Perché quasi tutte le imperatrici russe avevano come patronimico “Fjodorovna” o “Alekseevna”?

I loro padri non si chiamavano né Fjodor né Aleksej, e spesso erano stranieri. Ecco come e per quali ragioni si affermarono queste due varianti

Ai tempi dell’Impero russo, ai fini del consolidamento delle relazioni internazionali, gli zar russi spesso sposavano principesse straniere, soprattutto tedesche e danesi. Tuttavia, in Europa, il concetto di “patronimico” non esisteva, mentre in Russia, relativamente agli esponenti della famiglia regnante, la menzione del padre era obbligatoria. Come si risolse il problema con le imperatrici russe nate da padri stranieri?

Icona della Madre di Dio Feodorovskaja nel prezioso “oklad”, la speciale copertura in metallo e pietre

LEGGI ANCHE: Il patronimico: guida definitiva per decifrare il “secondo nome” dei russi 

La risposta è abbastanza semplice. Nel XVIII secolo, in Russia, per essere considerato valido, il matrimonio doveva essere autorizzato dalla Chiesa ed essere celebrato secondo le tradizioni ortodosse. Quindi, prima di contrarre il matrimonio ed essere incoronate, le principesse straniere dovevano convertirsi all’Ortodossia, perché altrimenti l’unione non poteva essere considerata legittima. Le straniere venivano battezzate con un nome russo e ricevevano anche un patronimico russo. Talvolta il nome veniva scelto da parenti più anziani del marito, talvolta veniva assegnato in onore di un santo particolarmente venerato dalla famiglia Romanov.

Ritratto dello zar Mikhail Fjodorovich, Michele di Russia, primo sovrano della dinastia Romanov

Tuttavia, i familiari della futura imperatrice non potevano scegliere il nome di battesimo, perché non erano ortodossi. Allora la Chiesa trovò una soluzione elegante.

Che cosa c’entra Fjodor? 

La Chiesa cominciò a nominare le principesse aspiranti al trono russo in onore dell’icona della Madre di Dio Feodorovskaja (l’icona più importante del monastero di San Teodoro di Eraclea a Gorodets, distrutto dai mongoli di Batu Khan). Secondo la leggenda, questa icona, attribuita a San Luca Evangelista, fu ritrovata nel XIII secolo a Kostroma e in seguito fu particolarmente venerata dalla famiglia Romanov, che riteneva San Teodoro il suo protettore.

“Parsuna” (antico tipo di ritratto russo con ancora stilemi da icona) di Evdokija Fjodorovna Lopukhina, prima moglie dello zar Pietro I (il Grande)

LEGGI ANCHE: La Chiesa dell’Icona della Vergine di San Teodoro a Jaroslavl: un miracolo di fede e architettura 

Quando nel 1613, dopo la fine del Periodo dei torbidi, l’assemblea dello Zemskij sobor scelse il nuovo candidato al trono, una consistente delegazione si recò a Kostroma per chiedere a Mikhail Fjodorovich (Michele di Russia, il primo zar della dinastia Romanov) di accettare il potere, l’icona più venerata della città era appunto la Madre di Dio Feodorovskaja. Sebbene le fonti non dicano chiaramente che il nuovo zar fu benedetto proprio con questa icona, in seguito si cominciò a menzionare l’icona in questo contesto. Lo confermano in particolare le cronache del “Novyj letopisets” che espongono le ragioni per cui il trono russo fu affidato ai Romanov. 

Grande ritratto ufficiale dell’imperatrice consorte Marija Fjodorovna (Sofia Dorotea di Württemberg), seconda moglie di Paolo I di Russia

Inoltre, partendo da Kostroma per Mosca, Marfa (la madre di Michele di Russia, che alla nascita aveva ricevuto il nome Ksenija, ma fu poi costretta a farsi monaca da Boris Godunov) portò con sé una replica dell’icona Feodorovkaja che poi lasciò non nella cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca, bensì nella chiesa della Natività della Beata Vergine: chiesa domestica degli zar, che si trovava nella parte del Cremlino adibita a loro residenza. Suo figlio, Michele di Russia, durante il suo regno, più volte mandò a Kostroma delle costose cornici e altre decorazioni per l’icona della Madre di Dio Feodorovskja che in quel periodo si trovava nella cattedrale della Dormizione  della città sul Volga. In altre parole, per i Romanov questa icona aveva un significato particolare. 

Come funzionava il sistema dei patronimici?  

Ritratto dell’imperatore Pietro III

La tradizione di dare alle zarine un patronimico in onore delle icone risale al XVII secolo. È significativo che il patronimico “Fjodorovna” (Фёдоровна) venisse dato non solo alle spose straniere che si convertivano all’Ortodossia, ma anche le donne russe, scelte come sposa dello zar. In particolare, alla fine del XVII secolo, cambiarono il loro patronimico in “Fjodorovna” la moglie di Pietro I, Evdokija Fjodorovna Lopukhina (era nata Praskovja Ilarionovna), e Praskovja Fjodorovna Saltykova (nata Praskovja Aleksandrovna), sposa dello zar Ivan V.

 Aleksandra Fjodorovna (Carlotta di Prussia), imperatrice consorte, in quanto moglie dello zar Nicola I di Russia

In seguito, anche altre zarine e imperatrici, i cui nomi europei per i russi erano difficilmente pronunciabili, si presero nome e patronimico russo:

Sophia Dorothea Auguste Luise von Württemberg – Marija Fjodorovna; moglie di Paolo I

Friederike Luise Charlotte Wilhelmine von Preußen – Aleksandra Fjodorovna; moglie di Nicola I

Marie Sophie Frederikke Dagmar – Marija Fjodorovna; moglie di Alessandro III

Victoria Alix Helena Louise Beatrice von Hessen und bei Rhein (Hesse-Darmstadt) – Aleksandra Fjodorovna; moglie di Nicola II

Anche il nipote di Pietro I, nato Karl Peter Ulrich e battezzato come luterano, si prese il nome di Pjotr Fjodorovich, quando si convertì all’Ortodossia per diventare lo zar Pietro III di Russia. 

LEGGI ANCHE: Perché l’imperatore Pietro III era così strano? 

Chi si prese il patronimico di “Alekseevna”?

“Fjodorovna” non era l’unico patronimico delle imperatrici russe. Alcune diventarono “Alekseevna” (Алексеевна).

Ritratto di Marija Fjodorovna (Dagmar di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg e poi principessa Dagmar di Danimarca), imperatrice consorte di Russia come moglie dell’imperatore Alessandro III

La prima a prendersi questo patronimico fu Caterina I, la seconda moglie di Pietro I, nata Marta Skawronska e battezzata in Russia come Ekaterina Alekseevna. Il nuovo nome le fu dato in onore della sua madrina, Ekaterina Alekseevna, sorella di Pietro I.

Ritratto fotografico dell’imperatrice consorte Aleksandra Fjodorovna (Alice Vittoria Elena Luisa Beatrice d’Assia e del Reno), moglie di Nicola II

LEGGI ANCHE: Caterina I, come una straniera di umili origini si fece Imperatrice 

Successivamente, anche altre imperatrici furono battezzate Alekseevna (anche se non tutte), ma già per rendere omaggio a chi le aveva precedute sul trono. Per esempio, Caterina II (la Grande) si chiamava Ekaterina Alekseevna in onore di Caterina I.

Ritratto di Caterina I, seconda moglie di Pietro il Grande, e poi imperatrice di Russia dopo la morte di lui

LEGGI ANCHE: Come comparvero gli appellativi dei sovrani russi? 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie