Foto: Lori / Legion Media
Questa prima colazione è dedicata al tvorog: un tipo di “cottage cheese” molto utilizzato in Russia, dove viene consumato al mattino o impiegato nei dessert o come ripieno di paste e dolci. In Russia il tvorog è considerato con grande rispetto. Essere in grado di discutere intelligentemente dei modi migliori per consumarlo e di come si scelgono le qualità più pregiate suscita immancabilmente grande ammirazione in chi ascolta. Ecco perché mi sorprende constatare che una delle più comuni pietanze per la prima colazione a base di tvorog si chiama syrniki (che significa, letteralmente, “cose di formaggio”) e non tvorozhniki (“cose di fiocchi di latte”).
Tuttavia, ho notato con piacere che il Libro li chiama tvorozhniki, anche se a quanto pare questa denominazione non ha preso piede tra il pubblico in generale. Considerato solitamente un alimento troppo prelibato per essere utilizzato come ingrediente, il tvorog è spesso mangiato da solo, accompagnato da panna acida e marmellata. Ho quindi il sospetto che i syrniki siano stati inventati per utilizzare il tvorog troppo vecchio per essere consumato fresco. In Russia non si butta via nulla – e men che meno il cibo. Una tendenza culturale che abbiamo sicuramente ereditato dalle generazioni passate, costrette a tenersi stretto tutto ciò che possedevano – che si trattasse di prodotti caseari scaduti o cartine di caramelle.
Mia nonna racconta che in epoca sovietica circolava una battuta a proposito di buttare via il cibo. Tenete a mente che il verbo usato per “buttare via” e quello per “consegnare ai negozi quantità limitate di merce da vendere” era lo stesso: vykinut. Nella barzelletta, uno straniero e un russo si trovano di fronte a un negozio, e il russo dice: “To’, hanno consegnato degli alimenti!”. Al che lo straniero risponde: “Sì, anche noi gettiamo via il cibo così”. Tutti sembrano d’accordo nel dire e nel sottolineare talvolta con ironia che in Unione Sovietica le cose erano men che perfette. Tutti gli alimenti confezionati dovevano avere un’etichetta ufficiale, detta “gost”, sulla quale si affermava che l’alimento era stato preparato secondo i parametri statali.
Le varietà migliori di ogni alimento riportavano un’ulteriore etichetta di forma esagonale sulla quale era indicata la dicitura “znak kachestva” (“garanzia di qualità”). Gli stabilimenti facevano a gara per aggiudicarsi queste etichette, e potersene fregiare era motivo di gran vanto. Tuttavia il popolo era decisamente meno suggestionabile. Tra la gente comune “znak kachestva” divenne sarcasticamente sinonimo di “non avremmo potuto ottenere un risultato migliore nemmeno se ci avessimo provato”. Ho domandato a mia nonna se avesse mai scelto il tvorog o altri alimenti in base all’etichetta esagonale, e lei mi ha risposto di non esserne mai stata influenzata, e di aver sempre acquistato gli alimenti in base alla disponibilità e al costo. E nel caso si fosse trovata di fronte più varietà, di aver scelto in base alla zona di origine.
“Adesso per esempio scelgo formaggi provenienti dalla Nuova Zelanda o dalla Francia” mi ha detto, prima di ricordarsi che in Russia le importazioni di molti alimenti stranieri sono state vietate. “Volevo dire: lo facevo sino a quando è stato possibile farlo. Adesso compro prodotti provenienti dalla Bielorussia”. Temo di aver scelto la varietà sbagliata di tvorog per preparare i miei syrniki, che sono risultati gommosi. Adesso dovrò resistere alla tentazione di gettarli via e trovare forse un altro modo per prepararli (come farebbe mia nonna), senza attribuire il mio errore all’assenza di un’etichetta esagonale.
Tvorozhniki (frittelle di fiocchi di latte)
Ingredienti: 500 grmmi di tvorog (fiocchi di latte) ½ tazza di panna acida 1 uovo 2 cucchiai di burro 2 cucchiai di zucchero ½ tazza di farina ¼ di cucchiaino di estratto vaniglia
Preparazione: Passate i fiocchi di latte al tritacarne o schiacciateli attraverso un setaccio. Trasferiteli in una ciotola dai bordi alti. Aggiungete ¼ di tazza di farina setacciata, lo zucchero, il sale, la vaniglia, l’uovo e mescolate bene. Trasferite il composto su un tavolo infarinato e dategli la forma di un cilindro, che taglierete a fettine per ricavarne dieci dischi delle stesse dimensioni. Passate ciascun disco nella farina e adagiatelo in una padella ben calda nella quale avrete sciolto una piccola quantità di burro. Lasciate cuocere le frittelle su entrambi i lati sino a quando non saranno dorati. Cospargeteli di zucchero a velo o accompagnateli con marmellata o panna acida.
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