Per i più perfezionisti, lo premettiamo subito: non non ci occuperemo dell’esatta pronuncia e non scenderemo nei dettagli fonetici. In russo ci sono le cosiddette “riduzioni vocaliche”, per cui, per esempio, le “o” non accentate si pronunciano quasi come una “a”. E poi ci sono segni “magici”, come il “mjagkij znak” (Ь) che fanno il loro effetto. E le “v” finali ricordano più una “f” italiana. Ma andiamo per gradi: in questo articolo ci limiteremo solo a indicare dove cade l’accento. Perché no; l’autore di “Guerra e pace” non è “Tòlstoj!
Lev Tolstoj nella sua tenuta a Jasnaja Poljana
Franz Protasevich/Istituto di letteratura russa dell'Accademia russa delle scienzeL’accento cade sulla seconda o: Tolstój. E la moglie, la mitica Sofija Tolstaja (Софья Толстая)? L’accento del cognome (declinato al femminile) resta allo stesso posto. Quindi: Tolstája. Quanto al nome di battesimo è: Sófja. Come la capitale bulgara? In italiano sì, ma non in russo. La città in russo è Sofíja (София).
Nikolaj Gogol ritratto da Otto Friedrich Theodor von Möller
L’autore delle “Anime Morte” è: Nikoláj Gógol. Ecco cinque suoi libri per capire la Russia.
Scrittori russi del circolo letterario "Sreda", inizio XX secolo. In basso, da sinistra: Leonid Andreyev, il cantante Feodor Shalyapin, Ivan Bunin, Nikolaj Teleshov, Konstantin Pyatnitskij; in alto: Skitalets (Stepan Petrov) e Maksim Gorkij
SputnikIl primo russo a vincere il Premio Nobel per la Letteratura (nel 1933) è: Iván Búnin. Ecco cinque cose da sapere su di lui.
Che in russo si dice Iván ormai lo sappiamo. Ma com’è il cognome di questo celebre autore di favole? Krylóv! Qui trovate cinque adattamenti contemporanei delle sue favole.
Ma quindi se il finale è in -ov il gioco è fatto, e l’accento cade su quella “o” finale? Eh no! Ecco per esempio l’autore di “Lolita”: Vladímir Nabókov. Se vogliamo aggiungere anche il patronimico: Vladímir Vladímirovich Nabókov. Ovvio che anche un altro celebre “Vladimir Vladimirovich” abbia lo stesso accento: Vladímir Vladímirovich Pútin.
Appena la metà delle opere di Bulgakov è stata pubblicata finché lo scrittore era in vita
SputnikDopo aver letto su Russia Beyond “perché tutti dovrebbero leggere i suoi libri”; “i tre libri che lo spinsero a diventare scrittore” e “quali sono i suoi cinque libri che vanno assolutamente letti”, è l’ora di non tentennare più quando se ne citano il nome e il cognome: Mikhaíl Bulgákov.
Questo scrittore ha dato vita al simbolo supremo della pigrizia russa: Ilja Oblomov (nel romanzo “Oblomov”). Ma dove cadono gli accenti nei due cognomi in -ov dell’autore e della sua creatura letteraria? Iván Goncharóv e Iljà Oblómov.
Come lui nessuno ha affrontato il tema del conflitto tra generazioni (si veda “Padri e figli”). Nei nostri articoli potete trovare i “cinque motivi per i quali è grande come Tolstoj”, e “i suoi cinque libri da leggere assolutamente”. È Iván Turgénev.
Sopravvissuto all’esperienza del gulag (a proposito: in italiano è entrato nel dizionario come gùlag, ma nell’originale russo è “gulág”), ha scritto sulla realtà carceraria uno dei libri più belli e toccanti, “Racconti di Kolymá”. Si chiama Varlám Shalàmov.
Osip Mandelshtam
SputnikPoeta che nel gulag perse la vita, questi quattro suoi libri non possono mancare nella vostra biblioteca domestica. È Ósip Mandelshtám.
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