Il più antico ristorante di Mosca fu aperto nel 1826 sulla via Kuznetskij Most dal francese Tranquille Yard, da cui prese il nome. Il ristorante si spostò più volte e dal 1910 prese definitivamente sede sul Leningradskij prospekt (all’epoca, Sankt-Peterburgskoe shossé).
Lo Yar attirava l’élite culturale con piatti squisiti eseguiti da chef francesi, interni lussuosi e canti gitani. Il poeta Aleksandr Pushkin immortalò i “tartufi dello Yar” in una delle sue poesie. E il cantante Fjodor Shaljapin, secondo una leggenda, amava venire qui alla vigilia delle prime al Teatro Bolshoj, cantare dal balcone della sala principale e poi organizzare una festa con gli avventori. Il giorno dopo tutta Mosca parlava di lui e questo gli garantiva il tutto esaurito al concerto. Non c’è da preoccuparsi per l’integrità degli interni, il ristorante aveva un listino prezzi separato per i danni alla proprietà e non solo: spalmare la senape sul viso di un cameriere costava 120 rubli, e lanciare una bottiglia in uno specchio veneziano costava 100 rubli.
Nel ristorante c’era un palco imperiale, ma i reali non lo frequentavano, mentre erano ospiti frequenti Grigorij Rasputin, e gli scrittori Maksim Gorkij, Aleksandr Kuprin e altri.
Dopo la Rivoluzione del 1917 il ristorante fu chiuso e il suo edificio ospitò un cinema, una palestra, un ospedale e altre strutture. Nel 1952, in un nuovo edificio in stile Impero staliniano qui fu inaugurato l’Hotel Sovetskaja, con il ristorante Sovetskij. Il figlio di Stalin, Vasilij, viveva qui e amava fare bisboccia al ristorante con i suoi ospiti. Negli anni Novanta il ristorante ha ripreso il suo vecchio nome.
Oggi i visitatori dello Yar possono ancora gustare un pasto in un ristorante imperiale dell’inizio del XX secolo: alti soffitti di 12 metri, stucchi, foglie d’oro, un lampadario come al Teatro Bolshoj, una fontana sulla veranda estiva…
Il menù comprende piatti russi ed europei: sugudaj di pesce muksun, insalata Olivier secondo l’antica ricetta, borsch alla “Vecchia Mosca” con manzo, kokil (un antipasto caldo) con granchio e storione sotto salsa di panna e formaggio, pirozhkí…
Conto medio: 2.500 rubli (circa 25 euro)
Indirizzo: Leningradskij Prospekt, 32/2, Hotel Sovetskaja
Il ristorante è stato aperto nel 1905 nell’omonimo hotel nel centro di Mosca. Il promotore della costruzione fu il milionario Savva Mamontov.
L’hotel e il ristorante con chef francese divennero rapidamente un luogo di attrazione per ospiti ricchi e famosi. Qui tutto era realizzato secondo le più moderne tecnologie: forni per pane francese, biscotti e rasstegaj, frigoriferi con ghiaccio, ascensori e altre tecnologie all’avangiardia per l’epoca. Per non parlare della ricchezza degli interni: un’enorme scalinata, cupole di vetro, vetrate e una fontana di marmo.
È qui che scrisse la sua famosa poesia “Overture”, della raccolta “Ananas e Champagne” il poeta Igor Severjanin, e sempre qui Sergej Esenin confessò il suo amore alla ballerina Isadora Duncan. Più tardi, nella seconda metà del secolo, il violoncellista di fama mondiale Mstislav Rostropovich e la cantante Galina Vishnevskaja si sarebbero conosciuti qui. Ma la storia del Metropol non è fatta solo di lusso e amore.
Dopo la Rivoluzione del 1917, l’hotel, gravemente danneggiato dagli scontri armati, ospitò uffici governativi e funzionari, e parte dell’albergo divenne un appartamento in comune. Dal palco del Metropol parlarono i rivoluzionari Lenin e Lev Trotskij. Per diversi decenni il ristorante perse il suo fascino, ma rimase aperto.
