Perché lo zar Pietro I fu chiamato “il Grande”?

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Considerato un eccezionale statista, rivoluzionò la Russia, facendola entrare nel firmamento delle super potenze europee

Lo zar Pietro I aveva un carattere eccezionale. Da ragazzino non riusciva a stare fermo: camminava rapidamente, parlava a voce alta ed era in costante movimento. Da grande si rivelò un uomo particolarmente alto e vigoroso, in grado di incutere timore ai suoi sudditi. Dimostrò di essere una persona ingegnosa e arguta, dal temperamento esplosivo. Ma, nonostante la sua fama di rispettabile legislatore e comandante di guerra, non rinunciava al vizio del bere e non si faceva scrupoli ad annientare chiunque osasse disobbedirgli. 

Tuttavia, Pietro fu chiamato “il Grande” non tanto per le sue caratteristiche personali: quando il governo russo lo designò imperatore, nel 1721, conferendogli anche il titolo di “Grande”, lo fece più che altro per i suoi straordinari risultati da statista. 

1 / Creò la nobiltà russa e la mise al servizio dello Stato

Alla fine del XVII secolo lo Stato russo entrò in una grossa crisi. In buona parte, ciò fu dovuto al fatto che gli incarichi ufficiali venivano acquisiti per diritto di nascita: solo i figli dei boiardi potevano aspirare a questo titolo dell'alta aristocrazia feudale, occupando posizioni di comando come quelle di militari di alto rango o statisti. Ovviamente, non sempre queste persone avevano il talento o la preparazione necessaria per farlo. Ma Pietro pose fine a tutto ciò, e senza tanti fronzoli.

Nel 1698, giustiziò un gran numero di streltsy, ex guardie zariste che avevano cercato di rovesciare il suo governo. Dopo di che, molti boiardi di alto rango (che si erano uniti al tentativo di colpo di Stato) furono congedati dal servizio. Nel 1701, lo zar decise che la terra poteva essere posseduta solo da coloro che servivano lo Stato. Avviò inoltre dei regolari incontri riservati alla nobiltà, allo scopo di registrare tutti i nobili che avrebbero potuto servire nell'esercito o nelle istituzioni civili.

Infine, nominò a scopo puramente dimostrativo persone un tempo non nobili, attribuendo loro i titoli di conti e baroni, presi in prestito dall’Europa. Rese poi la nobiltà ereditaria, stabilendo che tutti i nobili avrebbero dovuto servire lo Stato dai 15 anni di età. Così facendo, gettò le basi per la nascita di quella nuova nobiltà russa, conforme alle usanze occidentali, che avrebbe alimentato la grandezza del paese a partire dal XVIII secolo.

2 / Fondò San Pietroburgo, la più europea di tutte le città russe

La maggior parte delle agiate famiglie di ex boiardi viveva a Mosca e dintorni. Pietro capì che avrebbe avuto bisogno di una nuova città dove poter “mescolare” i rappresentanti della neo-nata nobiltà, creando così una nuova rete sociale. Al contempo, la Russia aveva un disperato bisogno di un accesso al mare e di nuovi rapporti commerciali con l'Europa. 

La fondazione di San Pietroburgo, avvenuta nel 1703 sulle terre paludose dell’Ingria (lungo la sponda meridionale del Golfo di Finlandia), permise di raggiungere tutti questi obiettivi in una sola volta. Mosca non perse il suo status di “antica capitale” (tutti gli zar russi dopo Pietro venivano ufficialmente incoronati nella Cattedrale della Dormizione di Mosca); ma San Pietroburgo - così come sognava lo zar - divenne una città dall'aspetto europeo e organizzata in modo europeo, il che contribuì al raggiungimento di un altro importante obiettivo del regno di Pietro. 

3 / Aiutò i russi a essere più vicini agli europei 

Contrariamente a quanto si crede, Pietro non “proibì” l’uso della barba. La maggior parte dei russi viveva in campagna in condizioni di servi della gleba, e manteneva ovviamente un aspetto alquanto “barbuto”. Ma nelle città, Pietro impose il pagamento di un tributo a tutti quegli uomini che avessero portato la barba (ciò valeva per tutti i cittadini, tranne che per il clero). Venne inoltre completamente proibito il tradizionale abito russo. 

