I cinque migliori film sulla vita di Lenin da vedere online

Il leader della Rivoluzione è il principale protagonista del cinema sovietico: su di lui furono realizzate decine di pellicole. In ogni periodo storico la sua figura varia, così come gli attori che l’hanno interpretato

1 / “Ottobre” (1927) – Sergej Ejzenshtejn

La prima persona a interpretare il ruolo di Lenin fu Vasilij Nikandrov, un operaio di un impianto metallurgico in pensione e attore dilettante, che stupì i contemporanei per la sua somiglianza con il leader bolscevico. È vero, Nikandrov era più corposo e, grazie agli sforzi di Ejzenshtejn, apparve sullo schermo una figura monumentale, che faceva tremare lo spettatore. Alla sua prima apparizione, Lenin salta su un autoblindo con uno striscione in mano e alla luce dei riflettori carica la folla con discorsi rivoluzionari. Il film è muto: non sentiamo la voce, ma vediamo i gesti e la maniera di parlare. Il vento fa volare il suo cappotto come un mantello da supereroe.

L’interpretazione di Nikandrov in “Ottobre” (in russo: “Октябрь”; “Oktjabr”) piacque molto alla vedova di Lenin, Nadezhda Krupskaja, ma, ad esempio, fece arrabbiare Vladimir Majakovskij: “È disgustoso vedere quando un uomo assume pose simili a Lenin e fa movimenti del corpo simili ai suoi, ma dietro questa apparenza si sente un vuoto completo; una totale mancanza di pensiero”. Oltre a “Ottobre”, Nikandrov interpretò Lenin nel film di Boris Barnet “Mosca a ottobre” (1927) e in “1917”, una pièce messa in scena al Teatro Malyj.

LEGGI ANCHE: Ejzenshtejn, cinque curiosità sul genio che sognava il cinema a colori 

Ejzenshtejn girò “Ottobre” già godendo dello status di “classico vivente” dopo il successo mondiale della “Corazzata Potemkin”. Il nuovo film era concepito come pellicola ufficiale per il 10° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, quindi al regista vennero date possibilità senza precedenti: tutte le riprese non vennero effettuate in studi di posa, ma nei luoghi degli eventi reali. In particolare, a Ejzenshtejn fu concesso di avere una folla di comparse armate nel Palazzo d’Inverno, dove nell’ottobre 1917 aveva sede il Governo Provvisorio, il cui potere fu rovesciato dall’Armata Rossa. Gli storici sono convinti che Ejzenshtejn non abbia cercato di ricostruire i reali eventi dell’Ottobre, ma abbia deliberatamente creato un mito, aumentando radicalmente il numero dei partecipanti all’assalto.

Clicca qui per vederlo in italiano su perestroika.it 

LEGGI ANCHE: I film russi da vedere per capire la Rivoluzione del 1917 

2 / “Lenin in ottobre” (1937) – Mikhail Romm

Dopo tanti film muti, in questo film, Lenin, finalmente, parla. L’attore Boris Shchukin creò l’immagine canonica del leader bolscevico: un uomo del popolo. Una persona con uno sguardo sornione, persino caustico, al cui fascino è impossibile resistere. Il film ritrae nuovamente il colpo di Stato con cui i bolscevichi prendono il potere, mettendo fine all’esperienza del governo provvisorio. È uno dei momenti più tesi della biografia di Lenin e dei suoi seguaci, ma non vediamo né stress né eccitazione, e tutto ciò che accade è più simile a un gioco. Due anni dopo, Shchukin sarebbe tornato a recitare nel sequel “Lenin nel 1918”.

“Lenin in ottobre” (in russo: “Ленин в Октябре”; “Lenin v Oktjabré”) fu girato per il 20° anniversario della Rivoluzione, durante il periodo del culto della personalità di Stalin e all’apice della repressione, quindi il prezzo per un errore poteva essere estremamente alto. Tuttavia, il giovane regista Mikhail Romm, che in seguito avrebbe realizzato uno dei principali film del Disgelo, “Nove giorni in un anno” (1962), e che avrebbe formato diverse generazioni di registi (Andrej Tarkovskij, Sergej Solovjov e altri), riuscì ad accontentare tutti. Compreso Stalin, che viene ritratto come uno stretto collaboratore di Lenin e un partecipante attivo agli eventi dell’Ottobre. Sotto Khrushchev, con la destalinizzazione e la denuncia del culto della personalità, tutte le scene con Stalin furono tagliate.

Clicca qui per vederlo con i sottotitoli in italiano su “Cortina di ferro”  

LEGGI ANCHE: Mikhail Romm, il regista che diresse il primo film su Lenin e raccontò meglio di tutti il fascismo 

3 / “Lenin in Polonia” (1965) – Sergej Jutkevich

Insieme a Romm, Sergej Jutkevich è uno dei principali autori del cinema sovietico. A lui si devono sei film sul leader del proletariato. Allievo di Vsevolod Mejerkhold e collaboratore di Ejzenshtejn, Jutkevich sopravviverà a quasi tutti i suoi colleghi della generazione d’avanguardia degli anni Venti (morirà nel 1985), pur rimanendo un formalista sperimentale fino alla fine della sua vita. Ad esempio, “Lenin in Polonia” (in russo: “Ленин в Польше”; “Lenin v Polshe”) è stato girato sotto la chiara influenza della prosa di Proust e Joyce e del cinema d’autore occidentale.

La trama si svolge nel 1914, quando il leader bolscevico era in esilio nelle terre polacche dell’Austria-Ungheria. Lì fu arrestato dalla polizia locale perché sospettato di spionaggio a favore dell’Impero russo (!). Rinchiuso in una cella, senza giornali, libri o comunicazioni, Lenin è immerso nei suoi pensieri, ed è questo “flusso di coscienza” che il regista ha cercato di far vedere. Per tutto il film sentiamo solo la voce fuori campo del protagonista, che esprime i suoi pensieri in libertà e commenta gli eventi della biografia di Lenin.

Maksim Straukh, che interpreta Lenin, è più un intellettuale che l’“uomo del popolo” di Shchukin: è costantemente impegnato in riflessioni dialettiche, pensa, ripensa, ed è pieno di simpatia. Non a caso, un altro ruolo famoso nella filmografia dell’attore è quello del dottor Ajbolit (la versione sovietica del dottor Doolittle). Straukh interpretò Lenin in sei film e tre opere teatrali. Per “Lenin in Polonia”, Sergej Jutkevich vinse il premio del Festival di Cannes per la migliore regia.

4 / “Shestoe Ijulja”; ossia: “Il sei luglio” (1968) – Julij Karasik

Il film (in russo: “Шестое июля” ) è dedicato a un breve episodio della Guerra civile: la ribellione nel luglio 1918. Dopo la Rivoluzione d’ottobre, il Partito socialista rivoluzionario, che esprimeva gli interessi dei contadini, e il Partito bolscevico, che parlava più a nome degli operai, formarono una coalizione di governo che andò in frantumi sulla questione della partecipazione o meno alla Prima Guerra Mondiale. I bolscevichi salirono al potere grazie al sentimento antibellico, e così nel marzo 1918 conclusero frettolosamente la pace di Brest-Litovsk, estremamente sfavorevole per la Russia, con i tedeschi. Gli alleati si opposero.

LEGGI ANCHE: Trattato di Brest-Litovsk, quale prezzo pagò la Russia per uscire dalla Prima guerra mondiale?

In questo film dell’epoca del Disgelo vediamo un Lenin completamente diverso: l’attore Jurij Kajurov (che ha al suo attivo 18 film su Lenin) non si concentra sulla erre moscia e non ripete la gesticolazione che è diventata un simbolo del padre della Rivoluzione. Per la prima volta vediamo il Lenin politico, che rimane fuori dal primo piano e conduce un acuto intrigo contro i suoi avversari. Il film è presentato in uno stile semi-documentaristico: tutti i personaggi sono più realistici che nei film storico-rivoluzionari del passato.

5 / “Toro” o “Taurus – Il crepuscolo di Lenin ” (2001) – Aleksandr Sokurov     

Aleksandr Sokurov, uno dei più brillanti registi del cinema d’autore della nuova Russia, ha realizzato un film su un episodio della biografia di Lenin che non si sarebbe certo potuto girare negli anni sovietici: il lento declino fisico del leader.

Tutti gli eventi del film (in russo: “Телец”; “Teléts”) si svolgono in un giorno d’estate. Lenin (interpretato da Leonid Mozgovoj) sta vivendo i suoi ultimi mesi nella sua residenza di Gorki. La sua memoria non è buona, il suo corpo cessa di obbedire. Infine, la tortura più straziante per un politico: viene tagliato fuori dal mondo esterno e non decide più nulla, sebbene sia formalmente indicato come capo del partito. Non potendo sopportare questa agonia, Lenin chiede a Stalin di procurargli del veleno. Lui promette di discutere la questione al Politburo.

“Toro” è il secondo film del ciclo di Sokurov sul potere, che comprende anche un film su Hitler, “Moloch”, uno sull’imperatore Hirohito, “Il sole”, e un adattamento del “Faust” di Goethe (che ha vinto il Leone d’Oro a Venezia), nonché il recente “Fairytale – Una fiaba”, una parabola che vede i potenti nell’aldilà.


LEGGI ANCHE: Cinque film del leggendario regista Aleksandr Sokurov 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie