Nel 2023 il teatro ha festeggiato il suo 240° anniversario: fu fondato con decreto di Caterina II nel 1783. Per il Teatro Bolshoj (come veniva chiamato allora) fu costruito un edificio in pietra sulla Piazza del Teatro: in quei tempi era lo spazio teatrale più grande d’Europa. Lì si esibiva la compagnia di Corte e si rappresentavano opere liriche, balletto e prosa. Fu qui che che ci furono l’anteprima delle prime opere russe, l’“Ivan Susanin” di Catterino Cavos, veneziano trasferitosi a 21 anni a San Pietroburgo, così come “Una vita per lo zar” e “Ruslan e Ljudmila” di Mikhail Glinka, e il debutto di Marius Petipa come coreografo. Dentro le mura di questo teatro nacquero capolavori come “Lo Schiaccianoci” e “La Bella Addormentata” con la musica di Chajkovskij. E nel 1862 pubblico applaudiva “La forza del destino”, che Giuseppe Verdi scrisse appositamente per il teatro.
Nel 1866, il teatro si trasferì in un nuovo edificio e divenne Mariinskij, in onore dell’imperatrice Maria Aleksandrovna, la moglie di Alessandro II. Sul suo palcoscenico brillarono Anna Pavlova e Matilda Kshesinskaja, Vaclav Nizhinskij, Mikhail Baryshnikov, Rudolf Nureev. Oggi, negli spettacoli di balletto del teatro brillano Diana Vishnjova, Ekaterina Kondaurova, Viktoria Tereshkina e, tra le stelle dell’opera, ci sono Anna Netrebko, Khibla Gerzmava, Vasilij Gerello, Ildar Abdrazakov.
Furono lo scrittore Maksim Gorkij e l’attrice Maria Andreeva a proporre nel 1919 di creare uno dei primi teatri sovietici. Il suo primo spettacolo fu il “Don Carlos” di Schiller. Nei primi anni di esistenza del Bolshoj Dramaticheskij Teatr, alle sue messinscene lavoravano il poeta Aleksandr Blok, gli scenografi Mstislav Dobuzhinskij, Boris Kustodiev e Aleksandr Tyshler.
Per più di trent’anni, il teatro fu diretto da Georgij Tovstonogov: lui non solo gli diede una nuova vita, ma riuscì anche a farne innamorare il pubblico. Le opere classiche sulla cruda realtà, come “I barbari” di Gorkij, convivevano con quelle piene di emozioni come “Le serate” di Aleksandr Volodin, ed “Esopo” conviveva con “L’idiota” di Dostoevskij.
L’edificio del teatro è una vera incarnazione di un tempio delle arti. Essendo dall’aspetto esteriore sobrio e rigoroso, i suoi interni stupiscono con il lusso imperiale. Noblesse oblige: fu costruito accanto al castello Mikhailovskij, residenza del granduca Mikhail Pavlovich.
Al teatro si esibivano Johann Strauss, Lucien Guitry, Fjodor Shaljapin e Sarah Bernhardt. Dopo la Rivoluzione, le operette nel repertorio del teatro furono sostituite dalle opere: qui furono rappresentate le prime di “Una Lady Macbeth del distretto di Mtsensk” e “Guerra e pace”. Oggi il repertorio del teatro comprende balletti classici coreografati da Nacho Duato e Mikhail Messerer, opere liriche messe in scena da Eric Vigié e altri.
Il fondatore del teatro definisce il balletto un’arte profondamente religiosa: il linguaggio speciale di Boris Eifman ha portato al teatro la fama internazionale. Lui ha creato il suo teatro all’intersezione tra la scuola classica russa e il balletto d’avanguardia, definendolo “la danza delle emozioni”.
Nella danza gli attori del teatro trasmettono non solo immagini, ma riflettono sulle questioni più complesse dell’universo. Il repertorio si basa sulle opere classiche della letteratura: qui venivano e vengono rappresentate “Anna Karenina”, “Amleto russo”, “L’effetto Pigmalione”, “Il gabbiano”.
