La storia dell’Urss in venti foto

Kira Lisitskaya (Foto: Global Look Press; Arkadij Shajkhet/Collezione privata)
Il 30 dicembre 1922 nasceva un nuovo Paese chiamato “Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche” o, semplicemente, Urss. Durante i suoi circa settant’anni di vita, ha attraversato periodi molto turbolenti. Abbiamo dato un’occhiata più da vicino ad alcuni degli eventi e dei volti cruciali che ne hanno contraddistinto l’esistenza

Ufficialmente, l’Unione Sovietica si costituì il 30 dicembre 1922, quando fu firmato il “Trattato sulla creazione dell’Urss” da parte della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica (che nel 1936 si sarebbe poi divisa in RSS Georgiana, RSS Armena e RSS Azera), della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, e nacque un nuovo governo federale centralizzato, formato dal Congresso dei Soviet e dal Comitato esecutivo centrale, aventi la funzione legislativa, e dal Consiglio dei commissari del popolo, che svolgeva il ruolo dell’esecutivo.

1/ Qui Lenin e Stalin sono ritratti insieme nel 1922. Lenin è il fondatore e il primo leader del potere sovietico, ideologo della Rivoluzione bolscevica del 1917. Stalin, sempre nel 1922, in aprile, fu eletto Segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista russo (bolscevico), posizione che, in futuro, avrebbe significato essere a capo del Paese. Il nome del partito cambiò nel 1925 in Partito comunista di tutta l’Unione (bolscevico), e nel 1952 divenne Partito comunista dell’Unione Sovietica, noto anche con l’acronimo di Pcus.

2/ Nel 1922 si formarono molte organizzazioni sovietiche che oggi celebrano anch’esse il 100° anniversario. L’Organizzazione dei Pionieri di tutta l’Unione intitolata a V. I. Lenin è una di queste. Di questa organizzazione scoutista comunista facevano parte i bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni.

3/ I bolscevichi portarono avanti molte idee e campagne progressiste importanti: una di queste fu l’eliminazione dell’analfabetismo. In tempi record, rendendo l’istruzione gratuita e obbligatoria, permisero ad almeno metà del Paese di leggere e scrivere. E il numero di alfabetizzati aumentò di anno in anno.

4/ Allo stesso tempo, i bolscevichi si occuparono della campagna antireligiosa, con la confisca dei beni delle chiese e gli arresti di massa e i processi ai sacerdoti.

5/ Dopo la morte di Lenin, avvenuta nel 1924, Stalin divenne il leader sovietico. È ricordato per la sua politica molto intransigente, che mise l’interesse del Paese al di sopra degli interessi (e delle vite) dei suoi stessi cittadini. Tuttavia, i suoi sostenitori lo lodano ancora oggi per l’industrializzazione a tappe forzate del Paese e per aver reso l’Unione Sovietica uno Stato forte. 

6/ Stalin avviò molti impianti industriali, gigantesche centrali idroelettriche e varie fabbriche, e inoltre sotto di lui iniziò l’estrazione di vari minerali e la produzione di molti articoli di vario genere. Fece anche costruire strade e inaugurò interi sistemi di trasporto, come la metropolitana di Mosca (e, in generale, trasformò Mosca in una megalopoli). Uno dei suoi progetti più ambiziosi fu quello delle “Sette Sorelle” (o “grattacieli di Stalin”), che però furono completati solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1953.

7/ Uno dei lati più oscuri del periodo di potere di Stalin fu il sistema dei campi di lavoro “Gulag”, che utilizzava i prigionieri per i lavori di costruzione più complicati nelle condizioni più dure, che si trattasse dell’Estremo Nord, del taglio dei boschi in Siberia o dell’estrazione dell’uranio in Estremo Oriente. 

8/ Milioni di persone costrette a passare per queste prigioni hanno perso lì la vita. Sbarazzandosi di qualsiasi concorrente politico e lottando contro la cosiddetta “quinta colonna”, la polizia segreta di Stalin, l’Nkvd (che in seguito sarebbe diventata il celeberrimo servizio di intelligence Kgb) poteva arrestare chiunque per una battuta imprudente o in seguito a una delazione.

9/ Nel tentativo di scoprire cosa fosse successo ai propri parenti, la gente a volte trascorreva ore in fila fuori dagli uffici dell’Nkvd, con la pioggia, la grandine o il sole. La grande poetessa sovietica Anna Akhmatova riflette quelle terribili circostanze nel suo poema “Requiem”. “Nei giorni terribili della Ezhovshchina [dal nome del capo dell’Nkvd, Nikolaj Ezhov, ritratto qui sotto con Stalin; ndr] passai diciassette mesi nella fila d’attesa esterna dei visitatori della prigione di Leningrado…”.

10/ Dopo le Purghe staliniane (dette anche “Grande terrore”) un’altra terribile esperienza per il Paese fu la Seconda guerra mondiale. I quattro anni che l’Urss passò a combattere i nazisti furono immortalati nella storia nazionale con il nome di “Grande Guerra Patriottica”. Non solo uomini e soldati di professione, ma anche donne, bambini e pensionati aiutarono il Paese a vincere. Alcuni combattendo in prima linea, altri impegnandosi a fabbricare proiettili o a cucire uniformi nelle retrovie.

