Tutto quello che c’è da sapere sull’Urss: come nacque e si infranse il sogno di una nazione

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Ripercorriamo questo periodo storico estremamente affascinante, fra crisi, rivoluzioni, sogni e speranze

Come tutto ebbe inizio

Com’è possibile che l’Impero Russo, che governò il paese per quasi 200 anni, sia scomparso all’improvviso cedendo il posto a un ordine totalmente nuovo? Bisogna innanzitutto analizzare e comprendere il processo che portò allo scoppio della Rivoluzione. Qui abbiamo ripercorso le tappe principali di quegli eventi che cambiarono il corso della storia, senza dimenticare che le rivolte in Russia iniziarono già nel 1905, e che quella bolscevica del 1917 è considerata la terza rivoluzione.

L'assalto al Palazzo d'Inverno a Pietrograd (oggi San Pietroburgo), 1917

Inoltre è interessante notare quali dinamiche portarono Lenin alla guida della Rivoluzione (quasi per caso, direbbero in molti), prima di diventare una “divinità” per l’intera Nazione… Abbiamo ripercorso la sua ascesa in questo articolo

Lenin si rivolge alla folla, Pietrogrado, 1919

In Russia iniziò così un periodo difficile e sanguinoso, durante il quale i bolscevichi dichiararono guerra ai contro-rivoluzionari e a tutte le persone che avevano una diversa visione del futuro del paese: circostanze che portarono allo scoppio della guerra civile tra l’Armata Rossa socialista e l’Armata Bianca di stampo monarchico.  

Quanto durò la guerra civile e quali territori coinvolse?

Il Paese passato alla storia con il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) venne fondato nel 1922, quando alcuni territori dell’ex Impero ottennero l’autonomia e, al termine della guerra civile, entrarono a far parte dell’Unione. L’Urss rimase in piedi per quasi 70 anni, fino al 1991.

Era composta da 15 Repubbliche, così come furono classificate nella Costituzione sovietica del 1977: la Repubblica Federativa Socialista Sovietica Russa, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, Uzbeka, Kazaka, Georgiana, Azera, Lituana, Moldava, Lettone, Kirghiza, Tagika, Armena, Turkmena ed Estone. Paesi ora indipendenti, 10 dei quali membri della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi). In molti di questi Stati si parla ancora oggi il russo e l’eredità post-sovietica, dall’architettura alla cucina, è fortemente presente. 

Cosa cambiò nel paese con la salita al potere dei sovietici? 

Praticamente tutto. La politica adottata dai sovietici rivelò molti lati positivi e altrettanti lati negativi. Ma su una cosa non vi è alcun dubbio: la vita delle persone cambiò radicalmente. 

La distruzione della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, 1931

Una delle prime cose alle quali i bolscevichi dichiararono guerra fu l’ortodossia russa: confiscarono chiese e monasteri per trasformarli in magazzini, ospedali, prigioni e fabbriche, come vi abbiamo raccontato qui. È interessante notare che Stalin, durante la Seconda guerra mondiale, si riconciliò con la Chiesa ortodossa russa, come spiegato in questo articolo.

I libri di storia attribuiscono ai bolscevichi il merito di aver contribuito a sradicare l'analfabetismo nel Paese. Nell’Impero russo, infatti, solo il 20% della popolazione sapeva leggere e scrivere, e si trattava perlopiù di nobili, preti e ufficiali dell’esercito. Nel 1909 si stabilì che ogni cittadino, a partire dagli 8 anni, avrebbe dovuto accedere all’istruzione.

Il peso della Seconda guerra mondiale

La partecipazione dell’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale e il ruolo centrale dell’URSS nella sconfitta del nazismo sono considerati ancora oggi tra gli eventi più significativi, e traumatici, della storia russa del XX secolo. 

I cittadini della Leningrado sotto assedio (1941 - 1943)

Nel conflitto morirono circa 26 milioni di cittadini sovietici: un numero che è curiosamente cambiato nel corso degli anni. La ripresa del paese dopo la guerra fu lenta e difficile. E ancora oggi i russi ricordano con commozione l’assedio di Leningrado, durante il quale l’attuale San Pietroburgo fu messa in ginocchio dai nazisti per ben 900 giorni, la sanguinosa battaglia di Stalingrado e la liberazione di Auschwitz. Eventi che spiegano perché il 9 maggio, giorno in cui si celebra la Vittoria, sia ancora oggi una delle festività più sentite dai russi. Qui abbiamo cercado di spiegare perché ancora oggi la Russia organizza una maestosa parata in occasione del 9 maggio.

I prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau liberati dai sovietici, 1945

L’ossessione dei sovietici di essere sempre i primi della classe si rifletté in vari ambiti, e così la produzione, l'estrazione mineraria e l’edilizia subirono una forte accelerazione; una tendenza che non risparmiò nemmeno il settore spaziale: il leggendario ingegnere sovietico Sergej Korolev, colui che ebbe il merito di aver sviluppato il primo razzo spaziale, provò sulla propria pelle l’orrore dei gulag. 

Il cosmonauta sovietico Yurij Gagarin, il primo uomo ad aver volato nello spazio

Oltre al merito di aver mandato il primo uomo nello spazio, ai russi va riconosciuto il merito di aver lanciato il primo satellite artificiale della Terra, lo Sputnik, e la famosa stazione spaziale MIR.

