Dmitrov: esploriamo un fantastico microcosmo della storia russa (FOTO)

Lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield ci conduce per le vie di questa piccola ma significativa cittadina, dal passato ricco e burrascoso, a soli 80 km da Mosca

Dmitrov. Cattedrale della Dormizione con campanile, vista sud dal bastione della cittadella. In primo piano: Casa parrocchiale. 18 luglio 2015

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi (si veda il paragrafo a fondo articolo). La sua visione della fotografia come forma di educazione e di divulgazione emerge con particolare chiarezza nelle sue immagini dei monumenti architettonici nei siti storici di tutta la Russia.

Un esempio eccellente di questo è la cittadina di Mozhajsk, che Prokudin-Gorskij visitò nell’estate del 1911 nell’ambito di un progetto di documentazione dei siti legati al centenario dell’invasione napoleonica della Russia. Fu particolarmente colpito dalla cattedrale di San Nicola, addobbata a festa e situata nel punto più elevato della città.

Cremlino di Mozhajsk (cittadella). Cattedrale di San Nicola, vista da nord. Estate 1912

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La regione di Mosca ha diverse città storiche che hanno conservato parti significative del loro patrimonio medievale. Ma una delle più interessanti è sicuramente Dmitrov, situata 80 chilometri a nord della capitale.

Le origini di Dmitrov

Dmitrov. Cattedrale della Dormizione e campanile, vista sud. In primo piano: bastione della cittadella medievale. 18 luglio 2015

Gli scavi archeologici nei pressi della locale cittadella indicano l’esistenza di un insediamento in epoca preistorica. Le massicce mura di terra ancora conservate, risalenti al XII secolo, sostenevano originariamente una fortezza di legno con diverse torri e due porte principali.

Ufficialmente, Dmitrov fu fondata nel 1154 dal principe Jurij Dolgorukij, noto anche come il fondatore di Mosca (nel 1147). Egli diede il nome alla città in segno di gratitudine per la nascita di un figlio, Vsevolod, il cui nome di battesimo era Dmitrij in omaggio a Demetrio di Tessalonica, un santo molto venerato nella Rus’ medievale.

Situata a nord di Mosca, sul fiume Jakhroma, Dmitrov godeva di una posizione favorevole per accedere al vasto bacino del Volga attraverso i fiumi Sestra e Dubna. Sulla terraferma, Dmitrov si trovava su un percorso fondamentale per le foreste del Nord, ma aveva anche collegamenti a sud e a est con il grande principato di Vladimir, per il quale fungeva da posto di frontiera fortificato. 

Secoli turbolenti

Durante i primi due secoli della sua esistenza, Dmitrov subì i continui cambiamenti dei confini dei principati feudali e delle loro alleanze. L’insediamento si riprese dall’invasione mongola che devastò Vladimir e Mosca nell’inverno del 1237-1238, ma fu nuovamente saccheggiato nel 1294 nell’ambito di una campagna punitiva contro le terre russe nordorientali condotta da Tudan (o Dyuden), fratello del khan dell’Orda d’Oro mongola Tokta. Questa invasione, estremamente distruttiva, fu facilitata dai principi russi che invece di fare fronte comune erano in guerra tra loro.

Mosca chiama

Tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo Dmitrov divenne per breve tempo il capoluogo di un proprio principato, ma rimase nell’orbita di Mosca e, nel 1364, fu formalmente annessa dal suo potente vicino. La città fu nuovamente devastata, nel 1382, dal khan Tokhtamysh, come rappresaglia per la vittoria del gran principe moscovita Demetrio di Russia (Dmitrij Donskoj) su un grande esercito tataro-mongolo nel 1380.

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Il saccheggio finale di Dmitrov da parte delle forze tataro-mongole avvenne nell’ambito di una grande incursione lanciata nel 1408 da Edigu, che aveva sbaragliato Tokhtamysh nel 1406 e successivamente fu il fondatore dell’Orda Nogai. La frammentazione dell’Orda d’Oro in questo periodo diede a Mosca nuove possibilità, ma aumentò anche il caos distruttivo per la Russia all’inizio del XV secolo.

