Dieci grandi scrittori russi contemporanei di cui non potete non aver letto i libri

Russia Beyond (Foto: Vladimir Pesnya, Vitalij Belousov/Sputnik; Gezett/ullstein bild; Getty Images)
Questi talenti ancora in attività hanno già lasciato una potente eredità artistica, che trascende qualsiasi visione e dibattito socio-politico

1 / Aleksej Ivanov (1969-)

L’originale scrittore degli Urali Aleksej Ivanov lavora in disparte, ben lontano dai salotti letterari della capitale, e tutta la sua opera sembra essere al di fuori dell’agenda letteraria mainstream. Ogni suo nuovo romanzo è incredibilmente ricco di atmosfera e cinematografico, e infatti più di una volta i libri di Ivanov sono stati trasformati in film.

La gamma di temi, generi ed epoche storiche che lo scrittore ha abbracciato è davvero impressionante:

  • “Il Geografo si è bevuto il mappamondo” (“Географ глобус пропил”), in italiano edito da Voland nella traduzione di Anna Zafesova, è un romanzo che racconta di una scolaresca in gita sul fiume, delle esperienze di vita del prof di geografia e molto altro…
  • “Serdtse Parmy” (“Сердце Пармы”; ossia: “Il cuore di Parma”; dove per Parma si intende una regione storica della Russia), inedito in Italia, è un romanzo sui principi dell’Antica Russia in guerra con le popolazioni indigene della Siberia;
  • “Nenastje” (“Ненастье”, ossia “Maltempo”), inedito in Italia, è un romanzo su un veterano dell’Afghanistan che cerca di ritrovare se stesso nei selvaggi anni Novanta russi;
  • “Tobol” (“Тобол”; nome di un fiume siberiano), inedito in Italia, racconta la costruzione del primo Cremlino di pietra in Siberia;
  • “Pischeblok” (“Пищеблок”; “ossia “Locale mensa”), inedito in Italia, è una fiction horror su un campo di Pionieri sovietici in cui vivono dei vampiri.

Una delle caratteristiche principali di Ivanov è il suo lavoro minuzioso con la lingua e l’attenta stilizzazione lessicale a seconda della particolare epoca. Se, ad esempio, scrive un romanzo sulle tribù siberiane medievali, il romanzo è necessariamente ricco di vocaboli tratti dalle lingue di questi popoli.

2 / Aleksej Salnikov (1978-)

Salnikov è spesso definito “la principale scoperta letteraria degli anni Dieci del Duemila”. La fama allo scrittore e poeta degli Urali è arrivata nel 2016 con “La febbre dei Petrov e altri accidenti” (“Петровы в гриппе и вокруг него”), edito in italiano da Brioschi nella traduzione di Leonardo Marcello Pignataro. Si tratta di un romanzo che racconta come in una normale famiglia di provincia, la notte di Capodanno, tutti si ammalino improvvisamente di influenza e inizino ad avere allucinazioni in un delirio morboso con ricordi del passato, che sembrano rompere il confine dello spazio e del tempo.

Il romanzo è diventato un bestseller e i critici scrivono che anche Gogol e Bulgakov avrebbero applaudito Salnikov per la freschezza del linguaggio e la sua visione della letteratura.

Nel 2021, l’adattamento filmico di Kirill Serebrennikov di questo libro è stato presentato con successo al Festival di Cannes. Anche gli altri romanzi di Salnikov sono degni di nota:

  • Oposredovanno” (“Опосредованно”; ossia “Indirettamente”; “attraverso una mediazione”), inedito in italiano, presenta la poesia come una vera e propria droga;
  • Оккульттрегер” (“Okkulttreger”; gioco di parole tra il tedesco “Kulturträger”; “portatore di cultura”, “civilizzatore”, entrato nel russo principalmente con il significato spregiativo di “imperialista” e “colonizzatore” e “okkult”; ”occulto”: si tratta quindi dei “Portatori dell’occulto”), inedito in italiano, è un fantasy ambientato nei boschi dove operano demoni umanoidi;

E dopo la terribile commedia sullo sbirro degli Urali del suo libro “Otdel” (“Отдел”; ossia “Commissariato”), inedito in italiano, l’opera di Salnikov ha iniziato a essere paragonata ai leggendari film di Aleksej Balabanov

3 / Boris Akunin (1956-)

Lo iamatologo Grigorij Chkhartishvili è autore di numerose traduzioni di opere della letteratura giapponese in russo (tra cui i romanzi di Yukio Mishima) e di un’ambiziosa pubblicazione in più volumi, la “Storia dello Stato russo” (“История Российского государства”), in cui cerca di liberare i fatti dalla presentazione ideologica degli storici del passato.

Ma, naturalmente, l’autore è più conosciuto con lo pseudonimo di Boris Akunin, perché è stato lui a dare vita al detective russo più amato dai lettori, Erast Fandorin. In una serie di circa 20 libri, l’affascinante aristocratico della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo salva una bella signora, o addirittura l’intera Russia. Indubbiamente la serie andrebbe letta per intero, ma i romanzi più particolari, che vi consigliamo sono:

  • “Gambetto turco” (“Турецкий гамбит”), edito in italiano da Frassinelli nella traduzione di Mirco Gallenzi; un romanzo di spionaggio su una ragazza che insegue il suo fidanzato nella guerra russo-turca;
  • “Ljubovnik smerti” (“Любовник смерти”; ossia “L’amante della morte”), inedito in italiano, che mostra in modo molto vivido la vita dei bambini di strada e dei gangster nel quartiere criminale moscovita di Khitrovka.

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4 / Viktor Pelevin (1962-)

È lo scrittore russo più enigmatico, che nessuno vede dal vivo da vent’anni. Eppure ogni anno invia per e-mail al suo editore un nuovo romanzo, e ogni autunno i critici e i suoi numerosi fan discutono se sia brillante o mediocre. Ogni nuovo libro contiene sicuramente una satira sulle realtà moderne, che si tratti dell’iPhone, delle mascherine del covid o del femminismo, e non mancano mai elementi di distopia. Il titolo dell’ultimo romanzo vale da solo il prezzo del libro: “KGBT+”.

La grande fama di Pelevin è arrivata negli anni Novanta, quando ha scritto le sue opere principali:

  • Il romanzo distopico “Omon Ra” (“Омон Ра”), edito in Italia da Mondadori (attualmente è fuori catalogo) nella traduzione di Katia Renna e Tatiana Olear, parla di un ragazzo sovietico che sogna di diventare cosmonauta e prende di mira aspetti assurdi dello stile di vita sovietico;
  • Il primo romanzo “buddista zen” della Russia, “Il mignolo di Buddha” (“Чапаев и Пустота”), edito in italiano da Mondadori (attualmente è fuori catalogo) nella traduzione di Katia Renna e Tatiana Olear; un misto di assurdità, banalità e ironia, ambientato durante la Guerra civile e nella Russia post-perestrojka della metà degli anni Novanta;
  • Il bestseller di culto “Babylon” (“Generation «П»”), edito in Italia da Mondadori (attualmente è fuori catalogo) nella traduzione di Katia Renna e Tatiana Olear, in cui un diplomato dell’Istituto Letterario di Mosca si ritrova in un mondo di pubblicità, denaro, crimine e sesso.

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5 / Vladimir Sorokin (1955-)

È un grande scrittore russo affermatosi nell’underground moscovita degli anni Ottanta che, secondo i critici, ha portato il concettualismo e la sots-art dalle arti visive alla letteratura. I suoi libri sono satira e distopia di grande impatto, e le profezie di alcuni di essi si sono sorprendentemente avverate quasi con esattezza. Nei suoi romanzi ricrea spesso un nuovo Medioevo prossimo venturo, collocando i suoi personaggi, ad esempio, in un futuro dopo la guerra nucleare, come nel romanzo “Doktor Garin” (“Доктор Гарин”; ossia “Il dottor Garin”), inedito in italiano.

Le sue trame sono provocatorie e scatenano varie persone, tanto che nel passato alcuni movimenti giovanili hanno persino organizzato manifestazioni con il rogo di citazioni tratte dai libri di Sorokin. Sorokin ha risposto con il romanzo “Manaraga. La montagna dei libri” (“Манарага”), edito in italiano da Bompiani nella traduzione di Denise Silvestri, in cui i libri sono il combustibile con cui gli chef preparano costosi pasti per i ricchi.

Tra le altre opere significative di Sorokin:

  • Il suo romanzo d’esordio “Norma” (“Норма“), inedito in italiano, è una complessa opera concettualista sul Kgb e sul totalitarismo e circolò negli anni Ottanta in samizdat
  • “La giornata di un Oprichnik” (“День опричника”), edito in italiano da Atmosphere Libri nella traduzione di Denise Silvestri, un romanzo distopico sulla vita dei tutori della legge ambientata nella Russia del 2028;
  • Il romanzo “Tellurija” (“Теллурия”), inedito in italiano, che molti considerano il libro principale di Sorokin, è un mosaico di 50 novelle su un futuro non troppo lontano in cui la Russia si sta disintegrando in principati e dove vivono i comunisti ortodossi.

