Libri, quei samizdat contro la censura che cambiarono la storia

Interi volumi copiati a mano e fatti circolare nell’ombra, clandestinamente: così i lettori sovietici conobbero Solzhenitsyn e Pasternak

Copie di Samizdat. Fonte: Kirill LagutkoCopie di Samizdat. Fonte: Kirill Lagutko

Cos’hanno in comune “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak e “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzhenitsyn? Al giorno d’oggi questi due libri figurano nella lista delle venti opere letterarie più importanti del XX secolo. Pubblicate in milioni di copie, sono oggetto di studio nelle università dei cinque continenti. Ma i lettori sovietici degli anni Sessanta e Ottanta non trovarono questi romanzi in libreria, bensì tra le copie di volumi copiati a macchina con la carta carbone e fatti circolare di mano in mano. Un sistema di diffusione clandestina di libri che passò alla storia con il nome di samizdat.

Il dottor Zivago\nKirill Lagutko<p>Il dottor Zivago</p>\n
Samizdat copiati a mano\nKirill Lagutko<p>Samizdat copiati a mano</p>\n
Le opere di Pasternak&nbsp;\nKirill Lagutko<p>Le opere di Pasternak&nbsp;</p>\n
Le opere di Bulgakov\nKirill Lagutko<p>Le opere di Bulgakov</p>\n
Le opere di Hemingway\nKirill Lagutko<p>Le opere di Hemingway</p>\n
Copie di samizdat\nKirill Lagutko<p>Copie di samizdat</p>\n
Cuore di cane di Bulgakov\nKirill Lagutko<p>Cuore di cane di Bulgakov</p>\n
Le opere di Mandelshtam\nKirill Lagutko<p>Le opere di Mandelshtam</p>\n
Le opere di Chaadaev\nKirill Lagutko<p>Le opere di Chaadaev</p>\n
Le opere di Brodksij\nKirill Lagutko<p>Le opere di Brodksij</p>\n
Copie di samizdat\nKirill Lagutko<p>Copie di samizdat</p>\n
 
1/11
 

Il Ministero della Verità

In Unione Sovietica è sempre esistita una rigida censura e i rari periodi di allentamento di questa morsa, come durante la Grande guerra patriottica, non hanno mai cambiato radicalmente la situazione. Ma se durante l’epoca di Stalin nessuno si sarebbe mai azzardato a far circolare illegalmente opere e riviste, con l’inizio del Disgelo e lo sviluppo di un movimento dissidente la richiesta di un’interpretazione realistica dei fatti divenne sempre più pressante. 

A vegliare sulla censura durante il periodo sovietico era la Direzione generale per le questioni di letteratura ed editoria (Glavlit) che esaminava ogni pubblicazione all’interno del Paese e controllava i libri stranieri. Tutto ciò che secondo le alte cariche del Glavlit avrebbe potuto minare l’ordine sovietico o apparire come propaganda anti-sovietica ovviamente non veniva pubblicato.

Samizdat esposti in una mostra. Fonte: Museo politecnicoSamizdat esposti in una mostra. Fonte: Museo politecnico

Le copie in carta carbone

L’interesse nei confronti dei libri vietati e la possibilità di leggerli di nascosto ricevendone una copia direttamente dall’autore o dell’estero regalarono un’incredibile popolarità al samizdat.

“Mio papà e i suoi amici distribuivano samizdat probabilmente recuperati durante alcuni viaggi all’estero - ricorda una ragazza, Ekaterina Poleschuk, il cui padre contribuì ad accrescere la popolarità di queste opere -. Fu così che riuscimmo a leggere Bukovsky, Solonevich e altri. Mio padre li rilegava e io ricordo ancora l’odore della colla sulla nostra stufa.

Il romanzo “Vita e straordinarie avventure del soldato Ivan Chonkin” di Vladimir Voinovich è stato pubblicato ufficialmente solo nel 1988, quando moltissimi cittadini sovietici lo avevano ormai già letto.

