Il fondatore della dinastia dei Romanov è poco conosciuto non solo all’estero, ma anche in Russia. Probabilmente un russo medio non sarebbe in grado di rispondere a delle domande su Mikhail I (1596-1645). Fu propio lui a porre fine al convulso “Periodo dei torbidi” (quel periodo di interregno in Russia dominato da una anarchia assoluta dopo la fine della dinastia dei Rurik, ndr) e a dare il via alla dinastia dei Romanov.
La sua salita al trono nel 1613 pose fine ad agitazioni durate più di dieci anni e che portarono al susseguirsi di vari zar che si sedettero sul trono del Cremlino.
I legami con Ivan il Terribile
A prima vista Mikhail sembrava un candidato strano per il trono. Giovanissimo (all’epoca aveva solo 16 anni) era poco conosciuto anche dai suoi contemporanei, nonostante quella dei Romanov fosse un’antica famiglia di boiardi di Mosca. La prima figura rappresentativa di questa famiglia fu Andrej Kobila nella prima metà del XIV secolo.
I Romanov avevano comunque dei legami con la dinastia Rurik che guidò il Paese fin dal Medioevo. E la sorella del nonno di Mikhail, Anastasia, fu la prima e amatissima sposa di Ivan il Terribile. Tutto ciò servì allo stesso Mikhail per rafforzare la propria posizione.
Uno zar democraticamente eletto
Mikhail venne eletto dallo Zemskij Sobor, una specie di moderno parlamento. Anche alcuni rappresentanti dei contadini parteciparono all’elezione di Mikhail: un fatto davvero sorprendente per l’epoca.
Lo Zemskij Sobor venne convocato quasi annualmente durante il segno dello zar, in un’epoca in cui l’assolutismo dominava tra i paesi occidentali. La nuova dinastia avevano bisogno di un amplio appoggio da parte della società visto che il Paese era stato devastato da guerre e rivolte civili.
Alla fine furono proprio la sua giovane età e la sua poca notorietà a permettere a Mikhail di essere eletto. Era infatti visto come un leader debole e ciò lo rendeva un regnante appetibile per le potenti famiglie dei boiardi.
Il regno
Il giovane zar, che regnò per tre decenni, fu in grado di mantenere l’armonia sociale e il consenso. Un successo alimentato dalle sue qualità personali e in molti lo descrivevano come una persona delicata e gradevole. Secondo lo storico Sergej Soloviev queste caratteristiche furono per lui di grande aiuto, nonostante possa sembrare strano.
Mikhail non fu però l’unico regnante: appena salì al trono, sua Madre Marfa rivestì il ruolo di reggente. Successivamente il padre, Filaret, diventò co-governante dopo essere tornato da un periodo di prigionia in Polonia.
La ricerca di una sposa
L’influenza della madre fu così pressante che per Mikhail non fu facile scegliere liberamente una sposa. Tre anni dopo l’incoronazione, nel Cremlino venne organizzata una sfilata di possibili candidate.
Nonostante le pressioni della madre, Mikhail elesse la figlia di un boiardo, Maria Khlopova. Tre giorni dopo le nozze però la giovane si ammalò e i medici di corte asserirono che non avrebbe potuto avere figli. Per questo venne esiliata. Solamente più tardi si scoprì che invece era sana.
Alcuni anni più tardi Mikhail organizzò una nuova udienza di pretendenti, ritrovandosi di nuovo in disaccordo con la madre nel momento in cui scelse una giovane originaria di una modesta famiglia della nobiltà. Nonostante le pressioni della madre, lo zar si dimostrò fermo nella sua scelta. Il suo matrimonio fu felice per molti anni.
Rose e pistole
Si dice che Mikhail fosse molto affezionato ai fiori e che ne importò nuove specie nel Paese. Durante il suo regno apparirono per la prima volta in Russia i rosai.
Ma egli non solo importò nuovi fiori dall’Occidente, bensì invitò anche vari stranieri ad aprire delle industrie. Fra questi vi era anche l’olandese Andries Winius che avviò nei pressi di Tula uno stabilimento per la lavorazione del ferro e la produzione di cannoni.
Alcuni storici si dicono convinti che fu proprio Mikhail il primo ad avviare un processo di “europeizzazione” del Paese importando alcune tecnologie occidentali. Ma senza alcun dubbio il successo più grande dello zar fu quello di aver ristabilito l’ordine nel Paese, per molti anni messo in ginocchio da guerre e conflitti.
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