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6 / Guzel Jakhina (1977-)

Il romanzo d’esordio di Guzel Jakhina, “Zuleika apre gli occhi” (“Зулейха открывает глаза”), edito in italiano da Salani e da Tea nella traduzione di Claudia Zonghetti, è diventato un vero e proprio bestseller. Dopo aver raccolto materiali d’archivio sulla deportazione dei tatari in Siberia sotto Stalin, l’autrice ha reinterpretato liberamente il materiale in narrativa, combinandolo con i ricordi della propria nonna. Da un lato, si tratta di un libro sulle terribili repressioni, dall’altro sul fatto che anche in condizioni terribili una persona può trovare se stessa, la sua strada e costruire la sua vita. Nel 2020 è stata realizzata una serie televisiva basata sul libro, che però ha suscitato scandalo e malcontento tra i rappresentanti della comunità musulmana del Tatarstan.

Mentre i lettori divorano i romanzi cinematografici di Guzel Jakhina (diplomatasi presso il dipartimento di sceneggiatura della Scuola di cinema di Mosca), i critici rimproverano all’autrice di sfruttare temi volutamente delicati. Anche i due romanzi successivi della Jakhina toccano alcune delle tematiche più scottanti della storia sovietica:

  • “Figli del Volga” (“Дети мои”), edito in italiano da Tea nella traduzione di Claudia Zonghetti, è un romanzo sui tedeschi del Volga, la Guerra civile, la carestia e la deportazione;
  • “Echelon na Samarkand” (“Эшелон на Самарканд”; ossia “Convoglio per Samarcanda”), inedito in italiano, parla dei bambini orfani e affamati della regione del Volga, che vengono trasferiti in treno verso Sud.

7 / Evgenij Vodolazkin (1964-)

Dottore in filologia, allievo di Dmitrij Likhachjov ed esperto di letteratura dell’antica Russia, Vodolazkin è diventato uno degli autori russi contemporanei più popolari e riconosciuti. Inoltre, i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue.

Il romanzo che è diventato un bestseller e ha portato grande fama a Vodolazkin è “Lauro” (“Лавр”), edito in italiano da Elliot nella traduzione di Emanuela Bonacorsi e Nodar Ladaria. Il libro racconta la storia di un giovane medievale che ha perso la donna amata. Incapace di affrontare il lutto, dedica la sua vita a servire Dio e intraprende una sorta di odissea spirituale attraverso il Paese. Rinnega i propri desideri, serve il popolo e diventa uno jurodivyj, uno “stolto in Cristo”, curando persino le malattie. La critica internazionale ha convenuto che questo sia uno dei migliori libri su Dio degli ultimi tempi.

Tutti i libri di Vodolazkin sono molto diversi tra di loro e molto particolari, ma hanno una cosa in comune: esplorano il passato e il presente, la questione della storia e il flusso del tempo. Tra questi:

  • “Solovjov i Larionov” (“Соловьев и Ларионов”), inedito in italiano; su un generale bianco e uno studente che studia la sua biografia;
  • “L’aviatore” (“Авиатор”), edito in italiano da Brioschi nella traduzione di Leonardo Marcello Pignataro, racconta la storia di un prigioniero del Gulag delle Isole Solovetskie che viene congelato in un laboratorio sperimentale e scongelato negli anni Novanta;
  • Il romanzo “Opravdanie ostrava” (“Оправдание острова”; ossia “La giustificazione dell’isola”), inedito in italiano, è stilizzato come una cronaca antica;
  • Il romanzo “Chagin” (“Чагин”), inedito in italiano, è su un uomo che ha la sorprendente proprietà di ricordare tutto e non dimenticare nulla.

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8 / Zakhar Prilepin (1975-)

Oggi Prilepin è un politico, un personaggio pubblico, un presentatore televisivo ma, naturalmente, rimane soprattutto un importante scrittore. Inoltre, la sua energia creativa si riversa nella registrazione di canzoni con musicisti rap o nella gestione del dipartimento di letteratura del Teatro d’Arte Gorkij di Mosca. Oggi si dedica sempre più alla saggistica, scrivendo anche biografie di scrittori, tra cui quella monumentale di Esenin.

