Lo spettacolo della corsa sulle slitte trainate da renne degli allevatori nomadi

Pavel Kuzmichev
Oltre a questa emozionante gara sulle slitte, questa è l’occasione buona per conoscere la loro cultura e visitare un chum, la tenda tradizionale dei popoli del Nord

Immaginatevi decine di chum (la tradizionale tenda dei nomadi di forma conica) sulla riva di un fiume ghiacciato che si snoda tra case moderne e le ciminiere di una centrale termoelettrica. Sul ghiaccio del fiume, che attraversa il centro della città, è allestita una pista, dove 45 slitte trainate da renne corrono contemporaneamente a una velocità superiore ai 40 km/h. La pista è lunga appena 2,5 km, ma le brusche svolte rendono l’impresa ardua e anche pericolosa.

E i tifosi, che hanno tutti un loro favorito, si scatenano come durante le gare di Formula-1.

Le renne più veloci della mandria

Salekhard, capoluogo del Circondario autonomo Jamalo-Nenets, e altre città dell’Estremo Nord vengono affollate dai nomadi ogni anno, quando le mandrie migrano dai pascoli invernali verso quelli estivi. Gli abitanti della tundra e dei boschi boreali si riuniscono per celebrare la loro festa professionale: la Giornata dell’allevatore di renne (in russo: “Den olenovóda”).

La festa fu istituita in Urss negli anni Cinquanta, quando si riteneva che ogni professione meritasse una sua festa. Al contempo le autorità volevano dare una veste laica all’antico “culto della renna”, diffuso tra i nomadi della Siberia. Tuttavia, durante il periodo sovietico queste feste non presero grande slancio. Di solito si organizzava una riunione, si pronunciavano dei discorsi e si consegnavano premi ai migliori pastori. A conclusione della giornata c’erano un concerto e una gara.

Nella Russia d’oggi la festa ha assunto una dimensione nuova, trasformandosi in un festival che attira migliaia di persone. Costituisce una rara possibilità di conoscere i nomadi, di visitare le loro tende e di fare una gita in slitta in città, senza dover andare nella tundra profonda. Quest’anno a Salekhard, nella Penisola Jamal, alla festa hanno assistito più di 50 mila persone! 

Il clou dell’evento è, certamente, la corsa delle slitte.

Quest’anno alle gare dei “kajúr”, le slitte trainate da renne, hanno partecipato sia uomini che donne. 

Ogni slitta è trainata da 5 renne, guidate dall’animale più forte. 

Il premio al vincitore era una motoslitta, comodissima per chi abita nello Jamal, pertanto non stupisce che il numero dei partecipanti stia crescendo di anno in anno.

Un tuffo nella cultura dei nomadi

Oltre alle corse di renne, il programma del festival include anche altre gare, in particolare il “kurash”, un tradizionale tipo di lotta cha ha lo scopo di gettare a terra l’avversario. 

Quest’anno più di 50 persone hanno gareggiato nella categoria multidisciplinare. La gara includeva il tiro alla fune, il roping, in cui si doveva prendere al lazo (“tynzjan”) un’asta di legno (“chorej”), e i salti lungo le “narty” (slitte) accostate una all’altra. 

Le donne, nel frattempo, dimostravano i loro costumi nazionali. Gli abiti dei popoli del Nord sono molto vistosi, molto caldi e decorati con tradizionali ricami. Sono confezionati con pelli di renna e altri tipi di pelliccia. 

In parallelo, si potevano assaggiare dei piatti tradizionali: l’ukhá (zuppa di pesce), la stroganina (pesce crudo congelato) e la shurpá (zuppa con la carne di renna). Di quest’ultima, quest’anno, ne è stata consumata una quantità record: 202 litri!

Durante la festa chiunque poteva entrare in qualsiasi chum e parlare con la famiglia che vi abita. Mariam, proprietaria di una di queste tende dei nomadi, ci ha raccontato che le donne dello Jamal, dopo la nascita del terzo figlio, ricevono in regalo un set completo per allestire un chum, che include una stufa, i montanti, gli assi che compongono il pavimento, le pelli di renna e i teloni che formano la copertura, e le slitte per trasportare il tutto.

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Che cosa festeggiano i pastori di renne?

Per gli abitanti dell’Estremo Nord, dove l’inverno non finisce quasi mai, ancora oggi le renne non sono soltanto un tributo alle tradizioni, ma una condizione di sopravvivenza. La renna significa carne da mangiare, materiale per costruire abitazioni e confezionare gli abiti, la possibilità di muoversi (nella tundra non esistono né ferrovie, né stazioni di rifornimento). 

Il circondario autonomo Jamalo-Nenets è la principale zona di allevamento delle renne in Russia. Ci sono più renne che esseri umani: 760 mila animali contro 510 mila abitanti. In tutto, in Russia, ci sono 1,6 milioni di renne, il 60% di tutte le renne del mondo. 

Le renne migrano in cerca dei pascoli, e le persone che le allevano devono spostarsi insieme agli animali. Nella penisola Jamal i nomadi sono circa 10 mila, in prevalenza appartengono ai gruppi etnici dei nenets, khanty (ostiachi), selcupi e komi.

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