Soviet films Scene from the movie 'October: Ten Days That Shook the World' Directed by: Sergej / Sergei M. Eisenstein, Grigori Aleksandrov USSR 1927 Produced by: Sovkino Vintage property of ullstein bild
Getty ImagesI fatti degli 1917 russo, la guerra civile all’indomani della Rivoluzione e l’inizio del nuovo corso sovietico sconvolsero il mondo dell’arte e continuano ancora oggi a ispirare pittori, scrittori, ma anche architetti e compositori. I registi non fanno eccezione. Ecco sei film che permettono di capire e riflettere meglio sulla storia e i sentimenti umani dell’epoca rivoluzionaria.
1. Ottobre. I dieci giorni che sconvolsero il mondo (“Oktyabr’”), 1927
È la parte conclusiva della trilogia di Sergej Ejzenshtejn al quale, per ammissione dello stesso regista, la Rivoluzione “ha donato la cosa più importante: mi ha reso un artista”. Il trittico rivoluzionario inizia con il film d’esordio, “Sciopero” e continua con la potente pellicola “La corazzata Potemkin” sulla rivolta dei marinai del 1905. “Ottobre” è la quintessenza della raffigurazione cinematografica degli eventi rivoluzionari. Dalla demolizione del monumento a Nicola II al discorso di Lenin che annuncia la vittoria della rivoluzione. La scena principale e arcinota è l’assalto dei marinai al Palazzo d’inverno, un’immagine artefatta, ma entrata in quasi tutti i documentari che racconto i fatti del 1917 russo.
2. Chapaev, 1934
Film d’avventura dei fratelli Vasilev sull’intrepido soldato dell’Armata rossa Vasilij Chapaev e i suoi compagni Petka e Anka in lotta contro i bianchi. Il film dei Vasilev sulla guerra civile in Russia e sulla mitologia degli eroi di quell’epoca che dagli schermi cinematografici si sciolse in aneddoti e leggende metropolitane, riscuote ancora oggi un certo successo. Il racconto eroico su Chapaev fu tra i favoriti degli spettatori e dei critici, ricevette il premio del primo Festival del cinema di Mosca e venne molto apprezzato da Stalin. Ancora oggi è molto amato, per esempio dal Presidente della Federazione russa Vladimir Putin che lo considera il suo film russo preferito.
3. Lenin nell’ottobre (“Lenin v oktyabre”), 1937
Girato vent’anni dopo la Rivoluzione il film di Mikhail Romm si concentra sulla figura di Lenin, presentato all’inizio come una persona nevrotica e un po’ buffa, ma senza dubbio come genio della rivolta. Secondo i ricordi dei contemporanei Boris Shchukin interpretò la parte del condottiero con una tale maestria che i primi spettatori, all'apparire del protagonista, si alzarono e applaudirono, come se si fossero trovati davanti a Lenin redivivo.
Il film venne distribuito anche negli Stati Uniti e in America Latina, i critici stranieri sottolinearono che il Lenin nell’interpretazione di Shchukin era “interessante, a tutto tondo e accattivante”.
4. La fuga (“Beg”), 1970
È la trasposizione in due puntate delle opere di Mikhail Bulgakov (in particolare della pièce “La fuga” e del romanzo “La guardia bianca”) con un cast eccezionale capitanato da Lyudmila Saveleva (la Natasha Rostova di “Guerra e pace” di Sergej Bondarchuk, premio Oscar nel 1969) e da Aleksej Batalov (il Gosha di “Mosca non crede alle lacrime”, premio Oscar nel 1980). In gara al Festival di Cannes del 1971 la pellicola di Aleksandr Alov e Vladimir Naumov mette in scena la fine, avvenuta durante la rivoluzione, di qualsiasi riflessione morale ed etica, le difficoltà dell’emigrazione e lo sbandamento dell’intelligentsiya nel nuovo corso storico sovietico.
5. Colpo di sole (“Solnechnyj udar”), 2014
Il recente film del premio Oscar Nikita Mikhalkov è tratto dal breve racconto omonimo di Ivan Bunin e dai suoi diari “Giorni maledetti” (“Okoyannye dni”) nei quali lo scrittore descrive la rivoluzione come una catastrofe che ha diviso il Paese. “Colpo di sole” si svolge nell’autunno del 1920, quando un capitano senza nome del vecchio esercito zarista si ritrova in un lager speciale dei bolscevichi, torna con la memoria a un suo fugace amore, alla vita prima della guerra e si chiede “Come è successo?”. Attraverso immagini romantiche e rimandi diretti ai film di Sergej Ejzenshten Mikhalkov cerca di ripensare gli eventi accaduti un secolo prima e che hanno per sempre cambiato il Paese e i suoi abitanti.
6. Gli angeli della rivoluzione (“Angely revolyutsii”), 2014
Una storia originale sulle conseguenze dei fatti rivoluzionari, girato da Aleksej Fedorchenko, regista premiato al Festival di Venezia (“I primi sulla Luna”, “Silent Souls”), che racconta di un gruppo di rivoluzionari provenienti dal mondo dell’arte, sbarcati nella tajga per “illuminare” gli abitanti locali. Gli eroi di Fedorchenko prendono spunto dagli artisti dell’avanguardia degli anni Venti: pittori, architetti, musicisti e molti altri. Un girandola di avvenimenti, arricchiti dalla fantasia dell’autore, mostra il confronto tra i cittadini più progressisti dell’Unione Sovietica e i piccoli popoli della Siberia e della Russia del Nord, ancora ben lontani dagli slogan rivoluzionari.
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