Il primo direttore del primo teatro pubblico russo “per la rappresentazione di tragedie e commedie”, fondato dall’imperatrice Elizaveta Petrovna nel 1756, era il drammaturgo Aleksandr Sumarokov, e il direttore artistico era il famoso attore Fjodor Volkov. Fu all’Aleksandrinka che ebbe luogo la prima di “Che disgrazia l’ingegno!” di Griboedov e del “Boris Godunov” di Pushkin, e nel febbraio rivoluzionario del 1917, sul palcoscenico del teatro fu rappresentata la messinscena di “Mascherata” di Vsevolod Mejerkhold e Aleksandr Golovin.
Oggi nel repertorio del teatro ci sono opere classiche russe, pezzi teatrali documentari sull’Aleksandrinka durante gli anni dell’assedio e sulla Beata Ksenja di San Pietroburgo, progetti audiovisivi e sonori.
La storia del teatro è legata innanzitutto al nome di Lev Dodin: ne divenne il regista capo nel 1983 e il direttore artistico nel 2003. Il linguaggio speciale di questo autore ha portato al teatro la fama internazionale.
Dal 1988, insieme al Piccolo di Milano e all’Odeon di Parigi, ha lo status di “Teatro d’Europa”. Il repertorio del Nebolshoj Dramaticheskij Teatr oggi comprende Shakespeare, Chekhov, Turgenev, Dostoevskij, Okudzhava e altri.
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Il teatro nacque durante l’assedio di Leningrado, nell’ottobre del 1942. Il teatro comunale, o come allora veniva chiamato “Blokadnyj” (“dell’assedio”), nonostante le condizioni disumane, manteneva il vigore d’animo nei suoi spettatori. Da più di mezzo secolo il teatro porta il nome dell’attrice Vera Komissarzhevskaja.
Oggi il repertorio si basa sulla varietà registica: l’interpretazione d’autore delle opere classiche e la drammaturgia new wave.
Uno dei teatri più gioviali di San Pietroburgo iniziò con operette e opere comiche. Negli anni Trenta qui lavoravano il compositore Isaak Dunaevskij e il coreografo Kasijan Goleizovskij.
E durante l’assedio, il Teatro della Commedia Musicale fu l’unico teatro che non chiuse e funzionò per tutti i 900 giorni. Oggi nel repertorio del teatro ci sono operette e commedie musicali classiche e moderne russe e occidentali, da “La trappola per topi” di Agatha Christie a “Pietro il Grande”.
Per l’Unione Sovietica, l’apparizione di questo teatro nel 1966 fu un vero fenomeno: il suo repertorio era dedicato esclusivamente al balletto. Il suo fondatore Leonid Jakobson aveva ballato sui palcoscenici del Teatro Mariinskij e del Teatro Bolshoj e pur rimanendo nell’ambito del balletto classico, creò un suo linguaggio caratteristico.
Oggi il cartellone del teatro comprende messinscene classiche e moderne, da “Lo Schiaccianoci”, amato da tutti, agli spettacoli nella coreografia originale di Jacobson.
La storia del teatro riflette perfettamente la turbolenta storia del paese nel XX secolo. Apparve nel 1933 e sopravvisse alla lotta contro il Mejerkholdismo (il primo direttore artistico fu l’allievo di Mejerkhold, Isaac Kroll), alla ricerca creativa di una nuova forma e alla creazione di un repertorio tratto da opere di drammaturghi contemporanei sovietici e stranieri. Negli anni Duemila, il teatro era diretto dal regista Jurij Butusov, che ha dato un volto riconoscibile al teatro.
Oggi il cartellone comprende un’ampia gamma di spettacoli, da “L’ispettore generale” di Gogol a “Il signore dell’alta società” di Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi (titolo originale italiano: “Caviale e lenticchie”).
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