“Un giorno - racconta Ekaterina -, mio padre ha preso le pagine di Ivan Chonkin, le ha infilate dentro a un sacchetto ed è andato al lavoro. La sera è stato avvicinato da un poliziotto che gli ha chiesto i documenti. Non avendo con sé il passaporto, mio padre è stato costretto a seguire il poliziotto al commissariato, dove l’agente lo ha perquisito, trovando il libro. Papà, terrorizzato, ha iniziato a calcolare quanti anni di pena avrebbe ricevuto per aver messo in circolazione un volume proibito. Seduto con la coda tra le gambe, fissava quel poliziotto che continuava a sfogliare Chonkin, con il naso infilato tra le pagine del libro. Lo ha letto per tutta la notte e solo all’alba, dopo aver terminato la lettura, ha infilato sospirando quel volume di nuovo nella borsa di mio padre e, con una pacca sulla spalla, gli ha stretto la mano consigliandogli di fare maggior attenzione”.

Le opere vietate solitamente circolavano sotto forma di manoscritti o come volumi copiati a macchina. La cartacarbone veniva utilizzata per velocizzare il processo. Copiando le pagine a penna su carta di giornale si riusciva normalmente a realizzare tre copie, mentre utilizzando la macchina da scrivere si riuscivano a creare cinque copie. Solo negli anni Settanta apparirono le prime fotocopiatrici.

Un manoscritto originale di Vasilij Grossman con le correzioni dell’autore esposto nella mostra “200 battiti al minuto” al Museo di Arte moderna di Mosca. Fonte: Kirill Kallinikov/RIA NovostiUn manoscritto originale di Vasilij Grossman con le correzioni dell’autore esposto nella mostra “200 battiti al minuto” al Museo di Arte moderna di Mosca. Fonte: Kirill Kallinikov/RIA Novosti

La propaganda anti sovietica

Nonostante fosse il segnale della fine del culto della personalità di Stalin e l’inizio del Disgelo, il discorso pronunciato da Nikita Khrushchev durante il XX Congresso del partito comunista venne stampato in forma integrale solo come samizdat perché i giornali sovietici si rifiutarono di riportarlo per intero.

Anche i dissidenti che cercavano di attirare l’attenzione sulla situazione politica del Paese diffondevano le proprie idee tramite samizdat. Il più famoso, “Cronaca degli eventi attuali”, uscì con qualche intervallo per 15 anni. In questo lasso di tempo più della metà dei redattori venne condannata e deportata. Anche i “Tamizdat” (pubblicati là, ndr) ottennero parecchio successo: si trattava di opere che venivano inviate direttamente all’estero per la loro stampa e poi venivano spedite clandestinamente in Russia, dove si sapeva che non sarebbero mai state pubblicate.

Tra i casi più eclatanti si ricorda il processo agli scrittori Andrej Sinyavskij e Yurij Daniel, i cui racconti vennero stampati all’estero. I due scrittori vennero condannati secondo l’articolo 70 sulla propaganda anti sovietica (il più citato tra le accuse nei confronti di chi distribuiva samizdat). In totale, tra il 1956 e il 1987, più di ottomila persone vennero condannate sulla base di questo articolo e dell’articolo 190-1 sulla diffusione di idee denigratorie per il regime sovietico.

La mostra “200 battiti al minuto” al Museo di Arte moderna di Mosca. Fonte: Kirill Kallinikov/RIA NovostiLa mostra “200 battiti al minuto” al Museo di Arte moderna di Mosca. Fonte: Kirill Kallinikov/RIA Novosti

Non solo politica

Grazie ai samizdat i lettori sovietici non solo ebbero accesso a romanzi e racconti dell’epoca, ma riuscirono anche a informarsi su delicate questioni politiche e a leggere per la prima volta i poeti dell’Età d’argento, fino a quel momento non pubblicati in Urss. All’epoca infatti era spesso impossibile acquistare dei libri e per questo non venivano stampati ed erano assenti dagli scaffali delle librerie.

“Copiavamo a mano le pagine della Tsvetaeva, le rilegavamo e le distribuivamo ai nostri amici affinché le leggessero”, ricorda Mikhail Seregin.

Samizdat. Fonte: NkritaSamizdat. Fonte: Nkrita

Il successo del samizdat

Negli anni Settanta e Ottanta i samizdat iniziarono a essere popolari non solo tra i dissidenti, ma anche tra gli studenti e gli amanti della letteratura. Bulgakov, Tolkien e Akhmatova sono solamente alcuni dei nomi che riuscirono a emergere e a segnare la storia della letteratura mondiale grazie ai samizdat.

 

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie