Trovare un libro con un lieto fine nella letteratura russa è una vera sfida. La maggior parte dei romanzi famosi non finisce bene. Oppure, anche se alla fine c’è un barlume di speranza, la maggior parte dei personaggi è morta o ha sofferto un sacco. E anche il vero amore non è mai felice o semplice.
Molti libri descrivono una vita cupa o persone cupe in circostanze e scenari cupi. Paesaggi urbani tetri, povertà, persone che soffrono per l’arbitrarietà e la spietatezza dei loro superiori…
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Ricordate un qualsiasi libro della letteratura russa che avete letto. Scommettiamo che ci saranno omicidi, violenze fisiche e/o stupri. Un contadino uccide il suo amato cane (“Mumù” di Ivan Turgenev), un amico uccide il suo amico in duello a causa di una donna (“Eugenio Onegin” di Aleksandr Pushkin; “Un eroe del nostro tempo” di Lermontov), un figlio uccide il padre (“I fratelli Karamazov” di Fjodor Dostoevskij), una moglie uccide il marito, il suocero e persino il nipotino (“Una Lady Macbeth del distretto di Mtsensk” di Nikolaj Leskov). Per non parlare dei numerosi romanzi in cui le persone si suicidano…
Di solito si tratta di una violenza ingiustificata che non ha limiti né senso. Il lettore rimane frustrato e smette di credere nell’umanità, pensando che violenza e aggressività siano presenti a ogni angolo.
Quanto a Nikolaj Gogol, lui porta in vita tutte le forze empie, popolando le sue opere con il male reale, mostrando che è ovunque intorno a noi. Che spavento!
Cosa dovrebbe imparare una donna dalla lettura di “Anna Karenina”? A sacrificare tutto e se stessa per amore? Per decenni, alle donne contemporanee sono stati insegnati il femminismo, la parità di diritti e il bisogno di autorealizzazione. E come dovrebbero sentirsi dopo aver letto un classico che parla di una donna che si uccide senza trovare pace nell’amore?
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Infine, la letteratura russa del XIX secolo è a volte molto complicata da capire. Molte realtà della vita non esistono più, sia perché è passato molto tempo, sia perché si trattava di un altro Paese, l’Impero russo, che i bolscevichi hanno demolito in tutti i suoi aspetti della vita nobiliare e contadina. Un giovane ricco che non lavora neanche un giorno e si annoia della vita sociale, come Evgenij Onegin, è impossibile da immaginare nel XX secolo, per non parlare del XXI…
L’overthinking e l’ansia sono alcuni dei principali problemi della nostra generazione, che fanno finire le persone dallo psicologo. E la letteratura russa non fa altro che alimentare il fuoco di questi sentimenti!
I personaggi non pensano a come organizzare meglio la propria vita, non pensano a fare soldi o a costruire una famiglia. No, pensano a come gira il mondo e al loro ruolo che hanno in questo “giro”. Al povero studente Rodion Raskolnikov di “Delitto e castigo” interessa solo avere voce in capitolo in questo mondo. E lotta con il fatto di non essere una persona che prende grandi decisioni. E per dimostrare di avere il diritto di cambiare qualcosa… uccide una vecchia signora! (e qui torniamo al punto 2).
Alcuni romanzi, invece, sono semplicemente sommersi da moralismi, questioni di onore e dignità, oltre che da una visione tradizionale della vita di stampo cristiano ortodosso. O oltre. Tolstoj , ad esempio, suggerisce di rinunciare al sesso e ai divertimenti e di dedicarsi a servire gli altri e a prendersi cura dei loro peccati e dei loro bisogni. E considera persino il matrimonio come un contratto ingannevole tra due persone lussuriose.
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Infine, dicono che dovete pensare agli altri più che a voi stessi, vi rimproverano di essere pigri (come “Oblomov” di Ivan Goncharov) o di avere delle debolezze (per esempio, i giocatori d’azzardo nelle opere di Aleksandr Pushkin e Fjodor Dostoevskij).
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In Russia si scherza sul fatto che le ragazzine che a scuola devono leggere “Guerra e pace” saltano di netto le scene di guerra, mentre i loro coetanei maschi saltano le infinite descrizioni dei balli e i sogni d’amore di Natasha Rostova. A volte (e questa non è una caratteristica solo di Lev Tolstoj), gli autori russi sono davvero prolissi. Rimasticano le stesse nozioni e gli stessi pensieri più volte usando un sacco di parole. Ciò che potrebbe essere detto in semplici frasi brevi, si trasforma in interi capitoli. E le loro descrizioni della natura si protraggono per pagine intere!
Un utente moderno dei social media non è più in grado di assimilare testi così lunghi e così tante informazioni, che non hanno alcuna utilità pratica!
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