Come comparvero gli appellativi dei sovrani russi?

Perché il principe Oleg di Kiev fu detto “il Profetico“? Alessio Mikhailovich era davvero “Tranquillissimo”? Quando lo zar Ivan IV fu soprannominato il Terribile e Caterina II la Grande? Ecco come si spiegano i “soprannomi” dei personaggi storici della monarchia russa

Oleg il Saggio (o il Profetico)

Una versione dell’origine del soprannome del principe Oleg di Kiev (o “di Novogorod)”, successore di Rjurik, la troviamo nella “Cronaca degli anni passati”, uno dei primi manoscritti dedicati alla storia della Rus’.

Nell’anno 907, Oleg decise di attaccare l’Impero Bizantino per prendere la sua capitale, Costantinopoli (nell’antico manoscritto la capitale bizantina è chiamata Tsargrad). I greci, che sapevano dell’imminente invasione, sbarrarono con catene l’ingresso della baia, attraverso la quale le navi russe potevano raggiungere la città. Allora Oleg ordinò di tirare le navi fuori dall’acqua e di metterle su ruote (in determinate regioni, questo espediente era abbastanza diffuso). Quando poi le vele delle navi russe furono gonfiate dal vento e le navi cominciarono ad avanzare, come fossero delle torri d’assedio, i bizantini ne furono spaventati e aprirono la porta della città: probabilmente, non avevano mai visto una cosa del genere e pensarono che fosse un miracolo.

Ciò nonostante, speravano ancora di poter vincere con la furbizia. Offrirono a Oleg e ai suoi guerrieri del cibo e del vino avvelenato, ma il dono fu rifiutato. Di conseguenza, gli abitanti di Costantinopoli dovettero pagare dei tributi a diverse città russe, mentre il principe fu soprannominato “Oleg Veshchij” (Олег Вещий), cioè, “Oleg il Profetico”.

Oggi, nella lingua russa la parola “veshchij” indica la capacità di prevedere il futuro, ma nella lingua russa antica significava semplicemente “saggio”. Il soprannome non è diffuso nella storiografia italiana, mentre è passata in quella di altri Paesi: in francese è infatti Oleg le Sage e in inglese Oleg the Wise.

Jaroslav il Saggio

Questo principe della Rus’ di Kiev fu soprannominato “saggio” (Mudryj; Мудрый) grazie ai risultati del suo governo. Il soprannome gli fu dato non in vita, ma soltanto alcuni secoli dopo la sua scomparsa. Nella storiografia russa il soprannome si affermò soltanto negli anni Sessanta dell’Ottocento. Anche nella storiografia italiana Jaroslav I di Kiev viene detto “il Saggio”.

Durante il governo di Jaroslav, si sviluppò la cultura, si cominciò ad apprezzare l’istruzione e ci fu una consistente crescita demografica. Il principe promulgò anche la “Russkaja pravda”, il primo codice legislativo della Rus’ di Kiev, rimasto alla base della legislazione russa sino ai secoli XV-XVI.

Inoltre, Jaroslav fu un abile diplomatico e riuscì a instaurare rapporti amichevoli con Svezia, Impero Bizantino, Sacro Romano Impero e con altri Paesi d’Europa.

Vsevolod dal Grande Nido

Figlio di Jurij Dolgorukij (fondatore di Mosca), Vsevolod III regnò sulla Rus’ all’inizio del XII secolo. Continuò a diffondere attivamente la fede ortodossa, costruendo chiese e monasteri e assicurando così un notevole sviluppo delle costruzioni in pietra. Tuttavia, deve il suo soprannome (Большоe Гнездo; Bolshoe Gnezdó) non al suo impegno religioso, bensì al metodo con cui consolidava il proprio potere in varie regioni, mettendo a capo dell’amministrazione i suoi parenti (sia stretti che lontani), che erano molto numerosi. Vsevolod stesso ebbe 12 figli, di cui 8 maschi. Proprio un grande nido, insomma.

Ivan il Terribile

Il soprannome “Terribile” in parte è dovuto al carattere di Ivan IV; crudele e vendicativo. Il suo governo fu accompagnato da esecuzioni pubbliche dei condannati, repressioni di massa e torture dei prigionieri. Questi tristi fenomeni ebbero una diffusione particolarmente ampia dopo l’istituzione dell’oprichnina, un sistema di governo con cui il territorio della Russia fu diviso in “zemshchina” (regioni dove i boiardi mantenevano il loro potere) e “oprichnina”, appunto, dove il potere di Ivan IV era illimitato e dove egli governava con le armi della sua guardia privata, gli “oprichniki”, famigerati per la loro crudeltà.

