Il programma di Capodanno sulla tv russa in italiano maccheronico: la guida per capirne di più

Vechernij Urgant
“Ciao, 2020!” di Ivan Urgant sta avendo un grande successo anche in Italia, dove è tra le tendenze di YouTube. Ecco tutte le canzoni originali, i nomi veri, e un po’ di spiegazioni utili per fare bella figura con gli amici che ve lo mandano su WhatsApp

Il programma “Ciao, 2020!” sul Pervyj kanal (Primo canale) russo, di cui vi avevamo dato notizia nell’articolo “La trasmissione del Capodanno russo è tutta in italiano (maccheronico) e fa morire dal ridere”, è diventata estremamente popolare in Italia, tanto da scalare la classifica delle tendenze su YouTube e da rimbalzare massicciamente sui profili social e nei gruppi WhatsApp. Forse non poteva essere diversamente, visto che si tratta di un’operazione davvero ben riuscita: con una ricostruzione quasi filologica della tv trash italiana anni Settanta e Ottanta (che tanto era amata in Unione Sovietica) e la spassosa traduzione di tutti i contenuti (canzoni russe comprese) in un italiano zoppicante e spassosissimo.

Ora, noi non siamo Umberto Eco e non vogliamo farvi una lezione di semantica applicata alla televisione, ma vi daremo alcune informazioni aggiuntive che potranno farvi fare bella figura con gli amici, se il discorso finirà su “Ciao, 2020!”.

Il conduttore e gli altri personaggi

“Giovanni Urganti” è Ivàn Ùrgant (1978-) conduttore della trasmissione più seguita della seconda serata russa: “Vechérnyj Ùrgant” (“L’Urgant della sera”), su Pervyj kanal, uno show dal classico format alla David Letterman (qui una vecchia puntata con Ornella Muti come ospite). Ivan è un super figlio d’arte: sia il padre che la madre, che il nonno e la nonna paterni erano o sono celebri attori.

“Matteo Crustaldi” è Dmìtrij Khrustaljóv (1979-), spalla di Urgant nella sua trasmissione.

“Alessandro Gudini” è Aleksàndr Gudkóv (1983-). Showman, scenarista e attore, a lungo è stato co-conduttore con Urgant. Si è formato alla grande scuola del KVN, lo storico spettacolo che ha dato vita all’industria dell’umorismo russo.

“Allegra Michele” è Alla Mikhéeva (1989-), attrice di teatro e cinema e conduttrice tv. Ha una esilarante rubrica in “Vechernyj urgant” dal titolo: “Ostryj reportazh s Alloj Mikheevoj” (“Reportage piccante con Alla Mikheeva”; ma la parola “ostryj” in russo ha uno spettro di significati più ampio, tra cui anche “mordace”, “pungente”; “tagliente”). Lì, interpretando il ruolo dell’“ingenua” o della “bella ma sciocca” realizza divertenti reportage, molto brillanti, come inviata alle feste dello showbiz russo.

“Ornella Buzzi” è Olga Bùzova (1986-). Diventata famosa grazie al reality show “Dom-2” (una sorta di “Grande fratello” russo), è cantante, attrice e prezzemolina della tv russa. E, ovviamente, è una superpotenza su Instagram

“Alessandro Pallini”, presentato come “grande regista di film pornografici” (“avete visto tutti i suoi film, anche se non lo direte mai”) è Aleksandr Pal (1988-), attore di cinema e teatro e doppiatore.

Il “Papa Pippo II” è interpretato da Filìpp Kirkórov (1967-), cantante di origine bulgara (ma fin dall’infanzia a Mosca), re del pop russo, ed ex marito di Alla Pugachjóva

Le canzone iniziale e quella finale

01:30 “Cinque minuti”

Questo orecchiabile motivetto “Come stai? Tutto bene! Tutto a posto! A brindare son disposto!” è in realtà la celeberrima canzone sovietica “Pjat minut” (“Пять минут”; “Cinque minuti”). Rappresentava il momento clou della colonna sonora del film del 1956 “Karnavalnaja noch” (“Карнавальная ночь”; “Notte di Carnevale”; da intendere come “Serata in maschera” o “Serata di festa”, e non nel senso stretto del “carnevale”, visto che narra di una notte di Capodanno). La interpretava l’attrice Ljudmila Gurchenko

Ecco la canzone originale, dal film di Eldar Rjazanov (1927-2015):

49:47 “Chiesi io al frassino”

Da un capolavoro di Eldar Rjazanov all’altro: l’originale di questa canzone appare in uno dei momenti più belli ed emozionanti del film del 1975 “L’ironia del destino, oppure Buona sauna!” (in russo: “Ирония судьбы, или С лёгким паром!”;“Irónija sudbý, ili S ljógkim pàrom”), grande classico di ogni Capodanno russo, e film che si è guadagnato il primo posto nella nostra classifica dei “100 migliori film russi e sovietici della storia del cinema”. 

La canzone si intitola “Ja sprosìl u jàsenja…” (“Я спросил у ясеня…”; “Io chiesi al frassino”) ed è piuttosto toccante. Un uomo cerca la sua amata perduta e chiede dove sia al frassino, al pioppo, all’autunno, alle nuvole e così via, senza ottenere risposta, fino a quando lo chiede al suo migliore amico, il più fedele, e questi gli risponde “Era la tua amata, ora è mia moglie”. La musica fu scritta da Mikael Tariverdiev (1931-1996), ma le parole erano tratte da una poesia di Vladìmir Kirshón (1902-1938), drammaturgo e poeta piuttosto celebre negli anni Venti e Trenta, ma che, caduto in disgrazia, fu arrestato e fucilato durante le purghe staliniane.

Ecco la canzone originale, dal film di Eldar Rjazanov:

A cantare la versione italianizzata è il trio formato da “Giovanni Urganti”, “La Soldinetta” e “Vittorio Isaia”. “La Soldinetta” è la traduzione di “Monetochka” (“Monetina”), nome d’arte di Elizaveta Gyrdýmova (1998-). Noi ve ne avevamo parlato nell’articolo “Chi è Monetochka, la popstar che sta conquistando i giovani della Russia”. Il 26 dicembre scorso si è sposata con il suo produttore, l’artista Viktor (Vitja) Isaev (1987-), più noto come БЦХ (BTsKh). Qui è chiamato “Vittorio Isaia”.

Le altre canzoni

Tutte le altre canzoni presenti in “Ciao, 2020!”, tranne ovviamente “Mamma Maria” dei “Ricchi e poveri”, sono hit russe del 2020 che sono state per l’occasione tradotte in italiano e riarrangiate. E tra le migliaia di commenti su YouTube sotto la trasmissione sono tantissimi quelli che sostengono che siano migliorate dopo la traduzione! Noi vi mostriamo gli originali. Giudicate voi.

05:11 Niletto Niletti e Claudia Cocca – “Crush”

Gli artisti russi si chiamano NILETTO (all’anagrafe: Danil Prytkov; 1991-) e Klava Koka (all’anagrafe: Klavdija Vysokova; 1996-). Sulla loro canzone “Crush” potete saperne di più leggendo il nostro articolo “Dieci canzoni pop del 2020 che sono attualmente dei tormentoni in Russia”. 

08:57 Jony – “La Cometa”

In questo caso, il nome fittizio italiano dell’artista coincide  con quello vero: JONY (pseudonimo di Cahid Afrail oğlu Hüseynli, cantante russo di origini azere; 1996-), e anche il titolo dell’opera è simile: “Kometa”. Ecco l’originale:

13:22 Arti e Asti – “Bambina balla”

Anche qui nome simile all’originale: “Artik & Asti”, duo formatosi nel 2010. Il titolo è la traduzione letterale del loro “Dévochka, tantsùj”. “Balla” è da intendere come imperativo, non come indicativo. L’originale lo trovate alla 17ª posizione della nostra classifica “Le migliori canzoni russe del 2020 per la vostra playlist di Capodanno”. 

18:28 Crema de la soda – “Piango al tecno”

Il nome originale del gruppo moscovita formato da Anna Rome, Ilja Gadaev e Dima Nova è “Cream Soda”. il video della canzone “Plàchu na tekhno” (“Piango sulla techno”) è diventato famoso per essere stato girato al tempo del lockdown durante la prima ondata di Covid 19, quando anche i russi cantavano e ballavano sui balconi. Potete leggerne nel nostro articolo “Come guadagnano blogger e influencer russi durante l’auto-isolamento?” 

23:05 La Dora – “Innamorata”

“Che bello innamorarsi, infiammarsi, incrociarsi, perdere la tua testa, fulminarsi e bruciarsi”. Il testo italiano zoppica un po’, ma l’esibizione di Dora (nome d’arte di Darja Shikhanova; 1999-) è di tutto rispetto, mentre canta la versione italianizzata del suo successo “Vtjùrilas” (“Mi sono presa una cotta”). Ecco l’originale:

27:25 Nicola Bascha con Danielle Milocchi – “La baldoria”

Qua siamo alle prese con Nikolàj Bàskov (1976-), cantante lirico e pop, e Danja (Danila) Milókhin (2001-), ragazzino che è una stella di TikTok. Insieme cantano “Diko tusìm” (“Facciamo festa selvaggiamente”). Ne potete sapere di più e potete ascoltare il pezzo originale, andando alla posizione numero 5 nel nostro articolo “Dieci canzoni pop del 2020 che sono attualmente dei tormentoni in Russia”. 

30:03 Giorgio Criddi – “Ragazza copertina”

Di Egor Kreed (1994-) belloccio che sforna un tormentone dopo l’altro, considerato il “Justin Bieber russo”, vi avevamo consigliato la canzone “Serdtseedka” (“Rubacuori”) nel nostro articolo “Le dodici migliori canzoni da ascoltare per esercitarsi con il russo”. In “Ciao, 2020!” hanno italianizzato il suo recente successo “Devochka s kartinki”. Ecco la clip originale (l’attrice è la sua attuale ragazza):

34:16 Giovanni Dorni – “Cicchi”

Qua il cantante è Ivàn Dorn (1988-). La canzone si intitola “Chiki” (“Чики”) e fa parte della colonna sonora dell’omonima serie tv in otto puntate che ha avuto molto successo in Russia nel 2020. Racconta la storia di quattro prostitute, e in “Ciao, 2020!” è italianizzata come “la bella telenovella ‘Quattro putane’” (sic). Al minuto 31:31 “Giovanni Urganti” presenta tre delle attrici protagoniste (la quarta non è presente perché “sta lavorando”): Barbara Cinicchio, Irenuccia Michelucci e Irene Nosa. Nella realtà sono Varvara Shmikova, Aljona Mikhajlova e Irina Nosova. L’assente “Elena Gorbacetti” è Irina Gorbachjova. 

Ecco l’originale della canzone:

37:02 Julia Ziverti – “Credo”

Zivert è il nome d’arte con cui si esibisce Julija Zivert (1990-), talento dell’electronic pop. E, secondo noi, uno dei “Sette grandi talenti che vi faranno finalmente innamorare della musica russa”. Qui canta la versione italianizzata della sua “Сredo”. Ecco l’originale:

41:01 Piccolo Grandi  – “Mamma Maria”

Unica vera canzone italiana della serata, “Mamma Maria”, successo dei “Ricchi e Poveri” del 1982, viene interpretata dai “Piccolo Grandi”, che in realtà sono i “Little Big”, gruppo famosissimo di cui potete sapere di più leggendo il nostro articolo “Il successo virale dei Little Big, la band rivelazione di San Pietroburgo”.

Alcune sottigliezze

Il programma era naturalmente tutto pensato per il pubblico di lingua russa, che lo ha seguito leggendo i sottotitoli in russo. In alcuni punti per lo spettatore italiano diventa difficile o impossibile capire allusioni e battute. Facciamo solo un paio di esempi:

3:25 Il taxi di Como

“E stasera ci guarda tutta l’Italia: Roma, Milano, Napoli, Genova, Venezia, Bologna. Como…”, dice il presentatore “Giovanni Urganti”. Sentendo “Como”, interviene la sua spalla “Matteo Crustaldi”: “Qualcuno ha detto Como? Ho una storia legata a Como. Una volta ho preso un taxi e mi sono svegliato sul lago di Como!”. Tutti ridono a crepapelle. Difficile farlo se non si sa che Matteo Crustaldi, o meglio Dmitrij Khrustaljov, a fine novembre, mentre stava andando dalla madre in taxi, ha avuto un mancamento. Il tassista, vedendo che aveva perso conoscenza, lo ha portato in ospedale, dove si è presto ripreso poco dopo. Ma sui media sono uscite per almeno tre giorni notizie che lo davano “in coma” e ipotizzavano che avesse il Covid se non qualcosa di peggio. L’autoironia nera, funziona particolarmente bene, anche perché, per via della o non accentata, in russo “Como” e “coma” si pronunciano praticamente in modo identico.

39:30 La canzone di Enrico Carlacci

“Giovanni Urganti” introduce un “ospite straordinario, l’attore comico Enrico Carlacci”. Si tratta di Gàrik (Igor) Kharlàmov (1981-), attore, umorista, presentatore del “Comedy Club” e cantante. Gli chiede di entrare nei panni di uno dei suoi personaggi, “Edoardo Bruttelli” (il personaggio nella realtà russa si chiama “Eduàrd Suróvyj”, con “surovyj” che significa “severo”) e di “inventare uno stornello sul nostro programma”. Attacca, tra le risate generali: “Tu puoi lasciare…”. Questo innocente insieme di parole suona infatti come “tupój lashàra” (“тупой лашара”): “stupido sfigato” in russo.

E di momenti simili, dallo sketch del bingo con tutti i numeri in “sessanta” e le inquadrature sul procace seno di “Allegra”, alle risposte di Danja Milokhin tutte tratte da una sua celebre canzone, ce ne sono a bizzeffe. Ma anche senza poter capire tutte le allusioni, i doppi sensi, gli inside joke, almeno a giudicare dai numeri di YouTube, agli italiani “Ciao, 2020!” è piaciuto un sacco.


Tutto quello che c’è da sapere su “Goluboj Ogonjok”, il tradizionale show tv del Capodanno russo 

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