Cinque poesie che ogni russo conosce a memoria

Ignatovich/Sputnik
Si studiano a scuola per allenare la memoria. Abbiamo selezionato i versi più famosi… che potreste imparare anche voi per stupire i vostri amici!

Quante volte vi è capitato di assistere alla recita improvvisata di una poesia da parte di un russo, nei luoghi e nei momenti più inaspettati? Ebbene sì, in Russia si conoscono tanti versi a memoria. Dai poemi di Pushkin alle rime di Esenin, la dote di ricordarsi interi componimenti viene sviluppata a scuola: oggi come ieri, agli studenti viene imposto di imparare numerose poesie per sviluppare e rafforzare la memoria. Talvolta, durante le lezioni vengono anche organizzate piccole recite. Abbiamo selezionato per voi alcune tra le poesie più famose, che ogni russo conosce.

1. Ivan Krylov, “Il granchio, il luccio e il cigno” (Лебедь, Щука и Рак)

Krylov è il principale scrittore russo di favole. La sua biografia conta più di 200 composizioni.

Un granchio, un luccio e un cigno un bel mattino

si misero a tirare un carrettino;

unirono gli sforzi tutti quanti

ma il carretto non fece un passo avanti.

Leggero il peso a tutti insieme appare.

Ma il cigno sulle nubi vuol volare;

il granchio va a ritroso e, si comprende,

il luccio per natura all’acqua attende.

Chi ha torto e chi ha ragione? Chi lo sa?

Il carro intanto resta sempre là.

Quando non van tra loro

i compagni d’accordo nel lavoro

non s’ottiene un bel niente:

è vana ogni fatica, inconcludente.

2. Aleksandr Pushkin, “Ricordo quel meraviglioso istante” (Я помню чудное мгновение)

Provate a chiedere a qualsiasi russo qual è il suo poeta preferito: senza troppe esitazioni, vi risponderà Pushkin! Gli studenti di ogni città del paese imparano a memoria i suoi versi e sapranno declamare senza esitazioni (e senza leggere!) le rime di "Mattino d'inverno" ("Gelo e sole; giornata mirabile! E tu sonnecchi, o mia adorabile, su, bella, di svegliarsi è ora: dischiudi gli occhi di piacere, stella del nord fatti vedere, incontro alla nordica aurora!") o di "Sera d'inverno" ("La tempesta copre il cielo di tenebra, sollevando vortici di neve; ora ulula come una belva, ora piange come un bambino, ora sul tetto decrepito, a un tratto fa rumoreggiare la paglia, ora, come un viandante in ritardo, bussa alla nostra finestra"). Di sicuro vi stupiranno anche con la recitazione dei primi versi di “Evgeny Onegin” o della lettera a Tatiana. 

Ricordo quel meraviglioso istante:

tu  mi  apparisti avanti, 

come visione passeggera,

come genio di pura bellezza. 

Tra i languori di disperata tristezza,

tra le agitazioni di rumorosa vanità,

a lungo mi sonò la dolce voce

e sognai le care sembianze. 

Passaron gli anni. Il soffio tumultuoso degli uragani

disperse i sogni primi,

ed io dimenticai la tua dolce voce,

le tue celesti sembianze. 

Nel deserto, nel buio dell’esilio

piano si trascinarono i miei giorni

senza deità, senza ispirazione,

senza lacrime, senza vita, senza amore. 

È giunto all’anima il risveglio:

ed ecco sei di nuovo apparsa,

come visione passeggera

come genio di pura bellezza. 

E il cuore palpita in ebbrezza,

e son per lui risorte

e deità, ed ispirazione,

e vita, e lacrime, e amore.

3.  Mikhail Lermontov, “La vela” (Парус) 

Gli studenti amano Lermontov non solo per il suo romanticismo... ma perché il più delle volte le sue poesie sono molto corte!

Biancheggia una vela solitaria

Nella nebbia azzurra del mare!

Cosa cerca nel paese lontano?

Cos’ha lasciato nel paese natale?

Giocano le onde – il vento sibila,

E l’albero si piega e geme…

Ahimè, – la fortuna non cerca

E dalla fortuna non viene!

Sotto ha la corrente azzurra,

Sopra – del sole l’effige dorata…

Ma essa, inquieta, cerca la tempesta,

Come se in questa la quiete fosse data!

4. Aleksandr Blok, “Notte, strada, lampione, farmacia” (Ночь, улица, фонарь, аптека)

Blok è stato forse il più grande poeta dell'epoca d'argento russa e questo suo poema è il più famoso in Russia… una fama dovuta in parte a una celebre pubblicità che ne richiamava i versi.

Notte, strada, lampione, farmacia,

luce torbida e insensata.

Vivi pure ancora un quarto di secolo —

sarà sempre così. Non c'è via di scampo.

Morirai — daccapo ricomincerai

e tutto si ripeterà come prima:

notte, il gelido incresparsi del canale,

strada, lampione, farmacia.

5. Sergej Esenin, “Betulla” (Береза)

Fu proprio Esenin, "il più russo" fra tutti i poeti, a trasmettere ai propri concittadini l'amore per le betulle: trascorreva ore a contemplare la maestosa natura russa... celebrata in molte sue poesie.

Bianca betulla

sotto la mia finestra

ti sei coperta di neve

come fosse argento.

Sui rami vellutati

come un bordo delicato

si sono schiusi grappoli

tipo una bianca frangia.

E sta la betulla

nel silenzio assonnato

ed ardono i cristalli di neve

nel fuoco dorato.

Ma l’aurora girando

pigramente attorno,

cosparge di rami

di nuovo argento.

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