Aleksandr Pushkin visse solo 37 anni. Nato nel 1799, morì in duello nel 1837. Era un libertino, un amante della libertà e delle belle donne, e l’uomo russo più intelligente del suo tempo. Riuscì non solo a codificare la lingua russa con cui fu scritta da allora in poi tutta la grande letteratura russa, ma anche a comporre una serie di opere davvero eccezionali. È difficile per gli stranieri valutare la loro portata, in parte perché il verso di Pushkin è praticamente impossibile da tradurre (il risultato non è di solito che un pallido calco), e in parte perché la saggezza di Pushkin e i problemi che lo preoccupavano sono pienamente comprensibili solo a chi conosce profondamente il pensiero russo. Ma tentar non nuoce. Ecco cosa dovreste leggere tanto per iniziare.
Mikhail Vrubel. Il Profeta, 1898
Galleria TretjakovIl principale poeta russo ha scritto circa 360 poesie. Ha iniziato a comporre da bambino (all’età di 11 anni!).
Una delle migliori poesie sull’amore scritta in russo è proprio di Pushkin: “K ***” (“Ricordo quel meraviglioso istante”, 1825), A proposito, è stata tradotta in 210 lingue. La trovate tradotta in italiano in questo nostro articolo:
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“Il profeta” (1826) è invece una potente interpretazione in chiave biblica del ruolo della poesia e del poeta nel mondo.
Pushkin ha poi descritto la sua stagione preferita, che invariabilmente gli ha portato ispirazione e un afflusso di forze creative, nella poesia “Autunno” (1833). Incredibile anche la profondità della poesia “Ricordo” (1828), sui rimorsi notturni per tutto ciò che aveva fatto nella vita. Nella poesia “Il poeta” (1827), Pushkin fa entrare il lettore nel suo “laboratorio” creativo e mostra come in una sola persona possano convivere un uomo comune e un genio. E nella poesia “Da Pindemonte” (1836), Pushkin condivide con noi l’amato segreto della libertà e della felicità. Infine, in “Exegi monumentum” (1836), che si apre con il celebre verso “Mi sono eretto un monumento non di opera umana”, il poeta riflette sul ruolo della sua opera nella storia della letteratura e del mondo.
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P. Shcheglov. Ruslan contro Chernomor. 1887
Dominio pubblicoOgni bambino russo conosce a memoria l’inizio di questo poema favolistico, con il Lukomorje, un luogo fantastico vicino al mare, di fronte al quale si erge una maestosa quercia verde, alla quale è avvinto, con una catena dorata, un gatto saggio cantastorie e tra i cui rami siede la rusalka (la sirena russa)…
Pushkin scrive il suo primo grande poema ispirandosi al folklore e immergendo i lettori in un mondo magico in cui l’insidioso stregone Chernomor rapisce la bella Ljudmila e l’eroe Ruslan va a salvarla. Già nel 1841, Mikhail Glinka compose la sua famosa opera “Ruslan e Ljudmila” basata sul poema di Pushkin.
Una scena tratta dal film "Evgenij Onegin"
Roman Tikhomirov/Lenfilm studio, 1958Il romanzo in versi è considerato non solo l’apice dell’opera di Pushkin, ma anche una “enciclopedia della vita russa”. Il giovane nobile istruito Onegin arriva in un villaggio di campagna dalla capitale, è annoiato e vuole in qualche modo divertirsi. Invece, inaspettatamente, si ritrova immerso in una tragedia e in una melodramma. La figlia dei vicini, Tatjana, gli confessa il suo amore (in quella che è probabilmente la migliore dichiarazione d’amore della letteratura russa), ma per qualche motivo lui preferisce la sorella Olga, cosa per cui il suo migliore amico sfida Onegin a duello…
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Questa sua fatica letteraria è estremamente difficile da tradurre a causa del fatto che Pushkin ha inventato una speciale “strofa Onegin”, con una struttura precisa e un ordine delle rime e vi aderisce per tutto il romanzo. L’opera che ne è stata tratta da Pjotr Chajkovskij nel 1877-78 è stata un successo mondiale.
L'opera "Boris Godunov" al Teatro Bolshoj
Damir Yusupov/Teatro BolshojAl centro di questo dramma teatrale c’è una delle pagine più misteriose della storia russa: l’omicidio dello zarevich Dmitrij, l’ultimo erede della dinastia Rjurik. Correva voce che Boris Godunov avesse ordinato di uccidere il principe per salire al trono…
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Il dramma traccia chiaramente parallelismi con il tempo in cui viveva Pushkin. Lui lo scrisse, mentre era al confino per via di alcune sue poesie, e mentre nel Paese era in corso la Rivolta decabrista, che lo coinvolse molto a livello emotivo e alla quale presero parte molti dei suoi amici.
