Perché un ragazzo straniero sceglie di iscriversi a un’università russa

Kira Lisitskaya (Foto: archivio personale; ZUMA Press, imageBROKER.com, Sergej Voronin/Global Look Press)
Kristian Fors viene da Los Angeles, California, e sta facendo un master all’Istituto Statale di Mosca per le Relazioni internazionali (MGIMO). All’inizio, come per molti suoi connazionali, la Russia era qualcosa che andava oltre l’esotico; una sorta di Hogwarts di Harry Potter. Ma ora ci spiega perché si è innamorato del Paese e del suo avere “una propria sfera di civiltà, che coesiste con l’Occidente, ma è in gran parte indipendente dalla sua influenza”

“Se ti trovi in una situazione di crisi, ad esempio, se sei nello Yemen e hai bisogno di far sapere che sei un amico del popolo ceceno, di’ semplicemente questa parola e sapranno che sei un fratello”.

Come studente a Mosca, ho avuto l’opportunità di viaggiare molto in Russia e queste sono state le ultime parole che la nostra guida turistica ha detto a me e al mio amico mentre ci congedavamo nel centro di Groznyj, in Cecenia. Ad oggi, non capisco come la parola che ci ha insegnato possa aiutarci nello Yemen, ma tuttavia, ho apprezzato la sincerità con cui ci parlava.

La nostra guida era un amico di un amico di un amico che aveva appena finito di mostrarci le montagne cecene per un giorno intero. Ci aveva portato dal centro di Groznyj nella natura selvaggia e ci aveva mostrato fiumi, cime e valli. Ci ha fatto conoscere la cucina del Caucaso e ci ha fatto mangiare molto bene. E, cosa più sorprendente, anche se gestisce una sua compagnia turistica, ha fatto tutto questo gratuitamente.

Eravamo in Cecenia come ospiti, e nel Caucaso questo significa davvero qualcosa. 

Kristian e il suo amico sulle montagne della Cecenia

Come americano, questo tipo di comportamento era letteralmente inimmaginabile per me. Ma quasi tutto quello che ho visto in Russia era inimmaginabile per me!

Le mie esperienze in Cecenia, oltre a quelle in molte altre parti della Russia, sono il motivo per cui amo così tanto questo Paese. Dalle montagne del Caucaso ai vicoli dostoevskiani di San Pietroburgo, la Russia è un posto pieno di diversità e gemme nascoste che aspettano solo di essere scoperte.

E, naturalmente, se volete imparare quella parola “magica” che potrebbe togliervi dai guai nello Yemen, dovrete andarci da soli in Cecenia! Io non ve la rivelo!

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Come molti ragazzi americani, ho sempre avuto un interesse per la Russia. La caduta dell’Unione Sovietica ha avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare americana, un’eredità che ha attirato la mia attenzione come ragazzo cresciuto negli Stati Uniti nei primi anni Duemila. Anche se non ero ancora nato ai tempi dell’Urss, le immagini che ho visto nei nostri videogiochi, nei libri e nei media mi hanno fatto sognare come fosse la vita di allora, popolando la mia immaginazione di immagini di uomini sovietici che indossavano colbacchi di pelliccia sulla Piazza Rossa. Il mio interesse si è evoluto in una passione più concreta nel corso degli anni, dopo che il mio insegnante di inglese del liceo mi ha spinto a conoscere meglio la letteratura russa e ho iniziato a leggere le opere di Tolstoj e Dostoevskij.

Nel sistema universitario americano, gli studenti possono iscriversi a qualsiasi corso che vogliono, anche se non corrisponde al loro campo di studi. Così, anche se all’università mi stavo specializzando in economia, decisi di iscrivermi a un corso introduttivo di lingua russa, ed è qui che la mia passione per la Russia è andata fuori controllo.

Ricordo come se fosse oggi quando all’inizio della prima lezione di russo il nostro insegnante ci salutò con un bello “Zdravstvujte!” (Здравствуйте!) e rimasi a bocca aperta, chiedendomi in che guaio mi fossi cacciato.

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Avendo già studiato lo svedese, una lingua in qualche modo simile all’inglese, ho capito subito che imparare il russo non sarebbe invece stata una passeggiata. Ciononostante, ero incuriosito dalla sfida e mi sono ossessionato con l’idea della padronanza della lingua. In effetti, ero così dedito all’apprendimento del russo e mi interessava così tanto la cultura che, dopo un solo semestre, ho deciso di andare a studiare a San Pietroburgo.