Il potere commerciale

Cattedrale della Dormizione e campanile, vista sud-ovest. In primo piano: cappella annessa di San Sergio di Radonezh. 18 luglio 2015

Dmitrov raggiunse l’apice della sua potenza commerciale nel XVI secolo, a partire dal governo (1505-1534) del principe Jurij Ivanovich, il secondogenito dalle seconde nozze del Gran Principe di Mosca Ivan III (il Grande). In questo periodo la città assunse un ruolo centrale in un asse commerciale nord-sud che si estendeva a sud verso il Caspio. I mercanti di Dmitrov rifornivano le città settentrionali di grano proveniente dal Sud e, a loro volta, fornivano a Mosca preziose pellicce e sale dal Nord.

Cattedrale della Dormizione. Vista a est verso l’abside. 20 luglio 1997

Il principe Jurij sostenne la costruzione, all’interno della cittadella cittadina, di una grande cattedrale in muratura dedicata alla Dormizione della Vergine Maria. Iniziata nel 1509, la Cattedrale della Dormizione in mattoni poggiava su una base di pietra calcarea con pareti monumentali imbiancate a calce, in uno stile simile alla Cattedrale dell’Arcangelo Michele nel Cremlino di Mosca. La struttura era coronata da cinque cupole. Di particolare rilievo è il rilievo in ceramica del XVI secolo della Crocifissione nel timpano centrale della facciata sud.

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L’influenza ortodossa

Cattedrale della Dormizione, interno. Vista a est verso l’iconostasi, la cupola centrale, e l’affresco ottocentesco dell’Incoronazione della Vergine. 18 luglio 2015

Completata nel 1533, la Cattedrale della Dormizione è stata spesso modificata, il suo tetto a capanna curvo è stato raddrizzato e nel XVIII e XIX secolo sono state aggiunte cappelle laterali e un nartece. L’interno della cattedrale, con quattro massicci pilastri, è stato rinnovato e ora comprende una magnifica iconostasi. 

Chiesa di Santa Elisabetta, vista sud-ovest. Bell’esempio di stile “pseudo-russo”, fu costruita nel 1897-98 da Sergej Rodionov. Ora utilizzata come chiesa battesimale per la Cattedrale della Dormizione. 18 luglio 2015

Negli anni Trenta del Cinquecento fu completata anche l’imponente chiesa in mattoni del Monastero dei Santi Boris e Gleb, di cui si parla per la prima volta nel 1462. Sebbene abbia una sola cupola, la Cattedrale dei Santi Boris e Gleb ha un design simile a quello della vicina Cattedrale della Dormizione.

Monastero dei Santi Boris e Gleb, chiesa di San Nicola (1685-7) sopra la Porta Santa (1672), vista sud-est con striscia di ceramica verde. 18 luglio 2015

Fortunatamente, la chiesa del monastero ha conservato l’originale linea curva del tetto, che segue i contorni dei frontoni semicircolari. A partire dalla fine del XVII secolo, all’insieme monastico sono state aggiunte altre strutture in mattoni. Negli anni Novanta, dopo il crollo dell’Urss, il monastero è stato restituito alla Chiesa Ortodossa ed è ora un centro religioso attivo.

Il regno di Ivan il Terribile

Monumento ai Santi Boris e Gleb. Sullo sfondo: Monastero dei Santi Boris e Gleb, parete ovest. 18 luglio 2015

Purtroppo, la favorevole situazione economica della città nel XVI secolo si interruppe bruscamente durante la caotica ultima parte del regno di Ivan il Terribile. Il principe di Dmitrov in quel periodo era Vladimir Andreevich (Staritskij), nipote di Ivan il Grande e cugino di Ivan il Terribile.  

