“Tutti i miei film parlano d’amore”, disse una volta il regista Aleksej Balabanov (1959-2013) mentre commentava il suo inquietante film, “Cargo 200”. Suona strano perché i numerosi omicidi non sono il peggio che accade in questa pellicola, in cui c’è anche la scena di uno stupro consumato accanto al cadavere ormai in decomposizione del fidanzato della vittima, morto in guerra in Afghanistan, e la cui bara è stata aperta per farle un ulteriore oltraggio. Comunque, in qualche modo è vero. Balabanov è morto cinque anni fa, ma i suoi film infiammano ancora il dibattito, occupandosi di domande a cui ogni spettatore deve trovare la propria risposta. In mancanza di edizione italiana, accanto al titolo russo indicheremo anche quello in inglese per il mercato estero.
1. Brat / Brother (1997)
Danila Bagrov, un veterano della guerra cecena, interpretato da Sergej Bodrov Jr. (1971-2002), torna a casa per scoprire che non c’è possibilità di prendersela comoda. Suo fratello Viktor lavora come sicario e un giorno gli chiede di aiutarlo nel suo lavoro, e l’omicidio alla fine scatena una guerra tra bande. Il sequel, “Brat 2” (“Brother 2”, in Italia “Il fratello grande”), si svolge in America, dove Danila va per vendicare un suo compagno di guerra.
La trama sembra primitiva, ma sia Brat che Brat 2 sono stati grandi successi, raggiungendo lo status di icona in Russia. Difficilmente troverete un russo che non abbia visto questi film almeno una volta. E spesso più di una. E alcune frasi tratte dai dialoghi sono diventate di uso comune.
Come ha detto Sergej Seljanov, amico e produttore di Balabanov: “Balabanov ha dipinto l’uomo russo post-sovietico che resiste nonostante tutto, e per questo la gente lo ha amato.” Il regista, tuttavia, era un po’ scettico, e avrebbe in seguito definito questi film “spazzatura”.
2. Pro urodov i ljudej / Of Freaks and Men (1998)
Dopo aver filmato Brat, Balabanov ha girato forse il suo film più strano. Johann, il principale “eroe” di Of Freaks and Men, è un pornografo della Russia imperiale che fotografa esseri umani insoliti, allora considerati “mostri”, tra cui un paio di gemelli siamesi. La storia si svolge in modo inaspettato sia per Johann che per il suo sporco lavoro.
Il film non è stato un successo commerciale, ma a Balabanov non è mai importato molto dei soldi. Molti, come il critico cinematografico Viktor Matizen, lo trovavano disgustoso: “Misantropico e al di là della logica”. Altri, tuttavia, hanno goduto della trama intellettuale con molti riferimenti a Dostoevskij e ai capolavori del cinema russo.
3. Vojnà / War (2002)
La guerra cecena fu un’esperienza traumatica per la Russia post-sovietica, ed è un tema importante per Balabanov. In questo film vi si è tuffato senza paura, persino girando il film in parte sul posto, in Cecenia. War è la storia di un soldato russo e di una coppia inglese fatti prigionieri da un signore della guerra ceceno. A un certo punto questi rilascia il soldato e l’inglese, ordinando di riscuotere il riscatto per la sua donna. Questo è solo l’inizio della storia, piena di colpi di scena.
La guerra stava ancora infuriando nei primi anni 2000 quando Balabanov girò il film. Truppe vere facevano la guardia mentre la troupe filmava. Balabanov ha confessato che è stato un film difficile, e che non ha dovuto inventare nulla. La vera guerra cecena è stata abbastanza dura: “Quello che vedete nel film è basato su eventi reali”.
4. Zhmurki / Dead Man’s Bluff (2005)
Immaginate un film di Tarantino – con gangster, lunghi dialoghi e litri di sangue – ma che si svolge in una città della provincia russa negli anni Novanta, il decennio famigerato in cui i gruppi della criminalità organizzata la facevano da padrone. Aleksej Panin e Dmitrij Djuzhev interpretano due violenti mafiosi che affrontano un problema dopo l’altro.
“Per coloro che sono sopravvissuti agli anni Novanta”, recita lo slogan del film. “È divertente, cinico e anti-intellettuale, ma è un pezzo tangibile di satira sociale che ci fa ridere nervosamente”, ha scritto Vasilij Koretskij.
5. Gruz 200 / Cargo 200 (2007)
L’anno è il 1984, le truppe sovietiche sono in Afghanistan, e i giovani soldati stanno tornando a casa in bare di zinco: il termine gergale militare per indicarle è “Cargo 200”. Nel frattempo, accadono cose terribili nella città sovietica di Leninsk, dove un poliziotto psicopatico rapisce il figlia di un capo del Partito Comunista locale.
Cargo 200, dedicato al lento decadimento dell’Unione Sovietica, ha scioccato la Russia. Alcuni attori si sono rifiutati di recitare dopo aver letto la sceneggiatura, e a volte i cassieri si sono rifiutati di vendere i biglietti per il film. Balabanov ha semplicemente fatto spallucce: “Non è politico; non c’è nessun messaggio di alcun tipo. Solo i miei sentimenti sul 1984.”
6. Ja tozhe khochù / Me too (2012)
Da qualche parte a sud-est di San Pietroburgo c’è una zona misteriosa dove la leggenda vuole che ci sia un campanile che porta la felicità eterna. Ci sono un bandito, un musicista e alcuni amici; e tutti ripetono, “Anche io”, dopo aver sentito il protagonista dire che si batte per la felicità. Ma non tutti raggiungono la destinazione finale.
“Credo che sia il mio ultimo film”, disse Balabanov poco dopo l’uscita. Ed ebbe ragione: meno di un anno dopo morì per un attacco di cuore. “Me too è allo stesso tempo il film più disperato di Balabanov e una fiaba”, ha detto il critico cinematografico Anton Dolin. Ed è diventato l’auto-necrologio del grande regista, che appare alla fine in un breve cameo solo per salutare.
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