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Il periodo di studio a San Pietroburgo

Andare in Russia per me era come andare in una terra di fantasia. Immaginavo una Hogwarts di Harry Potter: un luogo di finzione in cui non si può arrivare veramente. È un posto che esiste solo nella tua testa. Ora immaginate se improvvisamente aveste l’opportunità di andare davvero a Hogwarts. Questo è quello che è stato per me quando sono arrivato in Russia per la prima volta. All’improvviso, mentre l’aereo si abbassava su San Pietroburgo, i palazzoni sovietici che avevo visto solo in foto mi sono apparsi davanti agli occhi, e ho capito che ero davvero in Russia.

All’arrivo, sono stato accompagnato da qualcuno dell’amministrazione dell’università al dormitorio, l’obshchaga; un complesso di cemento grigio sorvegliato da diverse “babushka”, e chiaramente un residuo del periodo sovietico. La mattina dopo, mentre passeggiavo per le strade di San Pietroburgo coperte di neve, sono stato accolto da una società priva di qualsiasi sorriso o di emozioni apertamente dimostrate; una cultura che sembrava diversa in ogni modo concepibile rispetto a quella della mia nativa California.

A San Pietroburgo durante il periodo di Erasmus nel 2020

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Uno dei più grandi choc culturali per me è stato quando la rete di studenti Erasmus dell’Università Statale di San Pietroburgo ha organizzato una festa “all you can drink” in una dacia (una casa di campagna) nel bel mezzo del nulla russo. Questo era letteralmente inimmaginabile per me, dato che negli Stati Uniti, l’alcol non si troverebbe mai in un evento legato in qualche modo all’università.

Ho avuto davvero un’esperienza incredibile durante il mio programma di scambio a San Pietroburgo.  

Il popolo russo che ho incontrato era così “genuino” e tutti sembravano così sinceri. Non c’era nulla di politicamente corretto o chiacchiere di cortesia. I russi erano disposti a discutere di tutto e di più, me senza inutili dialoghi sul tempo o saluti in ascensore. 

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Ho letteralmente sentito dei russi chiedere agli stranieri, che sono più inclini a scambiare qualche parola di convenienza: “Perché parli senza dire niente?”

C’è una certa genuinità che si esprime nello stile di vita russo e che io adoro, che è esemplificata notoriamente nel fatto che i russi non sorridono a meno che non ci sia un buon motivo per farlo. Se piaci a un russo, lo saprai, e allo stesso modo, se non gli piaci, lo saprai sicuramente!

Davanti all’Ermitage, a San Pietroburgo

Mi sono reso conto di aver scoperto un popolo che amo veramente e di non sentirmi pronto a lasciare tutti i miei nuovi amici e le mie crescenti nozioni linguistiche. Non ero pronto ad andarmene!

“L’Harvard della Russia”

Dopo essere tornato a casa, ho fatto domanda per un master in Russia e mi sono iscritto all’Istituto Statale di Mosca per le Relazioni internazionali  (MGIMO), un’università che lo statista americano Henry Kissinger sosteneva essere la “Harvard della Russia”. 

Sapevo che la Mgimo aveva una grande reputazione in Russia, ma non capivo bene quanto.

Dopo essere atterrato a Mosca, sulla strada per il dormitorio, abbiamo iniziato a parlare con il tassista, che era del Kirghizistan. Mi diceva ripetutamente: “Mgimo? ben fatto!”, più e più volte. Me lo avrà detto probabilmente una ventina di volte. È stato proprio allora che ho realizzato che la mia esperienza sarebbe stata incredibilmente unica.

Di fronte all’Istituto Statale di Mosca per le Relazioni internazionali  (MGIMO)

Dopo aver raggiunto l’edificio della Mgimo ed essere entrato per la prima volta nell’università, sono rimasto scioccato nel vedere che molti degli studenti maschi indossavano giacca e cravatta. Questo era in netto contrasto con le università degli Stati Uniti, dove gli studenti spesso indossano solo i pantaloni della tuta o addirittura il sotto del pigiama (!!) a lezione. Sono stato anche sorpreso dal vedere veicoli con targa diplomatica che si fermavano spesso all’università. Molti studenti arrivavano all’università in Mercedes G-Wagon nere, come in un film di James Bond.

Studiando alla Mgimo mi sono sentito veramente come se fossi immerso in un mondo nascosto, il mondo dell’élite russa; un mondo che una persona nata a Los Angeles non avrebbe mai dovuto vedere.

La varietà della Russia

Mentre la mia esperienza a San Pietroburgo mi ha fatto vedere l’immagine tradizionale della Russia che la maggior parte degli americani ha in testa, a Mosca  ho veramente sperimentato la diversità della Russia e di questa parte del mondo.

