Vasilij Mitrofanov, che fu un assistente dell’imperatore Nicola I, ricorda di aver fissato l’imperatore negli occhi mentre si presentava. “Con tutto il mio coraggio, non riuscii a resistere al terribile bagliore del suo occhio sinistro, dal quale l’estremità di un chiodo arroventato brillava vivacemente e bruciava attraverso i miei occhi... Fino alla mia morte, non dimenticherò la sua brillantezza penetrante, che può mettere in imbarazzo anche persone come me, che non appartengono certo al novero dei codardi”. Ekaterina Junge, figlia del pittore Fjodor Tolstoj, ricordò che “lo sguardo dell’Imperatore, come si diceva, poteva uccidere all’istante”. Ma chi era quest’uomo dallo “sguardo mortale”?
Nicola I e suo figlio, il Gran Principe Alessandro Nikolaevich, in uno studio di artisti, 1854. Di Bogdan Villevalde (1884)
Bogdan Villevalde/Museo russo di StatoDopo Pietro il Grande, che era alto 204,5 cm, Nicola I è considerato il secondo imperatore russo più alto. Lo sappiamo da un aneddoto riportato dallo scrittore russo Ksenofont Polevoj. Dopo uno spettacolo teatrale in cui l’attore russo Vasilij Karatygin interpretava Pietro il Grande, Nicola confrontò la propria altezza con quella di Karatygin e disse che l’attore era più alto di lui: l’imperatore aveva una statura di 189 cm. “Fronte alta, occhi pieni di fuoco e di maestosità, bocca dall’espressione un po’ sarcastica, un petto da eroe, un’altezza colossale e, infine, un’andatura maestosa conferivano al sovrano un aspetto straordinario”, scrisse il conte de Passi, un contemporaneo.
L'imperatore Nicola I sulla piazza del Senato a San Pietroburgo durante la rivolta dei Decabristi, 14 dicembre 1825
Dominio pubblicoIl regno di Nicola I iniziò con un tumulto: la rivolta dei Decabristi, che cercò di rovesciare il governo dei Romanov e di installare una forma di governo repubblicana in Russia. La rivolta fu innescata da alcuni giovani funzionari e militari appartenenti all’élite dello Stato. Tuttavia, l’imperatore difese fermamente la monarchia assoluta e represse la rivolta utilizzando i militari a lui rimasti fedeli. Ma l’imperatore Nicola non era affatto contento di aver dovuto iniziare il suo regno con uno spargimento di sangue. “Sono l’imperatore, ma a quale prezzo, mio Dio! A costo del sangue dei miei sudditi”, scrisse Nicola al fratello Costantino.
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La stazione ferroviaria Nikolaevskij a San Pietroburgo
August PetzoldSotto il regno di Nicola I fu costruita la prima ferrovia russa per passeggeri, da Mosca a San Pietroburgo, e fu Nicola I a definire la larghezza dei binari russi, scegliendo lo scartamento da 1.524 mm (mentre in Europa era di 1.435). Questa decisione di Nicola ebbe conseguenze di lunga durata: grazie ad essa, i nemici europei della Russia (nazisti compresi) non poterono trasportare facilmente truppe e armamenti su rotaia in territorio russo. Ancora oggi, i treni devono essere sottoposti al cambio dei carrelli al confine russo per proseguire verso la loro destinazione.
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L'imperatore Nicola I decora Mikhail Speranskij con l'Ordine di Sant'Andrea
Aleksej KivshenkoNel 1825, quando Nicola I divenne imperatore, il sistema giuridico e governativo russo era in cattivo stato: alcune leggi, risalenti addirittura a un secolo prima, ai tempi di Pietro il Grande, erano ancora attive, insieme a molte altre, che creavano il caos nella sfera giuridica. Nicola I ordinò a Mikhail Speranskij, il principale giurista del suo tempo, di eseguire una codificazione delle leggi, che fu completata entro gli anni Trenta del XIX secolo. La “Raccolta completa delle leggi dell’Impero russo”, in 46 volumi, comprendeva tutte le leggi in ordine cronologico, mentre il “Compendio delle leggi dell’Impero russo” era il codice delle leggi penali e civili attive. Per il lavoro di codificazione delle leggi russe, Speranskij ricevette la più alta decorazione di Stato, l’Ordine di Sant’Andrea.
L'imperatrice Alessandra Fjodorovna
Franz Kruger/Museo di Stato russoNicola I si presentava ai suoi sudditi come un sovrano feroce ed esigente, ma per la sua famiglia era un padre amorevole e indulgente. Maria Fredericks, dama di compagnia a corte, ha ricordato: “L’imperatore Nikolaj Pavlovich era il padre più gentile della famiglia, allegro, scherzoso, dimenticava tutti gli impegni seri per passare un’ora tranquilla con la sua amata moglie, i suoi figli e, più tardi, i suoi nipoti”. Tuttavia, i suoi figli non erano viziati ed erano cresciuti in relativa austerità. Giocavano all’aria aperta quando volevano, indipendentemente dal tempo, imparavano a remare da un marinaio, sia maschi che femmine. Per quanto riguarda i suoi figli, Nicola li educò in stile militare, portandoli alle esercitazioni e alle manovre con altri giovani cadetti, senza dare ai principi alcuna preferenza.
Varvara Nelidova
Dominio pubblicoTuttavia, in seguito, Nicola e la moglie si allontanarono progressivamente: dopo aver dato alla luce sette figli, l’imperatrice Alessandra si ammalò e i medici le consigliarono lunghe vacanze. A quel punto, si sa che l’imperatore aveva una favorita, Varvara Nelidova. “Lo zar è ogni giorno più impegnato con la Nelidova. Va da lei più volte al giorno. Cerca sempre di starle vicino durante il ballo. La povera imperatrice vede tutto questo e lo sopporta con dignità, ma come deve soffrire!”, scrisse Maria Nesselrode, una dama di compagnia.
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Nicola I in un cantiere
Mikhail ZichiUno degli obiettivi della rivolta dei Decabristi era l’abolizione della servitù della gleba in Russia. Anche Nicola I capì, tuttavia, che la servitù della gleba ostacolava lo sviluppo del Paese. Sotto il suo regno fu costituito un Comitato segreto che discusse della possibilità di abolirla. Nel 1855, un mese prima della sua morte, Nicola disse a un alto ufficiale del governo, Dmitrij Bludov di non voler morire finché i servi della gleba non fossero stati liberati. Tuttavia, lui voleva liberare i servi della gleba solo se avessero mantenuto la loro proprietà terriera. “Solo allora sarei felice che queste persone si liberassero dalla servitù della gleba”, disse Nicola ad Aleksandra Smirnova-Rosset.
Purtroppo Nicola I non riuscì a liberare i servi della gleba durante la sua vita. Tuttavia, sotto di lui fu proibito ai proprietari di vendere i loro servi senza terra e ai servi della gleba fu permesso di uscire dalla servitù della gleba se la proprietà del loro padrone veniva venduta per debiti. Quando Alessandro II liberò finalmente i servi della gleba nel 1861, lui e i suoi giuristi utilizzarono i dati e le bozze di legge che erano state preparate sotto Nicola I.
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"In una mensa", disegno di Nicola I
Dominio pubblicoPur fra tutte le questioni importanti di cui l’imperatore doveva occuparsi, trovava sempre il tempo di praticare la musica e la pittura. In gioventù, Nicola ricevette un’istruzione come ingegnere militare, il che comportava un gran numero di disegni: ponti, cannoni, mappe, ecc. Per questo motivo divenne un buon disegnatore. Gli piaceva anche la musica e suonava diversi strumenti a fiato, e fu proprio questa sua passione a spingere suo nipote, il futuro imperatore Alessandro III, a imparare a suonare la tromba.
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