Casa nel Museo all’aria aperta dell’architettura in legno di Malye Korely, vicino alla città di Archangelsk
Pavel Lvov/SputnikSe andate a visitare qualsiasi villaggio storico del “Nord russo”, resterete stupiti dalle dimensioni delle case.
Un esempio classico sono le case del Pomorje (nome storico di alcuni territori nel settentrione della parte europea della Russia), per esempio quelle del villaggio di Kolezhma, dove gli abitanti vivono tuttora nelle case tradizionali, e le case esposte in diversi musei etnografici.
Il villaggio di Kolezhma nella Repubblica di Carelia
Pavel KuzmichevQuasi tutte le case hanno un pianterreno (detto “podklét”) con sopra uno o due piani, e un elemento immancabile è la “górnitsa”, una specie di mansarda. Su ogni muro ci sono 6-8 finestre. Eppure una casa così grande era abitata da una sola famiglia!
Una casa di tronchi nella Regione di Archangelsk
Dominio pubblicoMalgrado la rigidità del clima, gli abitanti del Nord erano persone abbastanza benestanti grazie al mare e alla vicinanza di importanti rotte commerciali. Le loro case sono un ottimo esempio di organizzazione “smart”. Sotto un unico tetto c’erano sia le abitazioni, sia le stalle e i locali destinati ad altri scopi, il tutto collegato da appositi corridoi per uscire il meno possibile durante l’inverno. A seconda della località, la forma delle case poteva differire, ma il principio base era lo stesso.
Podklét.Livello inferiore della casa, pianterreno, che veniva usato come granaio (deposito) e/o come stalla per gli animali. Gli odori non penetravano nella casa, in quanto la stalla era separata da un apposito corridoio, ma gli animali erano comunque raggiungibili senza dover uscire fuori. D’inverno, con il freddo e moltissima neve, ciò era un importante vantaggio. Il podklét non aveva finestre.
Una casa nel Museo all’aria aperta dell’architettura in legno di Malye Korely, vicino alla città di Archangelsk, trasportata qui dal nord della regione
Serzhant Pepper (CC BY-SA 3.0)Povét. Secondo livello della parte non abitata della casa, dove si tenevano il fieno e tutti gli attrezzi, nonché le reti da pesca. Guardando la casa da fuori si vede un lungo piano inclinato che dal secondo livello raggiunge la terra. Su questo piano entravano i carri che portavano il fieno. Il piano inclinato era usato anche per trasportare le botti.
Parte abitata. Si trovava al secondo o al terzo piano (dipendeva dalle dimensioni della costruzione e dal progetto). Dal resto dell’edificio era separata da una galleria coperta. Internamente assomigliava alla normale isba russa.
La vita della famiglia ruotava attorno alla stufa russa usata per riscaldare i locali, per cucinare e spesso anche per dormire. Vicino alla stufa si tenevano i piatti e un recipiente con acqua per potersi lavare le mani.
All’interno di una grande casa in legno del Nord russo. Ricostruzione etnografica nel museo di Malye Korely
Pavel Lvov/SputnikLungo le pareti erano sistemate delle panche, sulle quali le persone non soltanto sedevano, ma anche dormivano. In un angolo della stanza c’era un tavolo con altri sedili, dove si mangiava.
La toilette si trovava in un angolo lontano della casa, di solito sopra la stalla, e non era riscaldata.
Le case erano così grandi per poter riparare tutto sotto uno stesso tetto negli inverni freddi e nevosi: persone, animali e provviste
Olga Shuklina (CC BY-SA 4.0)Górnitsa.Locale sotto il tetto che dava sulla strada, una specie di mansarda o terrazzo chiuso. Era la stanza più illuminata della casa, dove le ragazze venivano per fare lavori di cucito (cosa che si faceva durante tutto l’anno). A differenza di altri locali, la gornitsa non era riscaldata, ma dal secondo piano saliva l’aria calda per cui la temperatura dentro la gornitsa non era altissima, ma non faceva neanche freddo.
Il retro della casa. Museo di Malye Korely
Nikana258 (CC BY-SA 4.0)Spazio esterno.Tutti i locali essenziali erano riuniti sotto un tetto unico per muoversi più facilmente d’inverno. Dentro alcune case c’era persino un piccolo orto. Tuttavia la banja (sauna russa) e il mulino si costruivano lontano dalla casa, possibilmente vicino all’acqua, in quanto si temevano gli incendi.
Una casa nel villaggio di Kuzomen, nella Regione di Murmansk
Pavel Lvov/SputnikLe case di questo tipo erano unifamiliari, la famiglia comprendeva i genitori, i figli e i nonni. Quando i figli crescevano e si sposavano, la nuova famiglia si costruiva una casa a parte. Durante il periodo sovietico questa tradizione è rimasta viva, con la differenza che si costruivano case più piccole.
La gente continua a vivere in queste abitazioni. Tutti i centri abitati sono stati allacciati alle reti elettriche anni fa, in alcuni però ancora oggi non c’è gas, quindi per il riscaldamento si continua a usare la stufa russa (alcune case hanno anche una seconda, più piccola stufa in muratura detta “olandese”). Essendo di legno, la casa rimane calda a lungo.
La necessità di tenere in casa molti animali oggi non esiste più, quello che un tempo era la stalla oggi è spesso usato come deposito.
Le vecchie case rurali non avevano naturalmente impianto idraulico e fognario, pertanto molti proprietari costruiscono una nuova porzione di casa, congiunta con quella vecchia, dove allestiscono il bagno.
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