutamente nel concetto del sovrano incoronato, radicato nella società russa”.

Costretto a vivere fino all’età di 23 anni tra la corte di suo padre Paolo e quella di sua nonna Caterina II, perennemente in guerra tra di loro, Alessandro era un abile intrigante. Napoleone, il suo nemico acerrimo, chiamava Alessandro “un vero bizantino” e “Talma del nord” (François-Joseph Talma era un famoso attore francese), alludendo al carattere astuto e riservato dell’imperatore.

L’imperatore Alessandro I e l’imperatrice Elizaveta Alekseevna, nel 1807 circa

In Russia godeva di reputazione analoga: “Sfinge che fino alla morte rimase un mistero”, scrisse di lui il poeta Pjotr Vjazemskij. Miope sin dalla nascita, Alessandro proibiva ai suoi cortigiani di usare gli occhiali. Avendo una ridotta capacità uditiva da quando da giovane aveva partecipato alle manovre militari a Gatchina, diventò parecchio diffidente: se qualcuno rideva in sua presenza, sospettava che lo prendessero in giro. C’era però una cosa che lo accomunava a suo padre Paolo I: era straordinariamente orgoglioso.

4 / Si fidava dei suoi consiglieri

Aleksej Arakcheev ritratto da George Dawe, 1824. Arakcheev fu governatore di San Pietroburgo sotto lo zar Paolo I, e nel 1808 divenne ministro della guerra sotto il nuovo zar Alessandro I. Era noto per la sua durezza e inflessibilità

Sin dall’inizio del suo regno, Alessandro fu assistito in politica da amici, alleati e consiglieri. All’inizio, in particolare, dal “Comitato privato”, di cui facevano parte persone che Alessandro conosceva sin dall’adolescenza, come il conte Pavel Stroganov, il principe Viktor Kochubej, il principe Adam Chartoryjskij e il conte Nikolaj Novoseltsev. A partire dal 1803, il suo consigliere principale fu l’allora giovane giurista Mikhail Speranskij, che fu da Alessandro incaricato di preparare la riforma del servizio pubblico.

Nel corso della Guerra Patriottica del 1812, dimostrò un talento raro per un monarca: diede ai suoi generali la possibilità di mettere in pratica il piano della vittoria su Napoleone, elaborato da Michael Andreas Barclay de Tolly ancora nel 1810, basato sulla strategia di logoramento. E nell’ambito della successiva guerra della sesta coalizione, si mise a capo delle truppe russe durante la campagna europea che portò alla presa di Parigi.

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Nell’ultimo periodo del suo regno, Alessandro avvicinò a sé due personaggi di stampo rigidamente reazionario: il principe Aleksandr Golitsyn, ministro della pubblica istruzione, e il conte Aleksej Arakcheev, ministro della guerra.

5 / Voleva abdicare, ma morì in circostanze misteriose

Maschera mortuaria dello zar Alessandro I di Russia

“In sostanza, non mi dispiacerebbe affatto potermi liberare della corona che mi pesa tremendamente”, disse Alessandro I nel 1824 al principe Illarion Vasilchikov, uno dei suoi fedelissimi. Ancora da ragazzo Alessandro pensava che governare la Russia non fosse il suo unico destino. In una lettera al suo precettore La Harpe Alessandro scrisse: “Quando avrò la benedizione della Provvidenza per portare la Russia al livello di prosperità da me desiderato, la prima cosa che farò sarà togliermi il peso del governo e ritirarmi in qualche angolo in Europa, dove potrò godere serenamente del bene instillato in patria”.

Tale idealismo sarebbe comprensibile, qualora si trattasse di un bambino, ma è strano vederlo in una persona adulta. Tuttavia, Alessandro continuava a coltivare questa idea anche dopo essere diventato imperatore. Nel 1819, disse a suo fratello minore, Nicola, e alla moglie di quest’ultimo, Maria Fjodorovna: “Ho deciso di rinunciare ai miei doveri e di ritirarmi dal mondo… Non sono più quello di una volta e credo che sia mio dovere ritirarmi tempestivamente”. Quando vide che Nicola e Marija stavano per scoppiare in lacrime, si affrettò a tranquillizzarli, dicendo che ciò “non sarà ora”.

Nel 1823, Alessandro firmò un manifesto segreto con cui passava il trono a Nicola a seguito dell’abdicazione formale del fratello Costantino ai suoi diritti al trono. Di questo manifesto sapevano il metropolita Filarete, il ministro della pubblica istruzione Aleksandr Golitsyn e il conte Aleksej Arakcheev, immancabilmente fedele all’imperatore.

Alessandro I in un ritratto di George Dawe

Nel 1825, l’imperatrice Elizaveta Alekseevna si ammalò gravemente. I medici le raccomandarono l’aria salubre di Taganrog, sul Mar d’Azov. Alessandro decise di accompagnare sua moglie e partì due giorni prima di lei per provvedere in anticipo al viaggio e al soggiorno della consorte. L’imperatore partì per Taganrog di notte, dopo una lunga preghiera al Monastero di Aleksandr Nevskij, suo protettore celeste.

Quando il 19 novembre (1 dicembre) 1825 lo zar morì a Taganrog, cominciarono a correre delle voci inquietanti. Fu subito ricordato che all’atto della sua partenza da Pietroburgo, quando il camerlengo gli chiese quando doveva aspettare il ritorno di Sua Maestà, Alessandro gli indicò un’icona di Gesù, dicendo: “Soltanto Lui lo sa”. Il misterioso decesso dell’imperatore fece nascere una leggenda, secondo cui Alessandro avrebbe davvero abbandonato il trono per vivere come un cittadino privato.

Veniva spesso identificato con lo starets (mistico religioso) Fjodor Kuzmich, comparso in un monastero di Tomsk, in Siberia, dieci anni dopo, ma non lo era. Tutti i parenti e membri della Corte che avevano visto il corpo dell’imperatore a Taganrog più volte confermarono che Alessandro I fu davvero stroncato da una malattia ignota, contratta durante una visita in Crimea.

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