La cosmonauta sovietica Valentisna Tereshkova prima del lancio. Tereshkova fu la prima donna ad aver volato nello spazio

La corsa allo spazio e l’entusiasmo per l’esplorazione del cosmo ebbero una grossa influenza sulla cultura di massa, e Yurij Gagarin divenne un vero e proprio eroe, come dimostrano questi manifesti dell’epoca.

Come viveva la gente in Urss?

Negli anni i giornalisti di Russia Beyond hanno cercato di ricostruire i vari aspetti della vita ai tempi dell’Urss. 

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Qui, ad esempio, vi abbiamo raccontato come i cittadini sovietici potevano ottenere una macchina, come educavano i propri figli, quali vacanze potevano concedersi e com’era in generale la loro vita

Abbiamo cercato di capire, infine, perché ancora oggi molti russi rimpiangono l’URSS.  

Qual è stata la cosa peggiore dell’Urss? 

L’Unione Sovietica si rivelò uno Stato totalitario. E Joseph Stalin fu probabilmente il principale simbolo del male che afflisse la Nazione: sua la responsabilità di aver creato i gulag, sua la responsabilità del terrore di massa e delle tantissime esecuzioni. In quel periodo non vi era libertà di espressione nel paese, la censura era ovunque e moltissimi libri furono proibiti. 

Prigionieri del gulag a Kolyma

L’Urss era un paese chiuso e i cittadini sovietici difficilmente riuscivano a viaggiare all’estero; i turisti stranieri potevano visitare il paese solo in gruppi appositamente organizzati. 

Con la morte di Stalin, il suo successore, Nikita Khrusciov, avviò un forte processo di destalinizzazione, denunciando pubblicamente i crimini commessi dal suo predecessore. Negli anni ‘60 cominciarono a comparire i cosiddetti dissidenti: persone dell'intellighenzia che avevano sperimentato l’orrore dei gulag e il bavaglio della censura.

Lo scrittore e dissidente sovietico Aleksandr Solzhenitsyn

Qual è stata la cosa migliore dell'Urss?

In poco tempo in Urss si diffuse un sentimento di uguaglianza e sicurezza. La gente era orgogliosa del proprio paese, aveva davanti a sé degli obiettivi e sognava un “radioso futuro”. Ciò spiega perché ancora oggi molte persone provano nostalgia per il passato sovietico e per la loro “infanzia felice”.

Giovani pionieri di fronte al Mausoleo di Lenin in Piazza Rossa

Inoltre, il sistema di istruzione in URSS era tra i migliori al mondo e produsse un gran numero di scienziati e pensatori.

L’Unione Sovietica lasciò in eredità all’umanità non solo grandi produzioni letterarie, ma anche bellissimi film e progetti architettonici degni di nota. 

Una scena tratta dal film sovietico

Con la nascita delle avanguardie, le autorità misero l’arte al servizio della Rivoluzione e della costruzione del nuovo Stato. E così Aleksandr Rodchenko, Kazimir Malevich, Aleksandr Dejneka e molti altri artisti di talento produssero una rappresentazione nuova dell’URSS, molto popolare anche all’estero, tant’è che i quadri dell’epoca sono ancora oggi venduti per milioni di dollari nelle aste d’arte internazionali. 

Il Quadrato Nero di Malevich

E lo sapevate che l’Urss fu un paese pioniere in materia di protezione ambientale? Ve lo abbiamo raccontato qui.

Come funzionava la propaganda sovietica

La propaganda divenne la sola e unica forma d’arte possibile, e le autorità fecero in modo che tutti gli artisti si mettessero al servizio dell’ideologia di Stato, rappresentando la tanto decantata “vita migliore”. Per esibire e mettere in risalto le conquiste dell’economia e della cultura, venne costruito l’enorme e iconico parco VDNKh: l’Esposizione delle conquiste dell’economia nazionale aprì a Mosca nell’estate del 1939 (allora con il nome di “Esposizione agricola di tutta l’Unione”). Nel suo vasto territorio ci sono ancora oggi decine di padiglioni, ora restaurati, fontane, stagni, aree ricreative, bar e ristoranti.

Il palazzo

La propaganda interessò ogni espressione artistica e culturale, e si materializzò sulle porcellane sui manifesti, sulla corsa allo spazio e anche sull’elaborazione delle fotografie.

Il crollo dell’Urss

Per capire le dinamiche che portarono al crollo dell’URSS, bisogna innanzitutto capire come funzionava l’economia sovietica e quali furono le ragioni che la portarono al collasso: ne abbiamo ampiamente parlato qui. Come prima cosa, è bene capire le dinamiche dell’economia pianificata: il “Gosplan” (abbreviazione di “Gosudarstvennyj komitet po planirovaniju”, Commissione statale per la pianificazione, ovvero l’agenzia responsabile della pianificazione economica nell’Unione Sovietica) aveva il compito di decidere cosa e quanto fosse necessario produrre in ogni singola fabbrica e impresa del Paese. Ma il Gosplan non si basava su necessità reali, bensì sulla percezione e le previsioni dei burocrati, che spesso non corrispondevano alla reale domanda della popolazione.

I carri armati per le strade di Mosca, agosto 1991

Questa è probabilmente una delle ragioni principali che portarono al crollo dell’URSS, ma non bisogna dimenticare le tensioni nascoste e le riforme di Gorbachev, che portarono alla cosiddetta “Perestrojka”, che diede il colpo finale a quel sogno infranto di “radioso futuro”.

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