Cinema: quattro buoni motivi per vedere il film surreale “Petrov’s flu” di Kirill Serebrennikov

Kirill Serebrennikov/Hype Film, 2020
Presentato al Festival di Cannes, è stato acclamato come il “film più russo degli ultimi anni”. Tra atmosfere surreali che si fondono con la grigia vita di provincia, il regista ci fa fare un viaggio nella mente malata dei suoi personaggi

I Petrov sono malati. I tre membri della famiglia, uno dopo l’altro, si sono presi l’influenza. E questa è la storia di ciò che accade alle persone quando la febbre si impossessa della loro mente. Una storia magistralmente raccontata da Kirill Serebrennikov nel suo film “Petrov’s flu” (titolo originale: Петровы в гриппе, “Petrovy v grippe”).

Da un romanzo bestseller al maxischermo

Scritto diversi anni prima dello scoppio della pandemia (2016), il romanzo “The Petrovs in and around the flu” di Aleksej Salnikov si è rivelato in Russia un successo letterario. Se alcuni scrittori, infatti, si affidano a un lontano passato per ambientare i loro libri, Salnikov ha puntato sull’epoca post-sovietica, ben più recente, con persone del tutto comuni nei panni dei personaggi principali. E sono state proprio l’atmosfera moderna e la trama vivace, punteggiate da una certa nostalgia sovietica, a catturare l’interesse dei russi.

Questa la trama: poco prima di Capodanno, la famiglia Petrov si ammala; in un mondo dove la pandemia ancora non esisteva, tutti continuano a vivere la loro vita normale, anche se con l’influenza: vanno al lavoro, si preparano per le vacanze, accompagnano il figlio a una festa. Ma, mentre i loro corpi si muovono normalmente, le loro menti si allontanano sempre di più, rifugiandosi in un mondo onirico generato dalla malattia.

Un'influenza surreale

Il film immerge il pubblico nella mente distorta delle persone malate di influenza. L'esperienza è psichedelica, e le riprese fantasmagoriche ci portano dentro le loro teste afflitte dalla febbre. 

Uno dei personaggi principali, il signor Petrov, prende una medicina scaduta da parecchio tempo; ciò ovviamente non fa abbassare la febbre, ma lo porta in un vortice di strane situazioni: il suo corpo e la sua mente sembrano agire separatamente, sullo sfondo di uno scenario sfocato e mutevole. 

Anche suo figlio, Petrov Jr., si becca l'influenza, ma non può mancare alla festa di Capodanno, che attende con ansia. Nella sua mente, Petrov-padre viaggia indietro nel tempo e si rivede bambino, immaginando di partecipare alla stessa festa. I suoi ricordi in bianco e nero fanno rivivere le realtà sovietiche, con Ded Moroz (Babbo Natale) ubriaco e persino la freddezza della mano della Fanciulla delle Nevi (l’aiutante di Ded Moroz nella tradizione russa, ndr). 

Ma la cosa più sorprendente è la signora Petrova, madre e moglie: da umile e modesta bibliotecaria, l'influenza la trasforma in una maniaca...

“Questa sì che è un'influenza: ci immerge in una versione profondamente strana e inquietante della realtà”, ha scritto un commentatore sul sito Rotten Tomatoes.

Il film più russo degli ultimi anni

Anche se altamente surrealista, il film è ancora molto realistico. Ogni scena potrebbe essere un fotogramma della vita russa, e i set e i costumi sono stati ricreati meticolosamente. 

La pellicola ritrae Ekaterinburg, grigia città di provincia, con il fango e la neve di dicembre, il trambusto delle vacanze di Capodanno, l'appartamento con tappeti alle pareti e una piccola cucina, e una biblioteca polverosa. Persino il vecchio autobus sul quale viaggiano passeggeri scontrosi è un ritratto molto fedele della realtà.

Un cast d’eccezione diretto da uno dei più talentuosi registi russi

Tra gli attori del film ci sono grandi maestri della recitazione: la signora Petrova è interpretata da Chulpan Khamatova, e il signor Petrov dal carismatico Semjon Serzin “con un contegno da cane bastonato”, come lo ha descritto Variety. Nel film c’è anche una breve interpretazione di Julia Peresild, la prima attrice ad aver viaggiato nello spazio. 

Il regista Kirill Serebrennikov, poi, oltre a essere un acclamato regista teatrale, è considerato anche un maestro del cinema.

I suoi film sono stati più volte proiettati nei più prestigiosi festival cinematografici: “Playing the Victim” ha vinto il Gran Premio al Festival di Roma del 2006; “Betrayal” è stato nominato al Leone d'Oro al Festival di Venezia del 2012; mentre “A Student” e “Leto” sono stati presentati in anteprima al Festival di Cannes nel 2016 e nel 2018. “Petrov's Flu” è il terzo film di Serebrennikov ad essere presentato in anteprima a Cannes. 

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