I nove principali pittori di icone russi che tutti dovrebbero conoscere (FOTO)

Oleg Makarov; Dominio pubblico/Sputnik
Le immagini sacre di santi e apostoli dipinte da questi maestri impressionano a secoli di distanza, e certi loro affreschi sembrano vivi e non toccati dalla patina del tempo

Andrej Rubljov (ca. 1350 – 1428)

Del più celebre pittore di icone (traslitterato anche Rublev) purtroppo si sa poco: nacque nel Principato di Mosca o a Novgorod negli anni 1340-1370 e intorno al 1405 fu ordinato monaco nel Monastero del Salvatore e di Andronico. È stato poi canonizzato come santo. Insieme a Teofane il Greco e Prokhor di Gorodets dipinse la Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino di Mosca. Nella Cattedrale dell’Assunzione di Vladimir realizzò gli affreschi raffiguranti gli apostoli con gli angeli e il Giudizio Universale. Qui, nel cuore del principato di Vladimir-Suzdal, Andrej Rubljov dipinse una delle prime copie dell’icona della Madre di Dio di Vladimir.

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La sua opera più famosa è la Trinità per l’iconostasi della Cattedrale della Trinità del monastero della Trinità di San Sergio. Per molto tempo l’immagine fu ricoperta quasi interamente da un prezioso rivestimento. Nel 1904 essa fu rimossa: eliminate le tracce dei successivi interventi, i restauratori finalmente ritrovarono il brillante colore dorato dello sfondo e le appariscenti vesti degli angeli. Dal 1929 al 2023, l’antica icona è stata custodita nella Galleria Tretjakov, dopo di che è stata conferita alla Chiesa ortodossa russa.

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Teofane il Greco (ca. 1340 – 1410)

Il maestro bizantino arrivò a Novgorod nel 1370. Le sue immagini si distinguevano per uno stile d’autore riconoscibile: Teofane il Greco dipingeva le figure dei santi in modo enfaticamente grande e, grazie ai tocchi luminosi, le immagini acquisivano volume. Fu lui a dipingere gli affreschi della Chiesa della Trasfigurazione di Novgorod. Si può solo immaginare quanto potessero apparire grandiosi i dipinti: fino a noi sono arrivati solo dei frammenti, inclusa l’immagine del Salvatore Onnipotente nella cupola. Teofane il Greco dipinse anche le cattedrali dell’Arcangelo Michele e dell’Annunciazione del Cremlino di Mosca. Si ritiene che al suo pennello appartenga l’icona della Madre di Dio del Don, che i cosacchi regalarono a Dmitrij Donskoj in vista della Battaglia di Kulikovo

Prokhor di Gorodets (… – non prima del 1405)

Di questo maestro si sa ancora meno che di Rubljov: ci sono pervenute solo annotazioni frammentarie. Probabilmente nacque a Gorodets o era un monaco del Monastero di Gorodets. Prokhor è anche considerato il maestro di Andrej Rubljov. Insieme a lui e a Teofane il Greco, creò gli affreschi della Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino di Mosca. A lui vengono attribuite anche immagini dedicate agli eventi della vita terrestre di Cristo e della Vergine Maria, tra cui l’“Ultima Cena”. Questa icona fu creata diversi decenni prima del famoso affresco di Leonardo.

Dionisij (1440 – 1503/08)

A differenza di Teofane il Greco e di Andrej Rubljov, Dionisij non era un monaco. Il primo pittore di icone laico proveniva dalla famiglia Chirikov, discendente del principe dell’Orda Pjotr. Lui conosceva il prezzo del suo lavoro: per l’iconostasi della Cattedrale dell’Assunzione ricevette cento rubli, una cifra colossale a quel tempo. L’opera, purtroppo, non è sopravvissuta. Ma si possono vedere le meravigliose icone e i dipinti del Monastero di Ferapont e la preziosissima immagine della Madre di Dio Odigitria, che Dionisij dipinse sulla tavola di un’icona greca gravemente danneggiata da un incendio nel Monastero dell’Ascensione di Mosca.

