Abbiamo già parlato di come i russi crearono la civiltà del Nord, nota come Pomory, e trasformarono il gelido Mar Bianco nella più rapida rotta commerciale tra Russia ed Europa. Qui impararono a costruire enormi case in legno, dove tutto era raccolto sotto un tetto unico, e svilupparono una cucina unica, nella quale usavano i doni della natura locale. Ma non solo. Ci non solo. Ci hanno anche lasciato un ricco patrimonio di artigianato artistico. Anche se molti di questi manufatti, oramai, si possono vedere soltanto nei musei.
Le scatole di latta con decorazioni di “gelo” (in russo: “Мороз по жести”; “Moroz po zhesti”) sono un singolare prodotto artigianale, che in passato ha reso famosi gli abitanti di Velikij Ustjug (regione di Vologda), patria anche di Ded Moroz, il Babbo Natale russo. Il disegno veniva creato attraverso un procedimento chimico, e la scatola (o il baule) veniva poi decorata con delle piastrine di metallo. Questo mestiere fu praticato dal Settecento fino, praticamente, alla fine del XX secolo. Gli artigiani di Velikij Ustjug si recavano nelle varie fiere, dove vendevano i loro cofanetti ai mercanti orientali. La tecnologia del “gelo su latta” è però andata perduta. L’ultimo a fabbricare questi cofanetti è stato Boris Лholmogorov, che negli anni Settanta-Ottanta era riuscito da solo a scoprire tutti i segreti di quest’arte, organizzando la produzione in una fabbrica della cittadina. Le sue scatole sono state acquistate da vari musei di Mosca, Vologda, Suzdal e Velikij Ustjug. L’uomo, purtroppo, non ha avuto allievi.
Vologda è famosa per i suoi merletti al tombolo. Pare che, con i fili sottilissimi, le merlettaie locali siano in grado di creare qualsiasi disegno, dai motivi classici ai personaggi delle fiabe. Questo mestiere è nato all’inizio dell’Ottocento, e da allora il pizzo di Vologda si posiziona sul mercato come un prodotto abbastanza costoso. Durante la Seconda guerra mondiale, per gli armamenti forniti nell’ambito del programma di “Lend-Lease” (“Legge degli affitti e prestiti”), l’Unione Sovietica pagò gli Alleati occidentali non solo con oro e diamanti, ma anche con il pizzo di Vologda.
A proposito, all’epoca dell’Urss la manifattura locale, tra le altre cose, produceva anche tovaglie e stole con la riproduzione del mausoleo di Lenin e della falce e martello.
Il pizzo di Vologda si produce ancora oggi. I merletti più antichi e interessanti si possono vedere nel Museo del pizzo, situato nel centro della città. Per chi vuole imparare il mestiere, il museo organizza dei corsi.
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Nei secoli XVIII-XIX erano molto diffusi i vari souvenir fatti con denti di tricheco e zanne di mammut, provenienti da Kholmogory (Regione di Arkhangelsk; città nota in italiano anche come Arcangelo). Gli incisori creavano varie scene della vita, ritratti, animali e vedute della natura. Era un lavoro faticoso e questi manufatti costavano parecchio. A differenza di molti altri mestieri, l’intaglio su osso non si è mai arenato e, anzi, veniva attivamente sostenuto dallo Stato. Negli anni Trenta fu addirittura creata un apposito laboratorio.
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L’incisione su osso era di moda, ma costava molto. Gli artigiani di Velikij Ustjug trovarono un’alternativa economica: l’intaglio su corteccia di betulla. Nelle regioni del Nord, nel passato, con la corteccia di betulla si fabbricavano molte cose, come, ad esempio, contenitori cilindrici, corde o lapti (scarpe di corteccia). Il centro di questa produzione era la Shemogodskaja volost di Velikij Ustjug.
Anche questi “merletti di legno” raffiguravano scene della vita e delle fiabe, ma costavano molto di meno rispetto all’osso. Il mestiere è vivo ancora oggi. Numerosi oggetti vengono prodotti manualmente nella fabbrica di Velikij Ustjug.
L’antica città russa di Kargopol (Regione di Arkhangelsk) è la patria dei giocattoli in argilla dipinti. Il mestiere si diffuse grazie alla disponibilità di argilla rossa che per secoli fu usata per la produzione di stoviglie, che si vendevano nelle fiere, mentre con gli scarti si fabbricavano divertenti figurine di persone e animali. Dopo la cottura, il giocattolo veniva immerso in una soluzione a base di farina che creava un particolare disegno che rendeva il pezzo simile a un oggetto dell’età della pietra. A Kargopol questi giocattoli vengono tuttora prodotti, e i turisti li comprano volentieri.
La tecnica della niellatura dell’argento era conosciuta in Russia già nel X secolo, ma si cominciò a usarla su ampia scala soltanto nel XVII secolo proprio a Velikij Ustjug. Sull’oggetto d’argento prima viene creato un disegno, poi i solchi lasciati dal bulino vengono riempiti con una lega scura a base di argento, rame, piombo e di altri metalli. Durante il riscaldamento la lega si amalgama con il supporto. Il materiale superfluo viene poi rimosso, lasciando un disegno molto netto. Gli artigiani di Velikij Ustjug scoprirono una formula di niello particolarmente resistente, tanto che ancora oggi ci sono parecchi vassoi e tabacchiere dei secoli XVIII-XIX in perfetto stato. Gli artigiani moderni fabbricano stoviglie, gioielli, posate e souvenir vari.
Gli argentieri sono una vera ricchezza di Velikij Ustjug. Con sottili fili d’argento, queste persone creavano disegni finissimi che decoravano vari oggetti. La tecnica della filigrana viene tuttora usata per la produzione di vassoi, portabicchieri e persino samovar.
I cavalli in rosso e nero decoravano vari oggetti, usati nella vita quotidiana dagli abitanti del corso inferiore del fiume Mezen (Regione di Arkhangelsk). Il pigmento nero veniva preparato con la fuliggine, quello rosso con l’argilla, lo sfondo giallo si creava con l’olio cotto. Si decoravano così taglieri, botti, filatoi. Una caratteristica di questa pittura sono i motivi pagani, come, appunto, i cavalli, gli uccelli, i cervi, la terra, il cielo, l’albero della vita. La scuola di Mezen è nata nel XIX secolo ed è sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Questo tipo di pittura nacque a Borok, villaggio nella Regione di Arkhangelsk, situato nel corso medio del fiume Dvina Settentrionale (il villaggio prende il nome da Marfa Boretskaja, che ne fu la proprietaria). Le principali caratteristiche di questa pittura sono i colori rosso, giallo e verde. Le piante e gli animali simboleggiano il corso della vita. Anche oggi nella regione di Arkhangelsk ci sono diversi artisti che portano avanti questa tradizione.
La località di Permogorje, vicina a Borok, vanta un altro tipo di pittura. Gli artigiani locali disegnavano soprattutto varie scene della vita contadina: ragazze che ricamano, carri trainati dai cavalli, ecc. Non di rado però nei disegni figuravano anche uccelli e fiori. Gli oggetti che si decoravano di più erano i filatoi e i bauli. Si possono ancora vedere parecchi oggetti per la casa dipinti nel XIX secolo, mentre oggi con la tecnica degli artigiani di Permogorje si dipingono i souvenir per turisti.
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