Alla giornata di benvenuto all’università, ho incontrato persone provenienti da decine di posti che la maggior parte degli americani non ha mai sentito nominare. Mentre camminavo tra gli stand dei club studenteschi, sono stato invitato dagli studenti a provare il cibo delle varie repubbliche della Russia, come la Cecenia e la Calmucchia, oltre a quello di altre parti dell’ex Unione Sovietica. 

Imagino che “Prego, provate la nostra torta salata osseta” sia una frase che non è mai stata pronunciata in nessuna università dell’Occidente.

In un ristorante turkmeno a Mosca

Questa diversità non è esclusiva dell’università, tuttavia, e si applica a Mosca più in generale. A Mosca, ci sono persone e ristoranti da tutto il mondo, anche da posti come il Turkmenistan e la Corea del Nord. Io e i miei amici ci siamo sforzati di provare molte di queste diverse cucine. Quando sei a Roma, mangia come i romani, ma quando sei a Mosca, beh… mangia come un turkmeno, un georgiano o…

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È stato proprio l’essere esposto a tale diversità a farmi sviluppare un interesse per viaggiare nelle parti meno frequentate della Russia, come il Daghestan e la Cecenia. Nonostante il fatto che il Dipartimento di Stato americano consigli ai cittadini americani di non andarci, e che la maggior parte dei miei amici, sia russi che stranieri, mi abbia avvertito che avrei potuto essere ucciso o rapito nel Caucaso, ho deciso di abbracciare lo spirito di avventura e di andarci comunque. 

L’aeroporto di Groznyj, in Cecenia

Quando io e il mio amico siamo stati accolti da un enorme ritratto dell’ex leader ceceno Akhmad Kadyrov sulla parete esterna dell’aeroporto di Groznyj, ho capito che non eravamo più nella Russia a cui ero abituato.

Amo che la Russia abbia posti come la Cecenia e il Daghestan! Amo il fatto che, all’interno di un solo Paese, si possano sperimentare così tante culture e conoscere popoli diversi.

La Russia è una gemma culturale ben conservata

Una delle cose che amo di più della Russia è quanto sia culturalmente conservata rispetto al resto dell’Europa. Mosca, e la Russia in generale, è veramente il centro del proprio sottosistema regionale e della propria sfera di civiltà. Questa sfera coesiste con l’Occidente ma è in gran parte indipendente dall’influenza dell’Occidente.

Penso che questo sia meglio esemplificato da uno scambio buffo che ho avuto con un tassista originario del Kazakistan. A Mosca, c’è una catena di cibo dell’Asia centrale chiamata “Chaihona”, con molte sedi.

Mentre stava guidando, mi ha chiesto: “Negli Stati Uniti, c’è Chaihona?”. 

Ho sorriso in risposta e ho detto: “Assolutamente no”.

Ovviamente, non abbiamo catene di ristoranti dell’Asia centrale negli Stati Uniti, ma il fatto che quest’uomo non lo sapesse e pensasse in tutta onestà che potessero esserci, dà un’idea dell’abisso tra i due mondi.

Sulla Piazza Rossa a Mosca

La Russia è veramente una sfera culturale preservata. E come viaggiatore che cerca costantemente di trovare l’autenticità, questo mi piace molto. 

Al momento, ho trascorso quasi due anni in Russia e in altre parti dell’Europa orientale e questa è veramente l’avventura di una vita. Non so se riuscirò mai a convincermi veramente a lasciare la Russia, perché ogni volta che me ne vado, anche per una settimana, voglio tornarci immediatamente. 

Forse, dovrò ricorrere a passare la mia vita in Russia solo per finire di imparare completamente le particolarità della grammatica russa! 

A parte gli scherzi, questi ultimi due anni sono stati davvero illuminanti e consiglio vivamente a chiunque abbia anche solo un briciolo di curiosità sulla Russia di prendere in considerazione di studiare lì. Fare un periodo di studio all’estero è una cosa, ma un’altra è iscriversi in un’università russa e integrarsi completamente nel sistema educativo. È un’esperienza che apre gli occhi e dà accesso a idee ed elementi culturali che vanno ben oltre uno scambio Erasmus.

Tuttavia, ovunque la mia carriera mi porterà, non importa se a lavorare in Russia, con i russi, o lontano da loro, sono completamente soddisfatto della mia decisione di tornare in Russia per il mio master. Sarò sempre felice di aver studiato alla Mgimo, sono molto orgoglioso dell’università scelta e avrò sempre il più profondo rispetto e amore per il popolo russo.

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