Ha iniziato come ufficiale dei corpi speciali Omon di Rjazan e i suoi racconti e romanzi erano prose sulla vita e i costumi della gente comune. Molti di essi erano basati sulla sua stessa biografia. Eccone alcuni:

  • Il romanzo “Patologie” (“Патологии”), edito in italiano da Voland nella traduzione di Enzo Striano, parla della guerra cecena, che l’autore ha combattuto;
  • Il romanzo “Sankja” (“Санькя”), edito in italiano da Voland nella traduzione di Enzo Striano, con il quale Prilepin irruppe nella grande letteratura, narra la vita quotidiana di un giovane rivoluzionario-radicale. Un tempo lo stesso Prilepin era un membro del movimento nazional-bolscevico di Eduard Limonov;
  • Il romanzo “Il peccato” (“Грех”) edito in italiano da Voland con Nicoletta Marcialis come curatrice, è un bestseller veritiero su come cresce e affronta la vita un normale ragazzo della provincia russa;
  • L’opera monumentale “Il monastero” (“Обитель”), edito in italiano da Voland con Nicoletta Marcialis come curatrice, parla di un altrettanto ordinario ragazzo che cerca di sopravvivere nel gulag delle Solovetskie negli anni Venti.

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9 / Marina Stepnova (1971-)

Cresciuta in una famiglia di medici, a soli 15 anni lavorava già come infermiera in un reparto di oncologia, dove ha visto “la vera e terribile sofferenza umana”. In seguito ha ricevuto una formazione letteraria e di traduzione e per molti anni è stata redattrice della rivista maschile “XXL”. Dopo la sua chiusura della testata, ha iniziato a scrivere libri e oggi può essere considerata una continuatrice della tradizione del grande romanzo russo. In molte delle sue opere si possono osservare i tratti della buona prosa classica, ad esempio:

  • Nel romanzo “Khirurg” (“Хирург”; ossia “Il chirurgo”), inedito in italiano, in cui descrive la sua esperienza in campo medico e in cui vengono raccontate due storie parallele e intricate di un moderno chirurgo plastico e di un dittatore persiano dell’XI secolo;
  • Nel romanzo “Le donne di Lazar” (“Женщины Лазаря”, edito in italiano da Voland nella traduzione di Corrado Piazzetta, apprezzato dalla critica, che racconta la storia del genio Lazarus Lindt attraverso i ricordi di tre donne di generazioni diverse da lui amate;
  • E nel romanzo “Sad” (“Сад”; ossia “Il giardino”), inedito in italiano, che trasporta il lettore nel XIX secolo con un’eroina quasi turgeneviana, molto libera e indipendente. 

La casa editrice Voland ha pubblicato in italiano, nella traduzione di Corrado Piazzetta, anche “Bezbozhnyj pereulok” con il titolo di “Malia d’Italia”.

10 / Ljudmila Ulitskaja (1943-)

Il metodo di Ljudmila Ulitskaja consiste nell’osservare la vita di diverse generazioni di una famiglia sullo sfondo degli eventi storici. L’autrice si occupa di come la politica e il regime al potere (soprattutto totalitario) influenzino il destino di una persona. Ulitskaja propaganda letteralmente i valori umanistici e l’amore.

La scrittrice ha annunciato che da lei non ci si devono più aspettare grandi romanzi, ma i lettori sperano almeno in una raccolta di racconti, e nel frattempo rileggono i più importanti tra quelli pubblicati in precedenza:

  • “Una storia russa” (“Зеленый шатёр”), edito in italiano da Bompiani nella traduzione di Emanuela Guercetti, è una tela vivida, uno spaccato della società sovietica degli anni 1960-70 con dissidenti, samizdat e l’assurdità di una macchina burocratica che impedisce alle persone pensanti di lavorare e vivere;
  • “Daniel Stein, traduttore” (“Даниэль Штайн, переводчик”), edito in italiano da Bompiani nella traduzione di Emanuela Guercetti, è un romanzo basato sulla storia vera di un ebreo polacco che ha prestato servizio nella Gestapo e salvato persone prima di diventare sacerdote cattolico in Israele. Il libro è un tentativo di conciliare cristianesimo, islam ed ebraismo;
  • “Il sogno di Jakov” (“Лестница Якова”) è un romanzo in cui la Ulitskaja ha rivelato con coraggio la storia di suo nonno, che ha vissuto la terribile esperienza dei campi di concentramento.


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