Dieci fatti da conoscere sul Gum, lo storico grande magazzino sulla Piazza Rossa (FOTO)

Turismo
ANNA POPOVA
È stato il primo esercizio commerciale in Russia a introdurre i prezzi fissi. Il suo logo fu disegnato da Rodchenko e i suoi slogan pubblicitari erano frutto del genio di Majakovskij. Rischiò più volte la demolizione, ma è arrivato ai nostri giorni in ottima forma

1 / È stato costruito in un luogo dedicato al commercio da secoli

Il commercio vicino al Cremlino fioriva già molto prima della comparsa del Gum. Un tempo questo era il luogo dove i venditori offrivano le loro merci in piazza, poi iniziarono a costruire bancarelle e negozi stabili. Un grande incendio “aiutò” a edificare qui strutture meno improvvisate: sotto lo zar Ivan III furono costruite delle gallerie commerciali di legno, e sotto Boris Godunov di pietra. Le gallerie commerciali tra le vie Iljinka e Nikolskaja furono chiamate Verkhnije (“Superiori”). Quelle “Medie” e “Inferiori” si trovavano tra la via Iljinka e la Varvarka e tra la Varvarka e il Mytnyj Dvor.

Il quartiere commerciale fu ricostruito più volte. Durante il regno di Caterina la Grande fu progettato da Giacomo Quarenghi, autore del Teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo e del Gostinyj Dvor di Mosca. Dopo la guerra del 1812 fu un altro architetto di spicco, Giuseppe (Osip) Bove, autore anche del “Giardino di Mosca” (oggi sono i Giardini di Alessandro), tra le mura del Cremlino e il Maneggio, a occuparsi della ricostruzione. Nel XIX secolo, sotto il tetto delle gallerie commerciali si trovavano seicento negozi e quasi ogni negozio aveva un diverso proprietario. Quando l’edificio cominciò a deteriorarsi, i proprietari non riuscirono ad accordarsi per le riparazioni. Fare acquisti qui divenne più pericoloso che conveniente: un pezzo di intonaco poteva cadere sulla testa degli acquirenti e una signora fu la più sfortunata: sotto di lei crollò il pavimento mentre si provava un vestito.

Alla fine, le autorità cittadine chiusero il vecchio edificio e decisero di costruirne uno nuovo.

2 / Era il più grande centro commerciale del XIX secolo

Il nuovo edificio in stile russo accolse i primi clienti nel dicembre del 1893. L’architetto Aleksandr Pomerantsev progettò il più grande centro commerciale d’Europa: sotto un unico tetto riunì 16 edifici, combinandoli in tre gallerie commerciali su tre piani. Ospitavano più di mille negozi e saloni, e le gallerie stesse erano collegate da passaggi e portici. Dalla Piazza Rossa sembrava che un enorme teatro fiabesco in pietra, con torrette, portali e un solenne ingresso frontale fosse spuntato come un fungo proprio di fronte al Cremlino.

3 / Fu un progetto altamente tecnologico per l’epoca

Le “Gallerie commerciali superiori” (in russo: “Верхние торговые ряды”; “Verkhnie torgovye rjady”) erano autonome: avevano una propria linea ferroviaria per il trasporto delle merci, una centrale elettrica, uffici bancari, atelier e numerosi ristoranti. Nel seminterrato c’era il commercio all’ingrosso, ai piani il commercio al dettaglio e su in alto gli uffici aziendali. C’era anche un museo pubblico, dove erano esposte opere di maestri europei provenienti dalla collezione del profumiere Henri Brocard (1839-1900), e si tenevano mostre e serate musicali.

4 / Ha un tetto in vetro unico nel suo genere

Il nuovo centro commerciale, a differenza dei suoi predecessori, dove non si accendevano nemmeno le candele per paura degli incendi, non solo aveva l’elettricità, ma anche un tetto di vetro moderno. La sua costruzione richiese 60.000 lastre di vetro, fissate su capriate d’acciaio a coprire una superficie molto vasta. In questo modo, si poteva fare shopping con la luce naturale durante il giorno e ammirare il cielo notturno di Mosca alla sera.

Si ritiene che questo sistema di travi ad arco sia stato inventato dall’ingegnere Otto Krell, direttore del “Metallicheskij Zavod” di San Pietroburgo.