Oggi è stato restaurato e ogni ospite può nuovamente godere della decorazione della sala, oltre che di piatti europei in esecuzione originale e della cucina tradizionale russa per colazioni, banchetti o grandi eventi. Nel menù del banchetto, ad esempio, si consiglia di assaggiare lo sterletto affumicato a caldo, la zuppa di pesce e i tre tipi di kulebjaka di pesce.
Conto medio (per una colazione): 4.100 rubli (circa 41 euro)
Indirizzo: Teatralnyj proezd 2
Un altro ristorante di un omonimo hotel si trova vicino al Teatro Bolshoj dal 1913. È vero che all’inizio l’hotel si chiamava “Berlin” e il ristorante “Vienna Café”, mauando le relazioni con Germania e Austria-Ungheria si deteriorarono a causa della Prima Guerra Mondiale, comparve il nome “Savoj”.
I visitatori principali erano i bohémien di Mosca: ballerine, giornalisti e scrittori. Anche loro, come i visitatori di oggi, potevano ammirare i dipinti alle pareti, le modanature, i soffitti dorati a specchio e altri elementi di lusso. E, naturalmente, una fontana a gradoni con una vasca di marmo, creata secondo uno schizzo dell’artista Mikhail Vrubel.
Qui i rappresentanti della gioventù dorata di Mosca bevevano cognac e persino champagne Veuve Clicquot, mangiavano cibi esotici, ascoltavano musica e ballavano.
I visitatori moderni dovrebbero provare i piatti a base di pesce del Savoj: ceviche di capesante con salsa di lamponi e tartufo, chele di granchio con stracciatella o pasta ripiena con trota e caviale rosso e salsa Bisque.
Conto medio: 2.600 rubli (circa 26 euro)
Indirizzo: via Pushchnaja 6
In questo ristorante-museo della Casa centrale dei letterati (Tsentralnyj Dom Literatorov) ci si immerge fin dalla soglia nell’atmosfera di una dimora aristocratica, dove sono stati accuratamente conservati mobili antichi ed elementi d’arredo dei secoli XIX-XX. Ad esempio, la sala della “Quercia” è a due livelli con vetrate e un grande lampadario di cristallo, mentre la “Sala del Camino” ha caminetti del XIX secolo.
Il ristorante fu aperto negli anni Trenta, ma divenne particolarmente popolare negli anni Sessanta, quando ai giovani autori fu permesso di scrivere le loro poesie sulle pareti. I poeti Andrej Voznesenskij, Robert Rozhdestvenskij, Evgenij Evtushenko e altri hanno lasciato il lorosegno qui. I loro autografi e disegni sono ancora visibili.
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Nel ristorante si consiglia di assaggiare il luccioperca, il paté di faraona con mela glassata, la zuppa di funghi con orzo perlato, l’insalata tiepida con melanzane e crema di formaggio, i fagottini di cervo e le crocchette alla Pozharskij con patate e funghi, e per dessert le torte del Cremlino al formaggio e la torta “Kiev” con gelato alle noci.
Conto medio: 2.500 rubli (circa 25 euro)
Indirizzo: Via Povarskaja, 50/53 edificio 1
Inizialmente al posto del moderno ristorante “Uzbekistan” lavorava una nota taverna moscovita, poco più tardi vi fu aperto un caffè francese e, dopo la Rivoluzione, una mensa per ufficiali. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, molte repubbliche dell’Urss aprirono i loro ristoranti a Mosca e nel 1951, su iniziativa del Ministero del Commercio della Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka, fu aperto il Ristorante “Uzbekistan”.
Durante gli anni sovietici era molto popolare: attori, cantanti e poeti amavano cenare qui. Per la gente comune era difficile trovare posto e si accontentava dei cheburek da asporto.
Nel 1997 il ristorante è stato rinnovato, aggiungendo un sapore orientale, per cui ora gli ospiti possono godere appieno di comodi divani, mobili intagliati e tappeti fatti a mano.
Il menu comprende piatti uzbeki, panasiatici e caucasici: plov, shashlyk, kazy (salsiccia di cavallo fatta in casa), lagman, focacce, chebureki, samsa e, naturalmente, tè uzbeko e dolci orientali. Il tutto è accompagnato da un’atmosfera festosa: musica dal vivo e danza del ventre.
Conto medio: 3.000 rubli (circa 30 euro)
Indirizzo: Via Neglinnaja, 29 ingresso 5
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