Vyacheslav Tikhonov as Stirlitz (right) and Yekaterina Gradova as Radio Operator Kate (left) in feature film "Seventeen Moments of Spring" directed by Tatiana Lioznova.
RIA NovostiPer diventare l’idolo di una donna sovietica non bastava un aspetto attraente. Occorreva essere un vero eroe, almeno sullo schermo. Abbiamo selezionato alcuni degli uomini più popolari “in un paese in cui il sesso era bandito”.
Fonte: Ria Novosti
Tikhonov conquistò la fama e l’amore del pubblico grazie ai ruoli interpretati in alcuni film, come quello del maestro nel dramma “Vivremo fino a lunedì” (1968), di Andrej Bolkonskij nell’epico sceneggiato di Sergej Bondarchuk “Guerra e pace” (1966), e naturalmente quello di Stirlitz nel serial di culto “Diciassette momenti di primavera”. Qui Tikhonov è la spia russa Stirlitz che nella Germania nazista si finge uno Standartenführer, un alto ufficiale delle SS, e rischia continuamente la vita, dando prova di un eroico coraggio. In seguito Tikhonov girò decine di film, inclusa la versione sovietica di “Hachiko”, “Bim bianco dall’orecchio nero” del 1977.
Fonte: Ria Novosti
Sembra che il fattore determinante nella scelta di inviare Gagarin come primo uomo nello spazio fosse stato il suo luminoso sorriso. Una volta tornato sulla terra avrebbe dovuto conquistare tutti con quel sorriso, cosa che è puntualmente accaduta. La fotografia di Gagarin con la tuta da astronauta ha fatto il giro del mondo e il leggendario astronauta ha poi compiuto una tournée planetaria come una superstar. Il primo uomo che aveva visto da vicino le stelle divenne per la gente un vero idolo. Gli amici lo ricordavano come una persona tranquilla, allegra e amante del lavoro: insomma un uomo ideale!
Fonte: Ria Novosti
Basta un’occhiata a Lanovoj per capire come mai tutte le donne si innamorassero di lui e come se non bastasse possedeva un timbro di voce unico. Anche oggi conserva intatto tutto il suo fascino. Era specializzato in ruoli romantici: è stato il giovane capitano Arthur Gray in “Vele scarlatte” (1961), Anatol Kuragin nella trasposizione cinematografica sovietica di “Guerra e pace” (1966) e Aleksej Vronskij in “Anna Karenina” (1967). Determinante nella carriera artistica di Lanovoj è il ruolo interpretato nel cult “Ufficiali” (1971) dove tre generazioni di uomini della stessa famiglia combattono in guerre diverse, diventando eroi. Questo film gli ha dato una fama immortale, insieme all’edificante battuta “Esiste una professione che si chiama difendere la patria” che ha reso l’attività militare uno dei lavori più ambiti e prestigiosi.
Fonte: Ria Novosti
Abdulov e la sua prima moglie, Irina Alferova, sono stati la coppia più bella del cinema sovietico. Questo attore sex symbol era un vero rubacuori. Uno dei ruoli più famosi da lui interpretati è quello nel film “Carnevale” (1981) dove seduce un’innocente ragazza di provincia e poi l’abbandona. Nel film “Cherchez la femme” (1982) è il cattivo che ammazza l’amante della moglie del suo boss.
Fonte: Tass
Il biglietto da visita di Vladimir Vysotskij è la sua voce profonda, roca, inconfondibile nelle canzoni che strappano l’anima e le corde della chitarra sulle quali si sono formate intere generazioni di sovietici. Vysotskij è anche noto come attore di teatro (uno dei suoi ruoli di maggior successo è stato quello di Amleto nello spettacolo messo in scena al Teatro della Taganka) e di cinema. Tra l’altro, in un sondaggio effettuato nel 2010, Vysotskij occupava il secondo posto nella classifica degli idoli del XX secolo dopo Gagarin. Come ogni sex symbol che si rispetti possedeva anche lui un’“auto cool”: fu tra primi nell’Urss ad avere una Mercedes. È stato sposato con una donna affascinante, l’attrice francese Marina Vlady. All’epoca, i matrimoni con le straniere, soprattutto di quel livello, erano rari in Unione Sovietica.
Fonte: Ria Novosti
Mironov è stato uno degli attori sovietici di maggior successo. Se gli idoli precedenti di cui si è parlato erano icone del romanticismo e dell’eroismo, Mironov nelle numerose commedie che ha interpretato si era specializzato nel tipo dell’imbroglione e del ladro. È morto sulla scena, dopo aver improvvisamente perso conoscenza, durante lo spettacolo “Le nozze di Figaro” di cui era protagonista. Uno dei suoi ruoli più celebri al cinema è stato quello del contrabbandiere nel “Braccio di diamanti” (1969). Le battute pronunciate da Mironov sono diventate delle citazioni popolari e la canzone “L’isola della sfortuna” nella sua esecuzione un vero hit
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