La Cattedrale Pokrovskij del convento Marfo-Mariinskij
Ludvig14 (CC BY-SA 3.0)Aleksej Shchusev (1873-1949) ha iniziato la sua carriera con l’architettura sacra. Alcune delle sue prime opere furono la cappella con cupola a tende della Lavra Aleksandr Nevskij e l’iconostasi della Cattedrale della Dormizione del Monastero delle Grotte di Kiev. Nel 1908 ricevette un nuovo incarico, questa volta a Mosca: progettare la Cattedrale dell’Intercessione per il convento di suore Marfo-Mariinskij (ossia “di Santa Marta e Santa Maria”), appena fondato dalla granduchessa Elizaveta Fjodorovna. Shchusev si rifece alle tradizioni architettoniche di Pskov, Mosca e Novgorod. La sagoma della Chiesa dell’Intercessione, a una sola cupola, in pietra bianca con due campanili, ricorda una delle antiche chiese del Cremlino, la Chiesa del Salvatore al Bosco (demolita nel 1933). La Cattedrale dell’Intercessione della Madre di Dio era utilizzata per le funzioni festive e per le letture spirituali. Interessante notare che tra le chiese ortodosse progettate da Shchusev due sono in Italia: la Chiesa di San Nicola a Bari e la Chiesa di Cristo Salvatore a Sanremo, entrambe completate nel 1913.
La stazione ferroviaria Kazanskij di Mosca
A.Savin, WikiCommonsForme asimmetriche, grandi dettagli, motivi dell’antica architettura russa: lo stile vivace e dinamico di Shchusev divenne un fenomeno di rilievo nell’art nouveau russa. Nel 1910 Shchusev decise di partecipare al concorso per il progetto del nuovo edificio del Kazánskij vokzál; la Stazione ferroviaria “di Kazan” a Mosca. I concorrenti dovevano creare una “porta d’Oriente”; un edificio in cui fossero combinate caratteristiche europee e asiatiche. Il principale concorrente di Shchusev era il famoso Fjodor Shekhtel (1859-1926), che all’epoca andava per la maggiore, ma la commissione diede comunque la preferenza al suo progetto. Era la costruzione del secolo: era come se Mosca avesse ricevuto un altro Cremlino con molti edifici di dimensioni diverse, una torre che ricordava la torre Söyembikä (o Sujumbike) di Kazan e tetti a punta. Molte delle idee di Shchusev sono state attuate solo nel periodo post-sovietico. La Torre dello Zar, ad esempio, è stata realizzata nel corso della ricostruzione della stazione, tra il 1987 e il 1997.
LEGGI ANCHE: Ecco com’erano i palazzi degli oligarchi dell’epoca zarista realizzati da Fjodor Shekhtel (FOTO)
Il Mauseo Lenin
Legion MediaDopo la Rivoluzione, Aleksej Shchusev fu molto richiesto: creò un piano generale per lo sviluppo di Mosca e lavorò come architetto capo di quello che oggi è il VDNKh (“Esposizione delle conquiste dell’economia nazionale”) e all’inizio era l’“Esposizione agricola dell’Unione” (VSKhV). Nel 1924 ricevette l’ordine speciale di costruire in tre giorni sulla Piazza Rossa un mausoleo temporaneo in legno per la bara di Lenin. La costruzione doveva integrarsi con l’insieme esistente della Piazza Rossa. Decise immediatamente di costruire un mausoleo basso, con una forma a gradoni e una laconica iscrizione sulla facciata: “Lenin”. Nel 1925 Shchusev iniziò a lavorare al progetto di un mausoleo in pietra (granito rosso, porfido, labradorite grigia e nera). Fu progettato in modo che il flusso di persone in visita potesse sfilare continuamente, senza creare ressa: i visitatori entrano dalla scala di destra, girano intorno al sarcofago con il corpo di Lenin imbalsamato e lasciano il mausoleo dalla scala di sinistra. L’architetto stesso ha definito quest’opera “la più straordinaria esperienza creativa della sua vita”.
LEGGI ANCHE: A forma di globo o di stella: ecco come avrebbe potuto essere il Mausoleo di Lenin in Piazza Rossa
L'hotel Moskva prima e dopo
Adományozó/Donor: Nagy Gyula (CC BY-SA 3.0); Legion MediaAleksej Shchusev lavorava ai progetti disegnando a mano, senza usare il righello: diceva che in questo modo riusciva a dare vivacità alle sue opere. Questo approccio lo ha letteralmente salvato quando dovette trovare rapidamente una soluzione a un problema architettonico complesso. È il caso dell’Hotel Moskvá (ossia “Mosca”), vicino alla Piazza Rossa. Il suo progetto iniziale nello stile del costruttivismo venne sviluppato da altri architetti dello studio di Shchusev: Oswald Stapran e Leonid Saveljev. Ma non si sposava in alcun modo con lo stile dei quartieri storici della città. L’hotel, grande un intero isolato, doveva avere un aspetto meno austero. Di conseguenza, Shchusev fu chiamato a “salvare” il progetto. Pur mantenendo inalterata la cornice costruttivista, la completò con decorazioni neoclassiche, un grande portico ottagonale e balconi. E, naturalmente, con le famose torri asimmetriche. Secondo la leggenda, le loro dimensioni erano diverse perché Stalin, approvando il progetto, aveva apposto la sua firma al centro della bozza. In realtà, tutto è più semplice: nell’Hotel Moskva fu in parte riutilizzata la struttura del vecchio “Grand Hotel”, e fu necessario rinforzare le pareti dell’edificio. L’albergo è stato raso al suolo nel 2004 e ricostruito pressoché identico negli anni successivi, con inaugurazione nel 2013. Oggi è il Four Seasons Hotel Moscow.
La stazione metro Komsomolskaja
A.Savin, WikiCommonsUna delle ultime opere dell’architetto è stata la stazione Komsomolskaja della linea circolare (Koltsevaja linija; quella marrone) della metropolitana di Mosca. Situata all’incrocio di tre stazioni ferroviarie di Mosca, doveva essere la prima cosa a colpire e stupire i visitatori della capitale. L’enorme sala centrale con due file di colonne di marmo è nel riconoscibile stile russo, al quale Shchusev si era spesso rivolto in precedenza. La decorazione della stazione è dedicata alla lotta per la libertà del popolo russo e alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. È decorata con pannelli a mosaico con immagini di comandanti e personaggi politici, da Aleksandr Nevskij a Mikhail Kutuzov.
La mostra “Алексей Щусев. Архитектор, художник, директор. К 150-летию” (“Aleksej Shchusev. Arkhitektor, khudozhnik, direktor. K 150 letiju”; ossia “Aleksej Shchusev. Architetto, artista, direttore. Per il 150° Anniversario” è in corso fino al 14 maggio 2023 alla Galleria Tretjakov di Mosca. Per info
LEGGI ANCHE: Sette architetti che hanno plasmato lo stile sovietico delle città russe
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email