Aleksandr Belov (interpretato da Stanislav Ljubshin) è una spia sovietica che è riuscita a infiltrarsi nell’Abwehr tedesca e a ottenere l’accesso a informazioni segrete cruciali. Appare come un uomo comune, non un superuomo. Per la prima volta nel cinema sovietico, in “Shchit i mech” (“Щит и меч”) i nazisti non sono mostrati come dei mostri caricaturali, ma come dei rivali intelligenti e astuti.
Non si tratta nemmeno di una serie tv, ma di un’intera epopea in quattro film, e di una delle prime opere serie sulle spie sovietiche. Fu realizzato per il 50° anniversario del servizio di intelligence estera del Kgb e nel 1968 i film uscirono uno dopo l’altro nell’arco di due mesi. Furono proiettati nei cinema e riscossero un enorme successo. La canzone che dà il titolo al film, “S chegó nachinaetsja Rodina” (“Da che cosa inizia la Patria”), divenne una vera e propria hit ed è rimasta un classico. Secondo Ljubshin, che ha interpretato il ruolo principale, è stata questa saga cinematografica a influenzare la decisione di Vladimir Putin di entrare nel Kgb.
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Tre agenti del Dipartimento di Investigazione Criminale di Mosca (nel titolo “Следствие ведут ЗнаТоКи”, “Sledstvie vedut Znatokí”; ZnaToKi oltre che “intenditori” è anche l’acronimo dei tre cognomi degli investigatori: Znamenskij, Tobin e Kibrinsi) si occupano di casi complessi del più ampio spettro: dagli omicidi familiari al commercio illegale di capolavori d’arte. Allo stesso tempo, la serie non abbonda di scene d’azione: tutti i crimini gli “intenditori” li risolvono principalmente in ufficio con l’aiuto del lavoro della mente e della logica.
Questa serie tv fu prodotta su iniziativa del ministro degli Interni Nikolaj Shchelokov, che stava cercando di aumentare il prestigio e il gradimento da parte della popolazione della polizia sovietica (negli anni Settanta ci fu un boom di film e serie televisive che mostravano valorosi e tuttavia umani tutori dell’ordine).
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La serie è andata avanti ininterrottamente per 18 anni, durante i quali sono usciti 22 film, e poi nel 2002 è uscito un sequel in due parti “L’indagine è condotta da intenditori. Dieci anni dopo”. Sia la serie che gli attori che interpretavano i ruoli principali hanno goduto di un’incredibile fama. Inoltre gli spettatori amavano molto la canzone della colonna sonora della serie, le cui parole sono diventate un modo di dire: “Наша служба и опасна и трудна, но на первый взгляд как будто не видна”; “Nasha sluzhba i opasna i trudná, no na pervyj vzgljad kak budto ne vidná” (“Il nostro servizio e pericoloso e difficile, ma a prima vista, è come se non fosse visibile”).
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Gli eredi di una ricca famiglia di commercianti sono attivi oppositori dei comunisti, ma dopo la Rivoluzione e la Guerra civile sono costretti a nascondersi in un villaggio siberiano sotto falso nome. Incredibilmente, i loro figli e le generazioni successive diventano dei sovietici modello.
I sette episodi di “Teni ischezajut v polden” (“Тени исчезают в полдень”) ripercorrono l’intero XX secolo, dalla Guerra civile e dalla Seconda guerra mondiale agli anni Settanta, attraverso la vita di un villaggio. La serie drammatica offre un intero spaccato dei destini delle persone. Questa struggente saga televisiva venne proiettata anche nei cinema.
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Seconda guerra mondiale. Una spia sovietica si infiltra nelle alte sfere del potere della Germania nazista con il nome di Max Otto von Stierlitz. Il suo compito è quello di disturbare i negoziati di resa dei tedeschi. Ogni giorno, a rischio di essere smascherato, svolge il suo lavoro in modo impeccabile e colpisce per la sua fermezza di carattere. Una delle scene più toccanti è l’incontro di Stierlitz con la moglie, in cui siedono a tavoli diversi in un caffè e fingono di non conoscersi.
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Il film tv (in russo: “Семнадцать мгновений весны”), in 12 puntate, è stato ed è tuttora incredibilmente popolare; ha vinto molti premi statali ed era apprezzato personalmente da Leonid Brezhnev. L’immagine di Stierlitz (in una splendida interpretazione di Vjacheslav Tikhonov) per molti rimane un ideale di moralità, umanità e professionalità. Nel 2019, Stierlitz ha vinto il sondaggio sul personaggio cinematografico che più si avvicina per i russi al loro leader politico ideale. Inoltre, è diventato un vero e proprio eroe popolare. E sono nate molte barzellette che lo vedono protagonista.