11/ In quell’incubo che fu la Seconda Guerra Mondiale, che portò alla morte di milioni di sovietici, la città di Leningrado subì i 900 giorni più duri sotto l’assedio nazista, senza cibo, riscaldamento o elettricità. Durante la ritirata, i nazisti danneggiarono gravemente i palazzi imperiali, un tempo lussuosi, e portarono via molti tesori.

12/ Dopo la vittoria nella guerra, il Paese sovietico si riprese, anno dopo anno, dalle enormi perdite subite. L’industria tornò a produrre beni di consumo e iniziò l’era della cultura e del cinema sovietici.

13/ Dopo la morte di Stalin nel 1953, il leader dell’Unione Sovietica divenne Nikita Khrushchev. Chiuse i Gulag, amnistiò molti prigionieri e smantellò il culto della personalità di Stalin. Gli anni del suo governo sono rimasti nei libri di storia con il nome di “Disgelo”

14/ Una delle cose più notevoli di Khrushchev fu la gestione del problema degli alloggi. Durante l’industrializzazione sovietica milioni di persone si erano trasferite dai villaggi alle città, ma non c’erano abbastanza case per tutti, quindi dovevano essere sistemate in appartamenti comuni (kommunalki) o in dormitori. Khrushchev avviò la costruzione di palazzoni di appartamenti standard a basso costo, oggi note come “Khrushchjovki”. 

15/ Infine, l’era di Khrushchev fu segnata da uno degli eventi più epici della storia dell’umanità. Il cosmonauta Jurij Gagarin divenne il primo uomo a volare nello Spazio. Guardate qui come Mosca accolse il suo eroe dopo il ritorno a terra.

16/ Dal 1964, e per quasi vent’anni, il Paese sovietico fu governato da Leonid Brezhnev. Questo periodo, a partire dagli anni Settanta, è noto come “Era della stagnazione”, ma l’élite del Partito Comunista preferiva chiamarla “Socialismo sviluppato”, considerandola una delle tappe obbligate verso il futuro “comunismo”.

17/ Era l’epoca della stabilità. La rapida crescita economica precedente si era interrotta, il Paese non aveva più gravi problemi politici e, allo stesso tempo, cominciava a guadagnare molto dalle vendite di petrolio. Inoltre, il tenore di vita era decisamente migliore rispetto al dopoguerra e persino agli anni Sessanta. E tutto questo mentre le relazioni tra Urss e Stati Uniti, in piena Guerra Fredda, si facevano più tiepide (qui, Brezhnev dà il suo iconico bacio al presidente americano Jimmy Carter).

18/ Gli anni Ottanta furono segnati dalla morte di due leader sovietici, uno dopo l’altro, Jurij Andropov e Konstantin Chernenko, dopo aver governato entrambi per circa un anno. E dalla sempre più grave crisi economica, con la mancanza di tutto, scaffali vuoti e file enormi nei negozi… Infine, nel 1986, avvenne la più grande catastrofe: l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl. Tutti questi eventi dimostrarono la necessità di riforme su larga scala nel Paese. Fu così che ebbe inizio la Perestrojka di Gorbachev.

19/ Grazie agli eventi politici della seconda metà degli anni Ottanta, il mondo imparò le parole russe “perestrojka” e “glasnost”. Se non proprio una vera libertà di parola, quest’ultima dava almeno l’opportunità di informare la gente su ciò che accadeva nel Paese e non solo in modo positivo come faceva la vecchia tv sovietica. Allo stesso tempo, la censura venne meno e vennero pubblicati molti grandi libri russi e sovietici, dal “Dottor Zivago” di Boris Pasternak a “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzhenitsyn. La gente poté respirare una boccata aria fresca. Allo stesso tempo, l’Unione Sovietica ritirò le sue truppe dall’Afghanistan dopo un decennio di intervento militare.

20/ Nell’ambito delle riforme, Mikhail Gorbachev concesse alle repubbliche sovietiche una maggiore autonomia e indisse persino il Referendum sulla conservazione dell’Urss, che si tenne il 17 marzo 1991. L’affluenza fu dell’80% e il 77,85% dei votanti  si espresse a favore del mantenimento dell’Urss (non parteciparono però alla consultazione i cittadini delle tre repubbliche baltiche, della Moldavia, di Armenia e Georgia). Gorbachev prevedeva di firmare un Nuovo Trattato dell’Unione. Tuttavia, nell’agosto 1991, a Mosca, ci fu il golpe dei conservatori, che però fallì. Boris Eltsin guidò la rivolta anti-golpe contro la piena restaurazione dell’Unione Sovietica. Di conseguenza, la sera del 25 dicembre 1991, dopo quasi settant’anni di esistenza, si concluse l’era dell’Unione Sovietica, con la bandiera rossa che fu ammainata dal Cremlino.


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