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5 / Fu il primo posto dove si vendeva a prezzi fissi

Ma non era solo l’architettura all’avanguardia a stupire i visitatori di fine Ottocento, bensì anche l’approccio ai prezzi. Qui, per la prima volta in Russia, si iniziò a commerciare a prezzi fissi, senza dover contrattare. E i clienti insoddisfatti potevano anche lasciare i loro commenti in uno speciale quaderno, antesignano del “Libro dei reclami e dei suggerimenti” ancora oggi diffuso in Russia.

6 / Il nome Gum non è stato inventato da Lenin

Nel 1921, Lenin annunciò l’inizio della Nuova Politica Economica (la Nep) e firmò il regolamento del “Gosudarstvennyj universalnyj magazin” (da cui la sigla Gum); il “Grande magazzino universale Statale”. Il logo con l’abbreviazione Gum fu inventato dall’artista Aleksandr Rodchenko, e il poeta Vladimir Majakovskij scrisse gli slogan pubblicitari. Nel 1930 Stalin chiuse il negozio: qui si insediarono i ministeri, tra cui l’ufficio di Lavrentij Berija. Il commercio qui era praticamente bloccato, rimase attivo solo il Torgsin (acronimo di “Torgovlia s inostrantsami”; “Commercio con gli stranieri”), dove le merci venivano vendute in cambio di valuta estera.

Nel 1932 qui, vicino ai locali allora occupati dal Comitato esecutivo centrale, si tenne la cerimonia di addio a Nadezhda Allilueva, la moglie di Stalin, morta suicida.

Per diversi decenni, all’ultimo piano del Gum ci furono degli appartamenti comuni (le kommunalki), dove vivevano più di 20 famiglie. Non c’erano cucine né servizi igienici: dovevano cucinare con lampade a paraffina e lavarsi nei gabinetti pubblici.

Il Gum riprese la sua piena funzione commerciale solo nel dicembre 1954, circa un anno e mezzo dopo la morte di Stalin: il grande magazzino offriva allora più di 30 mila prodotti, dai giocattoli per bambini alle pellicce e ai tappeti.

7 / Il primo servizio fotografico di moda nell’Urss fu realizzato qui

Nel 1959 si svolse a Mosca la prima sfilata della collezione Dior: Yves-Saint Laurent volò nella capitale sovietica insieme a una squadra di modelle. La rivista “Life” realizzò un servizio fotografico al Gum: le ragazze in abiti eleganti passeggiavano per le gallerie del grande magazzino, posando davanti all’ingresso principale, spesso circondate dagli stupiti visitatori sovietici.

8 / Fu più volte a rischio demolizione

Più di una volta il Gum è stato a un passo dalla demolizione. A metà degli anni Trenta si voleva costruire al suo posto un edificio per il Commissariato del Popolo per l’Industria Pesante. L’architetto Aleksej Shchusev, autore del Mausoleo di Lenin, scrisse: “La Piazza Rossa è troppo piccola, dovrebbe essere ampliata a spese del Gum per consentire un migliore passaggio alle manifestazioni e ai cortei pubblici”. Nel 1947 fu proposto di erigere un monumento in onore della vittoria nella Grande Guerra Patriottica al posto del Gum. Ancora una volta fu a rischio all’inizio degli anni Settanta: secondo una versione dei fatti, la moglie di Leonid Brezhnev, Viktorija, venne a conoscenza del progetto e si lamentò con il marito. Lui agì immediatamente, salvando il grande magazzino amato dalla consorte.

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9 / La fontana funziona tutto l’anno

Alcune tradizioni del Gum sono rimaste immutabili per molti anni. Ad esempio, si usa darsi appuntamento presso la fontana, l’unica a Mosca a funzionare tutto l’anno. Spesso diventa l’oggetto principale di vari festival e festività. Ad esempio, alla fine dell’estate la sua vasca viene riempita di angurie mature e nel 2003, in occasione del 110° anniversario del negozio, è stata installata qui una torta di tre metri da far assaggiare a tutti i visitatori. Un altro elemento obbligatorio nel programma di una passeggiata al Gum è il tipico gelato nelle coppette di cialda, venduto al piano terra fin dall’epoca sovietica.

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10 / È molto più di un centro commerciale

Il Gum non è solo uno dei più grandi punti vendita della capitale, ma anche un centro di divertimento. Qui operano un cinema e la galleria d’arte contemporanea GUM-Red-Line, mentre in inverno sulla Piazza Rossa vengono aperti una pista di pattinaggio e dei fantastici mercatini di Natale.


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