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Il giovane storico Nestor Severov va a lavorare come insegnante in una scuola serale per giovani lavoratori, e gli viene affidata la gestione della classe. Molti studenti sono più adulti di lui, hanno tutti una famiglia, i loro problemi e le loro preoccupazioni. Nestor deve quindi non solo insegnare storia, ma anche risolvere i loro problemi personali.
Nella mini-serie (in russo: “Большая перемена”; “Bolshaja peremena”) per quattro stagioni ha recitato un’intera pleiade di popolari attori sovietici, da Evgenij Kononov a Rolan Bykov. Vengono mostrate le immagini e le situazioni più diverse. Con una componente comica, questa serie ha un sottile lirismo e un po’ di propaganda dell’educazione di massa di adulti e lavoratori. È ancora oggi una delle serie più amate, che viene spesso ritrasmessa in tv.
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Si tratta di un’altra lunga saga su un villaggio siberiano che vive tre guerre e Rivoluzioni durante il XX secolo. Qualcuno torna dalla guerra russo-giapponese, qualcuno si unisce segretamente al partito rivoluzionario dei futuri bolscevichi. Ecco quindi la Prima guerra mondiale, il potere sovietico, la collettivizzazione, la Seconda Guerra Mondiale, gli spietati campi di concentramento. L’azione si conclude nel 1961, e fino alla fine lo spettatore rimane col fiato sospeso a pensare chi abbia ragione, chi sia colpevole, chi è un traditore e chi è onesto di fronte alla coscienza.
In totale sono state realizzate due stagioni e 19 episodi. La serie fu molto popolare, ricevette molti premi statali e fu replicata in televisione. La base letteraria era il romanzo omonimo (“Вечный зов”) di Anatolij Ivanov. Lo scrittore ha dichiarato che si tratta di un libro sulla difficile lotta del popolo per la giustizia, la felicità e la dignità, e che l’idea principale è che “qualsiasi verità, ordinaria, quotidiana e soprattutto sociale, non è facile per le persone”.
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La Mosca del dopoguerra è tormentata da banditi e criminali. Il capitano Gleb Zheglov (Vladimir Vysotskij) del Dipartimento di Investigazione Criminale di Mosca dirige il dipartimento per la lotta al banditismo. In suo aiuto arriva il giovane e determinato Vladimir Sharapov (Vladimir Konkin), appena smobilitato.
Il film tv in cinque puntate (in russo: “Место встречи изменить нельзя”) è stato forse il più riuscito tra quelli sulla polizia sovietica. La sua popolarità era tale che esistevano leggende sul fatto che durante la trasmissione di ciascuno dei cinque episodi le strade delle città si fossero letteralmente svuotate, riducendo… la criminalità.
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Il duo più famoso del mondo investigativo indaga su una serie di misteriosi crimini. La serie sovietica è molto vicina al testo delle opere di Arthur Conan Doyle. E la serie era assolutamente credibile, nonostante le scene di strada non fossero state girate a Londra, ma a Leningrado, Riga e Tallinn.
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La capacità di questi attori sovietici di incarnare per 11 episodi dei gentiluomini puramente inglesi è stata apprezzata persino dalla Regina Elisabetta, che ha conferito a Vasilij Livanov (Sherlock) l’onorificenza di membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. La serie (“Приключения Шерлока Холмса и доктора Ватсона”) piacque anche a Margaret Thatcher.
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Il Kgb cerca di identificare una spia che passa informazioni segrete alla Cia sugli affari sovietici in un Paese africano immaginario. La serie (in russo: “ТАСС уполномочен заявить…”) affronta il tema più popolare della Guerra Fredda, il confronto tra i servizi segreti sovietici e americani, e si basa in parte su eventi reali: l’autore della sceneggiatura ebbe come consulenti direttamente uomini del Kgb.
Uno dei ruoli principali è quello dello "Stierlitz" amato da tutti: Vjacheslav Tikhonov. Il film in 10 puntate fu proiettato proprio durante le Olimpiadi di Los Angeles del 1984, che l’Urss boicottò in risposta al boicottaggio statunitense delle Olimpiadi di Mosca del 1980.
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XVIII secolo, Impero russo. Tre giovani guardiamarina della Scuola di Navigazione sono coinvolti in eventi di importanza nazionale. Attorno a loro un turbine di eventi, colpi di Stato, intrighi e, naturalmente, amore.
Questa miniserie d’avventura in quattro episodi su una sorta di Moschettieri russi ha tutto questo, oltre a un ottimo cast (il trio Sergej Zhigunov, Dmitrij Kharatjan, Vladimir Shevelkov) e a una colonna sonora che è ancora popolare. E se la frase simbolo dei Moschettieri è “Uno per tutti, tutti per uno”, i Guardiamarina dicono “Не вешать нос!”; “Ne veshat nos” (Letteralmente: “Non appendere il naso”; ossia: “Mai perdersi d’animo!”.
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