Quali alcolici bevevano gli imperatori russi?

Champagne e madeira, liquore all’anice e curaçao… i sovrani russi preferivano bevande raffinate, e solo l’ultimo zar, Nicola II, non disdegnava bere della semplice vodka con i militari

1 / Pietro il Grande

Ritratto di Pietro I di Russia; Pietro il Grande

Pietro fu il primo zar russo a bere in pubblico, non solo nelle cerchie ristrette dei cortigiani, ma anche durante feste e balli. Abituato fin dall’adolescenza ai banchetti all’europea di Nemetskaja Slobodá, il quartiere “tedesco” di Mosca, Pietro non riteneva imbarazzante essere visto bere in compagnia di ospiti stranieri durante feste allegre. Suo padre, Alessio Mikhajlovich, ordinava ai suoi boiardi di “intrattenere” gli inviati stranieri affinché carpissero loro segreti diplomatici. Ma Pietro il Grande preferiva festeggiare con gli stranieri personalmente.

Ecco come il diplomatico danese Just Juel descrisse questa pratica: “Quando rifiutavo di bere, lo Zar in persona mi si avvicinava, mi accarezzava e baciava, con una mano mi stringeva la testa, con l’altra teneva un bicchiere vicino alla mia bocca, pregandomi e dicendo parole affettuose finché alla fine bevevo il vino. Più volte ho cercato di sgattaiolare via inosservato, ero già salito sulla scialuppa due volte, ma prima che potessi partire, lo Zar stesso è salito sull’imbarcazione e mi ha riportato indietro.”

“Il matrimonio dei nani ai tempi di Pietro il Grande”, di Nikolaj Dmitriev-Orenburgskij, XIX secolo. Pietro il Grande e sua moglie Caterina sono riconoscibili sulla sinistra

Durante il varo della nave “Derbent”, il 27 agosto 1724, “Sua Maestà era di ottimo umore, e quindi a bordo della nuova nave si bevve pesantemente”, scrisse il contemporaneo di Pietro, il nobile tedesco Friedrich Wilhelm von Bergholz. “Tutti rimasero lì fino alle 3 del mattino; ma alle principesse imperiali fu permesso di andarsene a casa già entro le 9 di sera. Dopo che se ne furono andate, persino le signore rimaste dovettero bere pesantemente, motivo per cui molte di loro si sentirono male l’indomani, anche se tra di loro ce n’erano parecchie per cui qualche buon bicchiere di vino non era certo una rarità. Tra gli uomini, quando il vino iniziò a fare effetto, scoppiarono diverse dispute e non mancarono gli schiaffi… Tutte le dame che, contrariamente all’ordine dell’imperatore, non si erano presentate al varo della nave, dovettero radunarsi lì adesso. Furono intrattenute e costrette a bere pesantemente dal capitano Sheremjetev”.

Nell’ebbrezza, lo zar Pietro poteva diventare molto temibile. Il 17 marzo 1703, scrisse a Mosca al conte Fjodor Apraksin: “Non ricordo come me ne sia andato da voi, perché ero molto su di giri per il dono di Bacco; a tutti chiedo questo: se ho offeso qualcuno, perdonatemi, soprattutto quelli che erano vicini a me al momento…”.

Lo storico Aleksandr Sharymov spiega a cosa si riferisca Pietro in questo caso, parlando di offesa. Durante un banchetto a Mosca, lo zar si infuriò con l’ambasciatore olandese in Russia, Hendrick van der Hulst, “ed espresse il suo disappunto con un pugno e alcuni colpi di spada sulla testa”. Tuttavia, l’evento era stato talmente “animato” dal punto di vista alcolico che, quando il conte Apraksin cominciò a scusarsi con van der Hulst a nome dello zar, quest’ultimo rispose che lui stesso “non ricordava nulla di quanto fosse successo”.

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2 / Caterina I

Caterina I di Russia, moglie di Pietro il Grande e imperatrice di Russia dopo la morte di lui nel 1725

Anche la consorte del primo imperatore amava alzare il gomito, e il suo vizietto si acuì dopo la morte del marito, Pietro il Grande. I diplomatici stranieri riferivano da San Pietroburgo che gli affari alla Corte russa erano gestiti con estrema lentezza perché l’imperatrice era “raramente sobria”. In soli due anni di regno, le spese per l’acquavite danese e il vino ungherese per la Corte di Caterina I superarono il milione di rubli. Considerate che il reddito annuo del Tesoro russo all’epoca non superava i 10 milioni! Il segretario dell’ambasciata sassone, Frensdorf, descriveva le visite mattutine del principe Aleksandr Menshikov all’imperatrice, che un tempo, prima di conoscere Pietro, era stata la cameriera di Menshikov stesso. “La conversazione inizia invariabilmente con la domanda: ‘Cosa beviamo oggi?’. Dopo alcuni bicchierini di vodka, continuano  a bere fino alla sera; il vino si alterna a liquori locali e stranieri.”

L’ambasciatore francese Jacques de Campredon scriveva: “L’imperatrice continua a dedicarsi ai piaceri con qualche eccesso di troppo, tanto che ciò si riflette sulla sua salute”. Caterina, infatti, sopravvisse al marito di soli due anni. Morì per problemi polmonari nel 1727.

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3 / Nicola I

L’imperatore Nicola I di Russia. Alla sua morte, l’Impero Russo aveva raggiunto il massimo storico della sua espansione

L’imperatrice Anna I di Russia (Anna Ioannovna) non beveva affatto, mentre Elisabetta di Russia (Elizaveta Petrovna), se beveva alcolici, lo faceva moderatamente, probabilmente influenzata dal ricordo dell’eccessivo amore del padre per l’alcol. Né Caterina la Grande, né suo figlio Paolo, né il nipote Alessandro I furono mai visti bere alcolici. L’imperatore Nicola I non tollerava gli ubriachi e non beveva mai per divertimento e piacere. Tuttavia, vini, vodka e champagne venivano serviti alla tavola imperiale per gli ospiti e i cortigiani. Nella prima metà del XIX secolo era consuetudine iniziare il pranzo di corte con vini secchi e terminare con champagne freddo. Il vino rosso veniva estratto dalla cantina la mattina affinché si scaldasse, mentre il bianco, servito freddo, veniva tirato fuori alcune ore prima del pranzo. Lo champagne veniva versato direttamente dalla cantina, con ghiaccio.

L’imperatore Nicola era quasi astemio. La regina Vittoria scrisse di Nicola dopo un incontro personale con lui nel 1844: “Non beve mai nemmeno una goccia di vino ed è estremamente moderato nel mangiare”.

Eppure lo storico Leonid Vyskochkov ha trovato menzioni di quei rari momenti in cui Nicola beveva. Nel 1840, durante la colazione, a Nicola fu servito vino secco, a pranzo una bottiglia di Saint-Julien (vino secco di Bordeaux) e alla cena una bottiglia di birra leggera. Tuttavia, è possibile che l’imperatore abbia ordinato il vino per qualcuno dei suoi ospiti o confidenti, con cui pranzava privatamente nelle stanze imperiali. È noto che lo zar alzava pubblicamente bicchieri e coppe di champagne durante eventi solenni, come un pranzo in onore della Guardia o durante una sua visita agli studenti dell’Università di San Pietroburgo. A volte beveva anche superalcolici, ma solo “per la salute”. Una volta, durante la traversata invernale del fiume Nemunas, la carrozza dello zar sfondò il ghiaccio e finì parzialmente in acqua. Fradicio e gelato, lo zar bevve un bicchiere di rum.

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4 / Alessandro III

L’imperatore Alessandro III di Russia nella sua tenuta di campagna. Nella mano destra tiene un bocchino con una papirosa (un tipo di sigaretta russa) accesa

Il figlio di Nicola I, l’imperatore Alessandro II, non aveva una particolare passione per l’alcol. Nella sua vita quotidiana a Corte non disdegnava lo champagne Louis Roederer, ma senza mai esagerare. Tuttavia, il successivo imperatore, Alessandro III, aveva una certa confidenza con le bevande alcoliche. Come raccontava Pjotr Cherevin, capo della guardia del sovrano, “L’Imperatore amava bere, ma ‘al momento giusto’. Poteva bere molto senza alcun segno di ubriachezza, eccetto che diventava straordinariamente di buon umore, allegro come un bambino. Al mattino e durante il giorno era molto cauto riguardo alle bevande alcoliche, cercando di mantenere la mente fresca per il lavoro, e solo dopo aver completato tutti gli impegni giornalieri fino alle relazioni del giorno successivo, si permetteva di deliziarsi secondo desiderio e necessità”. Un amico di giovinezza dell’imperatore, il conte Sergej Sheremetev, ricordava: “Era moderato nel bere, ma poteva bere molto, era molto robusto e sembrava non essere mai completamente ubriaco”. Tra i vini preferiti dell’imperatore Alessandro III c’erano lo champagne e il vino “Palugyay” (ancora prodotto oggi sui Piccoli Carpazi). Ma ciò che amava di più il sovrano era il madeira. Tra le bevande alcoliche forti, prediligeva il whisky, il liquore “Curaçao” (all’aroma di arancia) e il liquore all’anice.

5 / Nicola II

Nicola II prima di una partita di tennis, il suo sport preferito

L’ultimo imperatore russo non era certo astemio. A differenza dei suoi predecessori, Nicola II beveva spesso vodka. Ad esempio, nell’agosto del 1904, scrisse nel suo diario: “Dopo aver visitato tutte le mense degli ufficiali inferiori e aver ben fatto il pieno di vodka, sono arrivato all’adunanza degli ufficiali”. Come scrive Zimin, “in parte questo era il risultato del ‘lavoro di rappresentanza’, poiché in ognuna delle numerose mense, all’imperatore veniva servito un bicchierino piuttosto grande, che lui, ‘da vero colonnello’, doveva prontamente tracannare”. Un bicchierino tradizionale dei militari russi è di circa 120 grammi. L’imperatore non beveva né vino bianco né rosso, ma solo champagne, e impose alla corte di passare a quello di produzione nazionale, l’“Abrau-Durso”. Tra le altre bevande, Nicola II, secondo lo storico Igor Zimin, apprezzava lo slivovitz dalle cantine del granduca Nicola Nikolaevich e il porto, del quale beveva un paio di bicchierini prima di pranzo. Nell’agosto del 1906, lo zar scrisse: “Rientrato a casa verso le 8. Nikolasha ci ha organizzato un ottimo pranzetto in tenda. Ho assaggiato 6 tipi di porto ed ero un po’ allegro, il che mi ha fatto dormire splendidamente”.

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