Un'allevatrice di renne in un campo nomade a 150 km dalla città di Salekhard, nel Circondario autonomo Jamalo-Nenets. 2 maggio 2016
Getty ImagesRiuscite a immaginare di vivere in una casa che deve essere ricostruita da zero ogni mese? Eppure, è in questo modo che vivono i popoli indigeni dell’estremo Nord della Russia. Come centinaia di anni fa, molti di loro sono impegnati nell’allevamento delle renne, e vagano da un posto all’altro con la loro casa mobile. Ma com’è strutturato il “chum”, la tipica tenda delle popolazioni nomadi, e quanto costa di solito a una famiglia?
Una tenda "chum" nello Jamal
Sergej Rusanov/SputnikNell’estremo Nord gli inverni sono molto freddi e lunghi, soprattutto nella tundra, dove ci sono pochi alberi, quindi il “chum” deve essere non solo facile da montare e da trasportare, ma anche resistente ai venti e molto caldo. Il design in teoria è abbastanza semplice: si basa su pali di abete rosso, disposti a forma di cono e ricoperti con pelli di renna in inverno e tela catramata in estate.
Una tale tenda viene eretta in circa un’ora. Di solito era la donna di famiglia a occuparsi della costruzione, ma oggi questa regola è diventata più lasca, perché se si lavora tutti insieme l’operazione risulta più veloce. Comunque, è la donna curare l’interno del chum, e dal 2018 la professione di “chumrabótnitsa” (un calco da “domrabotnitsa”; “casalinga”) è ufficialmente riconosciuta a fini retributivi e previdenziali.
Il momento della colazione in una tenda "chum" nel villaggio di Gornoknyazevsk, distretto Priuralskij, Jamal. 2018
Donat Sorokin/TASSAll’interno del “chum”, il focolare occupa un posto centrale: oggi si tratta di stufe in metallo che riscaldano la tenda e servono per cucinare. Il fumo esce da un foro alla sommità del cono. Un “pavimento” è disposto intorno alla stufa: si tratta di assi di legno su cui sono posate delle pelli di renna. Nel chum, possono venite separate delle “stanze”, se necessario. Più numerosa è la famiglia, più grande è il chum, e più pali di legno e pelli di renna saranno necessari. In un accampamento di pastori nomadi ci possono essere diverse tende, visto che oggi i pastori di renne lavorano in brigate.
Queste slitte utilizzate nello Jamal vengono chiamate "narty"
Valerij Melnikov/SputnikQuando arriva il momento di muoversi, il giorno prima tutte le cose vengono imballate e messe sulle slitte, e al mattino il chum stesso viene smantellato. Gli esperti pastori di renne impiegano circa mezz’ora per farlo.
I pastori nomadi si spostano molto spesso, in modo che le mandrie di renne abbiano sempre abbastanza da mangiare nella scarsa vegetazione della tundra e non devastino completamente una zona. In inverno, devono spostarsi una volta ogni tre o quattro settimane, in estate, ogni una o due settimane. I percorsi possono essere approssimativamente gli stessi durante tutto l’anno, e quindi la gente del posto si sposta bene nella tundra anche senza navigatori satellitari, sebbene al giorno d’oggi abbiano spesso anche il conforto delle moderne tecnologie.
Una tenda "chum" nella regione di Tjumen
Aleksandr Polyakov/SputnikI pastori di renne hanno motoslitte, generatori elettrici per ricaricare telefoni e laptop e walkie-talkie per chiamare elicotteri, ambulanza o soccorritori in caso di emergenza.
Nonostante tutta la sua apparente semplicità, il chum è un’abitazione piuttosto complicata e costosa. Per prima cosa, provate a trovare alberi per procurarvi i pali nella tundra… E per una di queste tende, sono necessari 25-40 pali (a seconda delle dimensioni). Questi pali non durano una vita, marciscono periodicamente e devono essere cambiati (il che è piuttosto costoso) o tagliati: Più basso è il chum, più vecchi sono i pali…
Una tenda "chum" nella regione di Irkutsk
Valerij Melnikov/SputnikIn secondo luogo, servono pelli di renna. Più ce ne sono, più caldo è il chum, e più prospera è la famiglia. E dati gli inverni dello Jamal e della Chukotka, con temperature che scendono spesso a -50 ºC, le famiglie di pastori di renne considerano le pelli un investimento necessario e mettono da parte i soldi per loro per diversi anni, e poi le passano in eredità ai loro figli. In assenza di pelli, il chum viene ricoperto con un telone catramato “estivo” (prima della comparsa di questi materiali, il chum “estivo” era ricoperto da corteccia di betulla).
Una tenda "chum" coperta di corteccia, Jamal. 1936
KunstkameraIn media, un chum ha bisogno di circa 60-80 pelli, ognuna delle quali costa almeno 10 mila rubli (circa 110 euro). Ma nessun allevatore può permettersi così tante pelli contemporaneamente, perché semplicemente non gli resterebbero più renne, e le pelli sono necessarie anche per i vestiti e per le scarpe.
Ma se i primi chum erano sempre fatti in modo indipendente, oggi una giovane famiglia di pastori di renne può acquistare tutto ciò di cui ha bisogno per la costruzione “na bolshój zemlé”; ossia “nel Continente”; insomma nelle zone maggiormente abitate più a sud. In media, un chum completo costa 1 milione di rubli (11.150 euro): il prezzo include sia i materiali da costruzione che la stufa.
Il giorno dell'allevatore di renne nel Circondario autonomo degli Khanty-Mansi
Ruslan Shamukov/TASSPer lo stesso importo, nel Nord della Russia si può acquistare un appartamento o costruire una casa. E molti nomadi hanno anche appartamenti ordinari, dove trascorrono le vacanze o vivono in pensione. Li ottengono grazie a benefici e sussidi statali. Ma per lavorare nella tundra, è comunque necessario disporre di una “casa mobile”, quindi, prima di tutto, è importante che la famiglia risparmi per il chum, che viene utilizzato la maggior parte dell’anno. Nel 2020, nello Jamal, la principale regione per l’allevamento di renne in Russia, le autorità regionali hanno iniziato a rilasciare contributi economici alle giovani famiglie anche per la costruzione del chum.
Tre popoli indigeni della Russia che continuano a vivere come i loro antenati
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email