Questo museo è stato fondato nel 1895 su decreto di Nicola II. Inizialmente, l’ultimo zar dette ordine di chiamarlo “Museo russo dell’imperatore Alessandro III”.
La sede principale del museo è il Palazzo Mikhailovskij, nel centro di San Pietroburgo, ma il vasto complesso museale comprende molti altri edifici della città.
La raccolta inizialmente consisteva in dipinti trasferiti dall’Ermitage e dall’Accademia delle Arti, nonché dalle residenze imperiali attorno a San Pietroburgo. Dopo la Rivoluzione del 1917, qui arrivò un gran numero di oggetti d’arte nazionalizzati. Oggi ci sono più di 400 mila oggetti nella collezione, dalle antiche icone russe ai quadri delle avanguardie, dal realismo socialista all’arte contemporanea. Ecco solo alcuni degli innumerevoli capolavori del museo.
Kiprenskij è noto come ritrattista, soprattutto per l’immagine simbolo del poeta Aleksandr Pushkin. Tuttavia, il suo dipinto più famoso nel Museo Russo è questo ritratto di un ussaro, un eroe della Guerra patriottica del 1812 contro Napoleone.
L’artista lavorò a questo monumentale dipinto per circa sei anni in Italia, dove viveva e dove e stato sepolto, e si recò agli scavi di Pompei. La tela di 4,5 × 6,5 metri venne esposta a Milano all’Accademia di Brera, poi al Louvre a Parigi, quindi all’Ermitage. Le persone che scappano inorridite dall’eruzione del Vesuvio hanno sempre molto impressionato il pubblico. Il quadro fu trasferito al Museo Russo in occasione della sua inaugurazione, nel 1897.
Questo dipinto del pittore di panorami marittimi Aivazovskij è familiare a tutti gli scolari russi. Su una tela di 2 x 3 metri l’artista mostra dei naufraghi sui quali sta per abbattersi un’enorme onda. Anche questo quadro arrivò dall’Ermitage nel 1897.
Uno dei dipinti più famosi dell’artista del movimento dei Peredvizhniki (“gli Itineranti”) Iljà Repin è dedicato a chi vive una vita dura e difficile. Il dipinto andò all’esposizione mondiale di Vienna e successivamente venne acquistato da un membro della famiglia imperiale.
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Vereshchagin era un militare, viaggiò molto in Asia centrale e dipinse un’intera serie sul Turkestan. La maggior parte di questi quadri, compreso il capolavoro “L’apoteosi della guerra”, sono conservati alla Galleria Tretjakov di Mosca. La perla del Museo Russo è “Alle porte della moschea”.
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Maestro della luce, Kuindzhi ha cercato a lungo una soluzione artistica per l’immagine del grande fiume Dnepr. Il sentiero illuminato dalla luna sul fiume notturno ha un bagliore fosforico. La tela fu acquistata in forma incompiuta da uno dei granduchi Romanov. Per la prima volta nella storia della Russia, per questo dipinto fu organizzata una mostra con un solo quadro in esposizione.
Vasnetsov dipingeva spesso gli eroi del folclore russo. Alla Galleria Tretjakov di Mosca c’è il suo famoso dipinto “Bogatyry”. In questa tela del Museo Russo, invece, un cavaliere triste non può decidere in alcun modo su quale direzione prendere (e la pietra promette solo la morte).
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Per dipingere questo quadro, l’artista si recò in Palestina e in Siria, dove realizzò molti schizzi: di volti, paesaggi, edifici. Il dipinto di 3x6 metri fu acquistato personalmente da Alessandro III e fu conservato all’Ermitage, fino al trasferimento al Museo Russo nel 1897.
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Surikov è famoso per i suoi dipinti storici. Il grande “Feodosija Morozova” è alla Galleria Tretjakov, mentre “L’attraversamento delle Alpi di Suvorov nel 1799”, un dipinto di 5 metri, occupa un’intera parete del Museo Russo. Il soggetto è tratto dalla storia della campagna svizzera dell’esercito russo sotto la guida del comandante Aleksandr Suvorov.
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Nel 1675, il sultano turco scrisse ai cosacchi una lettera umiliante chiedendo loro di arrendersi immediatamente. E loro si riunirono per dare una risposta molto pungente. O almeno così vuole la leggenda. Il dipinto fu acquistato da Alessandro III e trasferito al Museo Russo dal Palazzo d’Inverno.
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Nikolaj Rerikh (Nicholas Roerich), noto in tutto il mondo per i suoi paesaggi himalayani, dipinse anche dipinti su soggetti popolari. Questa tela raffigura i variaghi che, secondo la leggenda, furono chiamati dalle tribù slave per governare la Russia. Il dipinto venne acquistato da Nicola II. Una delle versioni è conservata anche alla Galleria Tretjakov.