Daniil Chjornyj (ca. 1350 – 1428)

Non si sa da dove provenisse Daniil Chjornyj né quando abbia incontrato Andrej Rubljov, ma i pittori di icone lavorarono insieme, creando affreschi straordinariamente belli. Ad esempio, Daniil Chjornyj è l’autore dell’affresco “Il seno di Abramo” nella Cattedrale dell’Assunzione di Vladimir. Così come l’autore della “Trinità”, Daniil scelse la vita monastica nel Monastero del Salvatore e di Andronico. Nel 1430 a Mosca ci fu un’epidemia di peste, che costò la vita prima ad Andrej Rubljov e poi a Chjornyj.

Alipij Pecherskij (ca.1065 – ca.1114)

La biografia del primo pittore di icone russo si trova nel patericon del Monastero delle Grotte di Kiev (una raccolta agiografica di storie sulla fondazione del leggendario monastero). Fin dall’infanzia lui imparò a dipingere icone e partecipò alla creazione dei mosaici della Cattedrale dell’Assunzione del Monastero delle Grotte di Kiev (Kievo-Pecherskaja Lavra). Delle sue opere si diceva che avessero proprietà miracolose. C’è una leggenda secondo la quale, alla fine della sua vita, quando ormai non poteva più tenere il pennello in mano, gli apparve un angelo e dipinse un’icona in sua vece.

Simon Ushakov (1626 – 1686)

Ushakov esordì presso la Camera d’Argento del Cremlino, dove si producevano suppellettili da chiesa, articoli per la casa e decorazioni: dipingeva arabeschi e icone. E poi iniziò a dirigere i maestri della Camera dell’Armeria. Fu Ushakov ad avere l’idea di lavorare in squadra. Ogni pittore aveva la propria area di responsabilità: alcuni dipingevano i vestiti e lo sfondo, altri dipingevano i volti e altri inventavano la composizione dell’icona. Il maestro moscovita riuscì non solo a preservare le tradizioni della scuola locale, ma anche adottò lo stile pittorico occidentale. Sarà per questo che le sue icone sono molto realistiche. Così è il suo “Mandylion”, che Ushakov disegnò per la Chiesa della Trinità a Nikitniki. Inoltre lui creò la propria versione dell’immagine della Madre di Dio di Vladimir: “La piantumazione dell’albero dello Stato russo”, dove dalla Cattedrale dell’Assunzione del Cremlino cresce un albero, sui cui rami sono raffigurati i santi moscoviti in medaglioni, e sotto, dietro alle mura del Cremlino, si trova lo zar Alessio Mikhailovich con la sua famiglia.

Gurij Nikitin (ca. 1620 – 1691)

A coloro che entrano nella Cattedrale della Trasfigurazione del Monastero di Sant’Eutimio a Suzdal sembra che queste immagini non siano state toccate dalla patina del tempo, e che siano assolutamente vive. Tale effetto producono di solito gli affreschi del maestro Gurij Nikitin. Affinò le sue capacità lavorando nella squadra di pittori di Kostroma, che veniva spesso invitata a lavorare a Mosca. In particolare la squadra realizzò gli affreschi della Cattedrale dell’Arcangelo Michele del Cremlino di Mosca, dove i lavori venivano supervisionati da Simon Ushakov. Essendo un colorista insuperabile, Nikitin creò anche gli affreschi sorprendentemente vivaci e intensi nella chiesa dedicata al profeta Elia a Jaroslavl, nella cattedrale della Trinità del monastero Danilov di Pereslavl e nella cattedrale dell’Assunzione di Rostov.

Fjodor Zubov (ca. 1615 - 1689)

Maestro pittore di icone e successore di Simon Ushakov all’Armeria, Zubov prestò servizio sotto gli zar Michele (Mikhail Fjodorovich), Alessio (Aleksej Mikhailovich) e i fratelli Pjotr (poi Pietro il Grande) e Ivan Alekseevich. Eseguiva gli ordini più significativi dell’epoca: creò nuove icone per la Cattedrale dell’Assunzione del Cremlino di Mosca e le icone e gli affreschi nei monasteri Novodevichij e Donskoj. Zubov divenne l’autore del primo ritratto russo, raffigurante gli zar Mikhail Fjodorovich e Aleksej Mikhailovich davanti all’immagine sacra del “Mandylion”.

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