A partire dal “Boris Godunov” di Pushkin, nel 1869 Modest Mussorgskij scrisse la celebre opera omonima, messa poi in scena sui teatri di tutto il mondo. Dal dramma di Pushkin sono state tratte anche riduzioni cinematografiche.
Una scena dalla serie "Little Tragedies"
Mikhail Schweitzer/Mosfilm, 1979Continuando gli esperimenti con la drammaturgia e rinchiuso in quarantena, per una grande epidemia di colera, nella sua tenuta di Boldino, Pushkin scrisse un ciclo di quattro brevi drammi teatrali in versi: “Il cavaliere avaro”, “Mozart e Salieri”, “Il convitato di pietra” e “Il banchetto durante la peste”. Il poeta esplora le passioni umane, e in ogni tragedia mette i personaggi (e il lettore) di fronte a una rigida scelta morale.
Tutti gli spettacoli, insieme e separatamente, sono stati ripetutamente messi in scena a teatro e trasformati in film.
Aram Vanetsian. Illustrazione per i "Racconti di Belkin", 1947
Dominio pubblicoNoto anche come “I racconti di Belkin”, questo è un avvincente ciclo di cinque racconti. Tra questi c’è una storia sentimentale su una nobildonna che si traveste da contadina per fare conoscenza con un bel vicino, mentre i loro padri sono nemici (“La signorina-contadina”). E una storia romantica su un duello in cui uno dei partecipanti ha deciso di posticipare il suo tiro e invita il suo avversario a tornare a duello qualche anno dopo (“Il colpo di pistola”). E una storia incredibile (“La tormenta”) su un ufficiale che si sposò per errore…
Il balletto "Il cavaliere di bronzo" al Teatro Kirov [oggi Mariinskij], 1966
Boris Ryabinin/SputnikQuesto poema narrativo in tetrametro giambico è un vero inno a San Pietroburgo. “Ti amo, creazione di Pietro” è una delle citazioni più famose dell’opera. Il titolo ha dato il soprannome al monumento equestre a Pietro il Grande di Étienne Falconet, divenuto il simbolo della città.
La trama, tuttavia, ruota attorno a una storia triste: Pushkin descrive la grave inondazione avvenuta in città nel 1824.
Una scena tratta dal film "La dama di picche"
Roman Tikhomirov/Lenfilm studio, 1960Questo è un racconto su come un gioco di carte possa farti impazzire. Per scoprire la preziosa combinazione vincente di carte, il giovane German entra nella camera da letto della vecchia contessa: quella muore di paura e il suo fantasma inizia ad apparire all’eroe, ripetendo “tre, sette, asso”…
Il racconto ebbe un grande successo in Europa e nel 1890 Pjotr Chajkovskij scrisse un’opera omonima basata su di essa, su libretto del fratello Modest.
Una scena tratta dal film "La figlia del capitano"
Vladimir Kaplunovskij/Mosfilm, 1960Questo è un romanzo sulla rivolta contadina di Emeljan Pugachjov, che sconvolse quasi tutta la Russia nel XVIII secolo. Ma soprattutto, questa è un’opera sull’onore, il nobile dovere e l’amore, come li intende ancora il popolo russo.
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Vale la pena leggere questo romanzo, se non altro per la frase che è diventata un aforisma: “Dio non ci faccia vedere la rivolta russa, insensata e spietata!”. Pushkin era estremamente interessato alla personalità di Emeljan Pugachjov e, oltre al romanzo di finzione, scrisse anche la monografia storica “Storia della ribellione di Pugachjov”.
Ivan Bilibin. Illustrazione per "La favola dello zar Saltan"
Dominio pubblicoNon c’è un solo bambino russo che non conosca le fantastiche fiabe in versi di Pushkin. Con il suo stile leggero e pittoresco, ha dato status letterario alle storie popolari ascoltate dalla sua amata tata Arina Rodionovna. Le più belle e significative sono “Fiaba del pescatore e del pesciolino” (nota anche come “Il pesciolino d’oro”), in cui Pushkin parla della misura dei nostri desideri, “La fiaba dello zar Saltan” e “Il racconto della principessa morta e dei sette bogatyr”.
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