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L’autore del famoso dipinto “La ragazza con le pesche”, che è conservato nella Galleria Tretjakov, era un famoso ritrattista e dipinse anche Nicola II e molti uomini e donne di Corte. Zinaida Jusupova era una delle donne più alla moda del suo tempo, proveniva da un’antica, e molto ricca, famiglia principesca. Nel palazzo degli Jusupov sulla Mojka (luogo dove venne ucciso Rasputin), Serov fece circa 80 sessioni, ma il ritratto fece scandalo: molti lo criticarono per la sua posa innaturale e la sua scarsa composizione. Ma lo stesso Serov lo considerava un gran successo, ed era particolarmente orgoglioso di come fosse venuto il leggero sorriso di questa signora dell’alta società.
Questa tela monumentale di 4 x 8,7 metri fu commissionata da Nicola II. L’artista vi lavorò per tre anni, e ogni singolo membro del Consiglio posò per un ritratto. Repin aveva già problemi con una mano, quindi venne assistito dagli artisti Ivan Kulikov e Boris Kustodiev.
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Nella Galleria Tretjakov, un’intera sala è dedicata a Vrubel, piena dei suoi demoni e creature mistiche. Ma anche il Museo Russo vanta diversi capolavori del maestro simbolista. Questa immagine può essere considerata un’illustrazione del poema di Pushkin “Il profeta”. Quando dipinse questo cupo lavoro, Vrubel era in uno stati di grave depressione e soffriva di allucinazioni.
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Per più di vent’anni della sua vita, Nesterov si dedicò alla pittura su temi religiosi, nonché ai dipinti dei templi. L’artista cercava la chiave dell’anima russa e in molti dei suoi dipinti sono raffigurati sacerdoti e monaci sullo sfondo di un anonimo paesaggio russo. Lo stesso Nesterov considerava il dipinto “Santa Russia” (“Svjatàja Rus”) l’apice della sua pittura religiosa.
Lev Bakst è diventato famoso in tutto il mondo come scenografo teatrale che ha lavorato ai Balletti Russi di Sergej Diaghilev. Inoltre, ha lavorato a lungo e con successo come illustratore di libri. Con il dipinto “Terror Antiquus”, Bakst ha voluto riflettere l’atteggiamento apocalittico che prevaleva nella società all’inizio del XX secolo.
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Questo ritratto è un vivido esempio di Art Nouveau russa. Serov ha dipinto la scandalosamente famosa ballerina che si esibiva nel balletto “Scheherazade” delle “Stagioni russe” di Djaghilev.
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L’amazzone dell’avanguardia russa visse a Parigi per molti anni e si appassionò a diversi stili di pittura, dall’impressionismo al fauvismo e al cubismo. “Il ciclista” è una delle opere più sorprendenti del futurismo russo.
I dipinti dell’artista d’avanguardia Petrov-Vodkin hanno le loro radici nella pittura di icone, pur riflettendo scene della vita contemporanea. In quest’opera sono evidenti il riferimento alla Madonna e motivi rivoluzionari.
È la poetessa russa (o poeta, come preferiva essere chiamata) più famosa del XX secolo, Anna Akhmatova, ad essere ritratta in questa tela cubista, di cui lei stessa disse: “Guardando questo quadro, mi guardo allo specchio”. Vi trovava una grande somiglianza con se stessa, ed è uno dei suoi ritratti più famosi.
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Il Museo Russo ha tra i suoi tesori anche una delle versioni del famoso “Quadrato Nero”, opera che è la quintessenza del Suprematismo inventato da Malevich in pittura.
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Questo lavoro è un manifesto di “pittura assoluta” e libertà di progettazione artistica. Il Museo Russo ha nella sua collezione oltre venti opere giovanili del famoso astrattista, dipinte prima della sua partenza per la Germania.
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Kustodiev è un vero cantore della vita mercantile e dello stile russo, che divenne molto amato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Feste contadine, maslenitsa e spettacoli popolari sono al centro del suo linguaggio artistico ben riconoscibile.
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Questo quadro profondamente simbolico di Chagall fa parte del suo ciclo di autoritratti con la sua amata moglie Bella, in cui sorvolano la loro città natale di Vitebsk (oggi Vicebsk, in Bielorussia).
Questa è una delle tele sulla Seconda guerra mondiale più famose della pittura sovietica. L’opera monumentale (2 × 4 m) è stata realizzata non seguendo i canoni del realismo socialista e senza una chiara osservanza della prospettiva, tuttavia, l’intensità e il simbolismo dei mezzi espressivi sono qui la cosa più importante.
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