Il romanzo in versi di Pushkin ci accompagna alla scoperta dei piatti più serviti sulle tavole della nobiltà russa all’inizio del XIX secolo. E il protagonista del poema si rivela un vero buongustaio! Da notare che, mentre nelle cucine di San Pietroburgo si preparavano soprattutto piatti europei, a Mosca si preferiva la tradizione gastronomica russa. Al protagonista del romanzo, infatti, a Mosca viene servita una tradizionale ukha di storione, una zuppa che potete preparare anche a casa vostra seguendo questa ricetta.
Anche la famiglia dell’amata Tatiana Larina predilige la cucina russa, in particolar modo i bliny (pancake), che all’epoca venivano preparati esclusivamente con farina di grano saraceno in occasione della Maslenitsa, il carnevale russo. Qui trovate tre deliziose ricette.
Secondo Petr Petrovich Petukh, uno dei proprietari terrieri che riceve la visita del Consigliere di Collegio Chichikov (il protagonista del romanzo alla ricerca delle “anime morte”), il cibo è “una cura per la noia”. Lo si capisce dagli ordini che lui stesso impartisce al cuoco al momento della preparazione della kulebjaka, la torta salata di cui vi abbiamo parlato qui. “E la kulebjaka falla con quattro angoli: in uno mettimici le guance dello storione e il tendine dorsale, l'altro angolo farciscilo con kasha di grano saraceno e funghetti con la cipolla, e latte di pesce dolce, e cervello, e ancora quello che sai tu… (...) E che da un lato, capisci, s'indori per benino, mentre dall'altro lasciala cuocere a fuoco più dolce. E il fondo, il fondo, capisci, cuocilo a puntino in modo che si disfi, che si imbeva tutto di sugo, che non si senta neanche in bocca, si sciolga come neve”.
Uno dei protagonisti del racconto di Gogol, il cosacco Patsyuk , mangia dei vareniki (tortelloni) magici: affogati nella panna acida, “volano” in bocca quasi da soli. I vareniki con il tvorog (formaggio simile alla ricotta) sono un piatto di origine ucraina, molto diffuso anche in Russia. Difficilmente i vostri vareniki fatti in casa balzeranno da soli nella bocca dei vostri commensali, ma siamo sicuri che si riveleranno un successo! Scommettiamo? Provate la ricetta che vi abbiamo consigliato in questo pezzo.
Mangiare è una delle attività più importanti nella vita del pigro Oblomov, e non di rado il protagonista ricorda i piatti della sua infanzia. Fra questi, “un’enorme torta”, talmente grande che bastava da sola a sfamare la famiglia per un’intera settimana.
La vedova Agafya, cui è affidata la cura della casa, finisce per cucinargli una torta simile, a base di pollo e funghi: a giudicare dalla descrizione, si tratta del celeberrimo kurnik russo.
E a un certo punto del racconto, Oblomov, meditando ad alta voce, rivela: “Che miele, che kvas, che torte si preparano a Oblomovka!”. Preparate il kvas a casa vostra seguendo questa ricetta!
Anche se Stepan Oblonskij, fratello del personaggio principale, preferisce i piatti sofisticati, è costretto ad ammettere che “tutto era eccellente e meraviglioso” quando a casa del suo amico di lunga data Konstantin Levin gli viene servito il cibo russo.
Fra i “piatti semplici” della tradizione russa descritti in questo passaggio del libro vi è la zuppa di ortica. Provate a cucinarla anche voi seguendo questa ricetta.
Nei suoi romanzi Bulgakov riesce a descrivere il cibo con un tale lirismo che si viene subito colti da un leggero languorino! Anche i piatti più semplici, come l’aringa con cipolle, diventano improvvisamente appetitosi nelle descrizioni di Bulgakov. E come per magia la preparazione del borsch russo non si rivelerà così difficile! Il segreto? Seguire scrupolosamente la ricetta.
Sulla tavola della famiglia Rostov, una delle famiglie principali del romanzo, viene spesso servito il rasstegai (pasticcio al forno con un’apertura superiore e diversi tipi di ripieno). Di solito è preparato a base di pesce, ma lo si può trovare anche nella versione di carne, funghi o con carote e uova. Vi avevamo già parlato del rasstegai in questo pezzo.
In uno dei più famosi romanzi di Dostoevskij, la colazione a casa del generale Yepanchin viene descritta in maniera molto colorita: a tavola vengono serviti dolci, cotolette, zuppe, bliny, olady. E gli olady, simili ai pancakes americani, ma ancor più cremosi e saporiti, sono un vero must a colazione. Al giorno d’oggi, invece, le cotolette e le zuppe vengono servite prevalentemente a pranzo o a cena.
Le figure centrali del romanzo, Fimushka e Fomushka Subochev, sono vecchi credenti che vivono secondo le tradizioni del XVIII secolo. Non a caso, la coppia a pranzo porta a tavola (a mezzogiorno in punto) i piatti dell’antica tradizione russa: un carnevale di piatti che sorprende per abbondanza e varietà. Il menu comprende rassolnik, la zuppa di cetrioli amata anche da Gogol, la solyanka, spesso utilizzata per alleviare i sintomi della sbornia, e i syrniki, che potete preparare anche voi seguendo questa ricetta.
Turgenev andava matto per la marmellata, soprattutto per quella di uva spina. E ha trasmesso questo suo amore anche ai personaggi dei suoi romanzi: questa delizia era sempre presente nella casa dei Kirsanov, i protagonisti del romanzo "Padri e figli". Il padre della famiglia, Nikolaj Petrovich, non poteva immaginare di bere il tè senza l’accompagnamento della marmellata di uva spina!
Scoprite la ricetta della marmellata di uva spina qui!
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