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Tuttavia, durante la vita dello zar, nessuno lo chiamava “Terribile”. D’altronde, nel Medioevo, il concetto della crudeltà era molto diverso da quello attuale. Nel XVI secolo, tutti chiamavano lo zar col nome e patronimico: Ivan Vasiljevich. Il soprannome di “Terribile” gli fu attribuito soltanto in seguito.

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Alessio Mikhajlovich il Tranquillissimo

Il secondo zar russo della dinastia Romanov è passato alla storia con il soprannome di Tishajshij (Тишайший); Tranquillissimo. Nella storiografia italiana l’appellativo non è passato, ma si è diffuso ad esempio in Francia dove è detto “le Tsar très paisible”. Molti storici si chiedono perché proprio “tranquillissimo”, visto che gli anni del suo governo non furono affatto tranquilli.

Alessio Mikhajlovich salì al trono dopo il Periodo dei torbidi, segnato dai tentativi di numerosi impostori di impossessarsi del trono della Russa, dalla conseguente invasione di truppe straniere e da una gravissima crisi dello Stato. Come zar, Alessio I doveva eliminare le conseguenze dell’instabilità del periodo precedente. Per questo, varò il codice detto “Sobornoe ulozhenie”, una nuova raccolta di leggi che sostituì la “Russkaja pravda” di Jaroslav il Saggio, creata ancora nel X secolo.

Malgrado gli sforzi che intraprese per mitigare le crisi, alcune delle sue decisioni ebbero effetti opposti a quelli desiderati. Durante il suo regno ci furono due grandi rivolte, rimaste nella storia come Rivolta del Sale e Rivolta del Rame, e una ribellione scoppiata a seguito dell’eccessiva pressione sui cittadini da parte dei proprietari terrieri, alla quale contribuì in particolare la decisione di ricercare a vita, senza termine di prescrizione, i contadini che fuggivano dai loro padroni. Tuttavia, il popolo amava comunque questo zar che dedicava una grandissima parte del suo tempo alla preghiera, al digiuno e alle visite ai santuari della chiesa. È per questo che fu soprannominato “Tishajshij”.

Pietro il Grande

Pietro I ricevette il suo soprannome (“Velikij”; “Великий”) ancora in vita. Molti suoi contemporanei erano abbastanza critici nei confronti dell’operato dell’imperatore, ma persino gli scettici non potevano negare che le riforme di Pietro I predeterminarono l’ulteriore sviluppo del Paese.

Di Pietro I si dice che “aprì una finestra sull’Europa”. In queste parole è sintetizzata praticamente tutta l’attività dell’imperatore, che si adoperò per modernizzare il Paese e avvicinarlo alla cultura laica dell’Europa. Fu Pietro ad aprire le prime scuole laiche, a stampare il primo giornale della Russia e a promuovere la traduzione in lingua russa di molti autori stranieri. Con lui la Russia divenne una superpotenza militare.

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Caterina la Grande

Anche Caterina II ricevette il soprannome (“Velikaja”; “Великая”) durante la sua vita. Per molti storici, il suo governo fu “l’età dell’oro della nobiltà russa”. L’imperatrice esonerò i nobili dal servizio militare e dalle imposte e permise loro di svolgere attività commerciali. I contadini con lei furono meno fortunati: non potevano più denunciare i maltrattamenti da parte dei loro padroni.

E certo non furono i contadini a chiamarla “Grande”. L’elenco dei suoi meriti è lungo. A lei si devono lo sviluppo dell’istruzione scolastica, la fondazione della collezione dell’Ermitage e anche le vaccinazioni contro il vaiolo. 

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L’epiteto “Grande” fu attribuito all’imperatrice per la prima volta dalla Commissione legislativa, da lei costituita, incaricata di sistematizzare le leggi del Paese. Tuttavia, alcune prime sedute della Commissione furono dedicate alla discussione sull’appellativo da dare all’imperatrice in segno di riconoscenza per la creazione del collegio.

Furono proposte diverse varianti. “Grande” all’imperatrice non piaceva: credeva che dovessero essere i posteri a giudicare il suo operato. Accettò soltanto il titolo di “Madre della Patria”, ma i sudditi cominciarono comunque a chiamarla “Grande”. 

Alessandro il Beato

Ci sono parecchie cose per le quali Alessandro I poteva essere chiamato “Beato” (“Благословенный”; “Blagoslovennyj”), tra cui, in particolare, le sue riforme che alleggerirono la situazione dei contadini. Tuttavia, quello che contribuì enormemente alla sua autorevolezza fu la vittoria su Napoleone. Proprio dopo la guerra del 1812, l’Impero russo raggiunse l’apice della sua influenza internazionale e fu visto come un Paese in grado di ricostruire la pace in Europa. Due anni dopo la fine della guerra, il Senato ufficialmente attribuì ad Alessandro I il titolo di “Beato magnanime restauratore dei poteri”.

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