Pietro aveva intuito che, per facilitare i rapporti tra i russi e gli europei, i russi avrebbero dovuto essere più simili a loro: solo così i mercanti russi, gli studenti di legge o scienze avrebbero potuto frequentare le città europee senza attirare troppo l’attenzione per via del loro abbigliamento. Ed ecco allora che lo zar impose a tutti di indossare abiti in stile europeo.

Pietro inoltre invitò in Russia moltissimi stranieri, come Aristotele Fioravanti, per lavorare alla costruzione di navi, servire l’esercito, insegnare le scienze, organizzare imprese commerciali, fabbriche e mulini. Allo stesso tempo, mandò molti russi all'estero per studiare, così come lui stesso aveva fatto nel 1697-1698. 

Pietro, tuttavia, non si limitò ad avere solo rapporti di amicizia con i vicini europei: arrivò al punto di sfidare in battaglia il più potente stato europeo dell'epoca, la Svezia, scatenando la Grande Guerra del Nord

4 / Trasformò la Russia in una super potenza militare europea

Nella Grande Guerra del Nord (1700-1721), la Svezia si ritrovò ad affrontare una coalizione composta da Russia, confederazione polacco-lituana, Sassonia e Stato di Danimarca e Norvegia. Il motivo del conflitto riguardava il controllo del Mar Baltico e delle sue coste. 

La battaglia di Gangut, incisione di Mauritius Bakua

Con questa guerra, la Russia voleva riappropriarsi dei suoi territori nell’Ingria: terre che in precedenza appartenevano allo Tsardom di Mosca. Quando Pietro salì al potere, la Russia aveva un unico grande porto commerciale sul Mar Bianco: Arkhangelsk. Perciò un nuovo accesso al Baltico era fondamentale per lo sviluppo futuro del commercio navale. 

Per la Russia, la guerra iniziò con una devastante sconfitta a Narva il 19 novembre 1700. I russi furono costretti ad arrendersi e persero tutta la loro artiglieria contro gli svedesi. Questa battaglia dimostrò l'inefficienza dell'esercito russo. Dopo di che, Pietro avviò vere e proprie riforme dell'esercito: nuove formazioni militari, armi più moderne e nuove tattiche sul campo, sviluppate grazie all’aiuto di comandanti e ingegneri europei. 

Nel 1704 i russi presero finalmente Narva; nel 1709 schiacciarono gli svedesi nella battaglia di Poltava; e nel 1714 sconfissero la flotta svedese nella battaglia di Gangut: la prima vittoria russa in mare. La guerra si concluse solo nel 1718 con l’uccisione del re svedese Carlo XII. 

Formalmente, la pace tra la Russia e la Svezia fu messa nero su bianco dal Trattato di Nystad (1721), che finalizzò le vittorie territoriali della Russia nella regione del Mar Baltico. Dopo la vittoria sulla Svezia, la Russia si proclamò Impero russo e Pietro adottò il titolo di imperatore. Con il suo esercito riformato, il paese intraprese un cammino di crescita che lo portò a diventare una delle super potenze europee. Un processo di rinnovamento che toccò anche la sfera legislativa...

5 / Creò una nuova legislazione in tutti gli ambiti della vita russa 

Al di là delle sue abilità tattiche e militari, Pietro era anche un genio del diritto. Durante il suo regno, la Russia adottò nuove leggi e un nuovo sistema statale. Il governo era ora incarnato nei Collegi (i predecessori dei Ministeri); il Senato di governo agiva come massima autorità giudiziaria (dopo l'Imperatore). Con Pietro, l'autorità della chiesa ortodossa russa fu sottomessa allo Stato.

Lo zar emise anche personalmente numerosi ukaz (ordini) che regolavano i dettagli della vita quotidiana dei russi e riguardavano non solo la barba, ma anche la tipologia di abbigliamento e le regole di comportamento in pubblico.  
Pietro ordinò alle donne di smettere di dipingersi i denti di nero con la fuliggine (in questo video in inglese vi abbiamo spiegato perché), insegnò ai cittadini a seppellire la spazzatura in luoghi appositamente organizzati e così via… Insomma, mise mano al tessuto della vita sociale russa, rimodellandolo secondo le sue idee. E le sue riforme, in buona parte rimaste in vigore fino al 1917, gettarono le basi per la nascita della Russia moderna.

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