Monastero dei Santi Boris e Gleb, Cattedrale dei Santi Boris e Gleb. Vista sud con campanile. 18 luglio 2015

Le relazioni tra i due erano complesse e oscillavano repentinamente tra il favore e il sospetto da parte dello zar Ivan. Accusato dagli intriganti di corte di aver complottato per avvelenare Ivan, Vladimir fu costretto lui stesso a bere il veleno nel 1569. Molti dei suoi parenti furono poi uccisi, ma Vladimir stesso fu sepolto con onore nella Cattedrale dell’Arcangelo Michele del Cremlino.

Monastero dei Santi Boris e Gleb, Cattedrale dei Santi Boris e Gleb. Interno, vista a est verso l’iconostasi. 18 luglio 2015

Con la morte del principe Vladimir, Dmitrov fu assorbita nel regno personale di Ivan, noto come Oprichnina; ma il problema più grande per la città era rappresentato dalle turbolenze economiche che si verificarono durante il disordine sociale e politico della fine del XVI secolo. Dopo la morte di Ivan il Terribile nel 1584, la posizione di Dmitrov migliorò leggermente durante il regno di suo figlio Fjodor, che morì senza eredi nel 1598, da ultimo esponente della dinastia Rjurikide.

Un periodo di difficoltà

Monastero dei Santi Boris e Gleb, Cattedrale dei Santi Boris e Gleb. Vista da est. 18 luglio 2015

Ulteriori tribolazioni si prospettarono per la città all’inizio del XVII secolo, quando, dopo la morte dello zar Boris Godunov (1552-1605), la Russia sprofondò in un rovinoso interregno noto come Periodo dei Torbidi. Le lotte tra le fazioni in competizione per il trono di Mosca portarono a devastazioni diffuse, e Dmitrov non fu certo risparmiata.

Monastero dei Santi Boris e Gleb, Cappella della Discesa dello Spirito Santo. Un bell’esempio di stile neo-russo, costruito nel 2004 come monumento agli 850 anni di Dmitrov. Vista sud-ovest. 18 luglio 2015

Nel gennaio 1610, Dmitrov fu conquistata da Jan Piotr Sapieha (1569-1611), uno dei principali comandanti delle forze polacco-lituane a sostegno di vari pretendenti al potere. Sapieha bruciò la fortezza di legno sopra i grandi bastioni di terra, ma fu costretto ad abbandonare la città dopo una sconfitta locale a febbraio. Nonostante questa piccola vittoria, si prospettavano anni di combattimenti distruttivi per la città.

La dinastia Romanov e Napoleone

Quando, dopo la salita al trono della dinastia Romanov nel 1613, dal 1619 tornò una parvenza di normalità, Dmitrov era ormai ridotta all’ombra di se stessa. Con una graduale ripresa nel corso del XVII secolo, la città divenne un centro commerciale e amministrativo regionale.

Monastero dei Santi Boris e Gleb, edificio amministrativo del XVII secolo. 18 luglio 2015

Nel XVIII secolo, Dmitrov fu abbellita dalla costruzione di chiese parrocchiali in mattoni. Come molte altre città di questo tipo, nel 1784 ottenne un assetto più regolare grazie alle politiche attuate nel corso del regno di Caterina la Grande. 

Chiesa dell’Icona della Vergine di Kazan, vista sud-est. Costruita nel 1735 in stile barocco provinciale (ricostruita nel 1770 e rimasta aperta per tutto il periodo sovietico). 20 luglio 1997

Durante l’invasione napoleonica del 1812, la vicinanza di Dmitrov a Mosca la pose in zona di guerra. Il feldmaresciallo Mikhail Kutuzov affidò la responsabilità di coprire l’area a nord della capitale a Ferdinand von Wintzingerode, generale di cavalleria dell’esercito russo. 

