“In alto, in basso, a sinistra, a destra”, un uomo del Centro di controllo del volo dà istruzioni quando la navicella spaziale Sojuz MS-19 si avvicina al segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale. “Fate ciò per cui vi siete addestrati. Andrà tutto bene”, dice.
Tuttavia, il momento stesso dell’attracco alla stazione si è rivelato piuttosto problematico. A causa di un guasto al sistema, il veicolo spaziale non ha potuto attraccare automaticamente e il cosmonauta Anton Shkaplerov ha dovuto guidare il veicolo spaziale in modalità manuale. In questo è stato assistito dall’attrice Julia Peresild (1984-), che fino a tre mesi fa non aveva nulla a che spartire con lo Spazio.
Julia Peresild, il cosmonauta Anton Shkaplerov e il regista Klim Shippenko
Ramil Sitdikov/SputnikL’attrice è infatti un membro della prima “troupe cinematografica spaziale” ed è stata selezionata per volare con il regista Klim Shipenko (1983-) per girare il primo lungometraggio al mondo nello Spazio. Il 5 ottobre è arrivata sulla Stazione Spaziale Internazionale, battendo sul tempo il suo collega, l’attore Tom Cruise, che ha anche il progetto di recitare in orbita.
“Mi sento ancora come se stessi sognando”, ha detto la Peresild all’arrivo sulla Stazione Spaziale Internazionale. “È quasi impossibile credere che tutto questo sia diventato realtà”.
Nel film “Vyzov” (“Вызов”; ossia “Sfida”) interpreterà il ruolo della protagonista, il cardiochirurgo Zhenja, che deve prepararsi per un volo verso la Stazione Spaziale Internazionale in solo un mese e sottoporre a un delicato intervento chirurgico al cuore un cosmonauta. L’attrice ha seguito più o meno lo stesso percorso del personaggio. Oggi Julia Peresild è una delle attrici più ambite del cinema russo, anche se nessuno tra i suoi parenti prendeva sul serio il suo desiderio di diventare un’attrice (per non parlare dell’idea di un volo nello Spazio!).
“La mamma mi amava molto e pensava che fossi una persona in qualche modo di talento, ma mi diceva sempre: ‘Meglio che tu diventi una buona direttrice di scuola, ma quale attrice!’”, ha raccontato la Peresild in un’intervista.
L'attrice Julia Peresild con la figlia Maria
Ekaterina Chesnokova/SputnikJulia è nata e cresciuta a Pskov, una città nel nord-ovest della Russia, al confine con l’Estonia e la Lettonia. Ha sempre sognato di andarsene da lì. “Sparatorie, alcolizzati, risse, tossicodipendenti. Ho visto di tutto. In discoteca, potevano prendere una pistola a gas e iniziare a sparare. E una pistola la potevi acquistare senza problemi in una bancarella vicino al ‘Bounty’. In fondo, siamo una città di confine…”. Con questi toni foschi l’attrice ha ricordato i selvaggi anni Novanta a Pskov.
La Peresild decise di “scappare” a Mosca. Fece lo zaino e, dicendo ai suoi che stava andando solo a fare una “gita” nella capitale, andò in realtà a partecipare agli esami d’ammissione in un istituto teatrale, pur non avendo mai visto un solo spettacolo di teatro in tutta la sua vita. La notte dormì alla stazione, nella stanza riservata alle donne incinte.
La ragazza fu presa all’istituto e presto iniziò ad apparire in serie televisive, principalmente in ruoli secondari, e trovò anche rapidamente il “suo” regista nel cinema, Aleksej Uchitel (1951-), autore tra gli altri del film sull’amante di Nicola II “Matilda” che ha fatto grande scandalo in Russia. Da lui l’attrice ha avuto anche un figlio. La rapida ascesa alla fama della Peresild è iniziata proprio con il film di Uchitel “Plennyj” (ossia: “Il prigioniero”) del 2008. Due anni dopo è apparsa nel suo dramma “Kraj” per il quale ha vinto diversi premi cinematografici.
Julia Peresild nel film "La battaglia per Sebastopoli"
SputnikMa lei considera il suo ruolo migliore quello di Ljudmila Pavlichenko nel dramma militare Resistance - La battaglia di Sebastopoli” (2015, regia di Sergej Mokritskij), storia della cecchino donna più formidabile dell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale. Prima delle riprese, l’attrice ha dovuto superare un vero e proprio addestramento militare: “C’erano sparatorie, e mi sono rimediata dei brutti lividi. Ma la cosa più difficile era non battere le palpebre durante lo sparo, perché i cecchini non battono le palpebre. Altrimenti in quel momento possono spararti. Sviluppano quell’abilità per anni”.
La Peresild recita spesso anche in teatro, ha vinto premi teatrali e per diversi anni è stata fiduciaria e co-fondatrice del fondo “Galchonok”, che aiuta i bambini con paralisi cerebrale. Negli ultimi anni, la sua popolarità ha rapidamente guadagnato slancio: ha interpretato più di 70 ruoli sullo schermo ed è stata inclusa dalle pubblicazioni specializzate russe tra le dieci migliori attrici sotto i 35 anni.
È nel pool di attrici del principale canale statale del Paese, Pervyj Kanal, e ottiene regolarmente i ruoli da protagonista nelle serie tv di punta e nei blockbuster patriottici. Ma ha comunque recitato in film d’autore. L’ultimo progetto di questo tipo a cui ha preso parte è stato il film di Kirill Serebrennikov “Petrovy v grippe” (ossia: “La febbre dei Petrov”), presentato in anteprima al festival di Cannes quest’anno.
Tuttavia, la fama da sola non basta per volare nello Spazio. Peresild ha battuto 3.000 candidati di diverse professioni in una competizione aperta, tra cui piloti, psicologi e ricercatori. Ha superato le selezioni creative e mediche, per poi dedicare tre mesi all’addestramento spaziale: test in centrifuga, lezioni di sopravvivenza nella natura (nel caso in cui la capsula con l’equipaggio non atterrasse nel punto previsto), voli a gravità zero, ecc…
“Allenamenti… lanci… discese… tute spaziali… maschere antigas per 4-6 ore senza interruzione… spiegazioni da parte dei cosmonauti esperti… migliaia di parole sconosciute… e una notte per elaborare le informazioni… per rileggere la documentazione di bordo… analizzare gli errori e non ripeterli più”, ha descritto così il periodo di addestramento sulla sua pagina Instagram.
La Peresild è diventata la quinta donna russa ad essere andata nello Spazio durante l’intero periodo dei lanci con equipaggio e la prima a bordo della Stazione Spaziale internazionale dal 2015. Parla di se stessa come di una persona la cui intera vita è consistita nel superare i limiti, e questa, crede, è la sua principale motivazione: “Mi piace molto agire controcorrente. Non appena mi viene detto ‘non puoi farcela’, faccio di tutto per fare quella cosa”.
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