Il 29 settembre, un grosso distaccamento di truppe francesi al comando del generale Alexis Joseph Delzons occupò Dmitrov e procedette al saccheggio del centro (Delzons fu ucciso meno di un mese dopo nella battaglia di Malojaroslavets, una vittoria russa cruciale durante la ritirata francese da Mosca).

Chiesa della Purificazione, vista sud-ovest. Costruita nel 1814 in stile neoclassico provinciale come monumento alla vittoria del 1812; campanile aggiunto nel 1883-4 da Sergej Rodionov. 20 luglio 1997

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Dmitrov fu soccorsa dalle truppe di Wintzingerode che arrivarono dalla vicina Klin e provocarono la precipitosa ritirata francese del 1° ottobre. Una carovana con il bottino fu riconquistata dalle forze russe. In segno di gratitudine, i mercanti della città eressero la Chiesa della Purificazione, completata nel 1814 e ora restaurata in modo impressionante.

Chiesa della Purificazione, vista sud-ovest dopo il restauro. 18 luglio 2015

Il potere sovietico

Sebbene gran parte del centro di Dmitrov sia stato trasformato dall’edilizia novecentesca e post sovietica, rimangono interessanti case in legno risalenti al XIX e all’inizio del XX secolo. Tra queste c’è la casa di Mikhail Olsufjev, che servì da residenza per il noto filosofo sociale e anarchico principe Pjotr Kropotkin (1842-1921) negli ultimi anni della sua vita.

Casa Kliatov, via Kropotkin 85. 18 luglio 2015

Con l’avvento del potere sovietico, Dmitrov mantenne la sua posizione di modesto centro regionale all’ombra di Mosca. Ma all’inizio degli anni Trenta la città si trovò al centro di uno dei progetti più importanti del primo Piano quinquennale. Di fronte all’incombente carenza d’acqua a Mosca, nel 1931 il Comitato Centrale decretò la costruzione di un canale che collegasse i fiumi Volga e Moscova a nord della capitale.

 

Casa di Mikhail Olsufjev, via Kropotkin 95. In questa casa, che oggi ospita il Museo Kropotkin, vissero negli ultimi anni di vita il pensatore anarchico Pjotr Kropotkin e la moglie Sofja. 18 luglio 2015

Nel 1932, il percorso previsto per il canale includeva un segmento del fiume Jakhroma, che doveva essere incanalato direttamente attraverso la città di Dmitrov. Nell’intento di ridurre i costi e con una tecnologia limitata, il governo sovietico ricorse all’uso massiccio della manodopera dei campi di lavoro.

Casa di Olga Miliutina, via Zagorskaja 38. 18 luglio 2015

L’eredità dei gulag

La responsabilità generale del progetto fu affidata a Genrikh Jagoda (1891-1938), capo dell’Nkvd (la polizia politica sovietica). Durante i cinque anni del cantiere, centinaia di migliaia di lavoratori del Gulag lungo il canale furono sorvegliati dal quartier generale del Dmitrovlag, situato nell’ex monastero dei Santi Boris e Gleb.

Il triste dramma del canale continuò nell’autunno del 1941, durante la Battaglia di Mosca. Verso la fine di novembre le forze tedesche tentarono di attraversare il canale vicino a Dmitrov come parte settentrionale di una gigantesca manovra a tenaglia per circondare Mosca. L’11 dicembre 1941 tutta la regione di Dmitrov era stata però già liberata; uno dei passi iniziali fondamentali per la prima grande vittoria sovietica sulla Wehrmacht. 

Casa regionale della cultura “Costellazione”, via Zagorskaja 64. 18 luglio 2015

Oggi Dmitrov è un prospero centro regionale (64.000 abitanti) che beneficia di una crescita costante ai margini di Mosca. Facilmente accessibile via strada e ferrovia, la città, attraente e ospitale, ha conservato una serie di monumenti culturali – soprattutto la cittadella e la cattedrale – che hanno un significato importante per la storia russa.

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Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.


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