Dieci film che vi aiuteranno a capire meglio il carattere russo

Cultura
MARIA TOKMASHEVA
Qual è l’essenza della russità? Ed esiste un personaggio che la interpreti appieno? Tramite questi film sovietici e russi cercheremo di capire in cosa consista. E proveremo a riconsiderare alcuni stereotipi

1 / “L’ironia del destino, oppure Buona sauna!”

“Ogni anno, il 31 dicembre, io e i miei amici andiamo alla banja”. Il film (titolo originale russo: “Ирония судьбы, или с лёгким паром”; “Irónija sudbý, ili s ljógkim párom”), diretto da Eldar Rjazanov (1927-2015) nel 1975, inizia con queste parole. Naturalmente, non tutti si recano alla banja prima del nuovo anno, né confondono appartamenti situati a Mosca e a San Pietroburgo dagli indirizzi identici, come fa il protagonista. Tuttavia, l’ambiente festivo con un gran numero di ospiti, le conversazioni a cuore aperto e le canzoni a volte strane, l’insalata Olivier e il pesce in gelatina, sono resi in modo molto autentico nel film. E poi, naturalmente, c’è la fede, tipica di Capodanno, nei miracoli e nell’amore, caratteristica non solo dei russi. Non a caso a fine 2022 è apparso il remake americano di “L’ironia del destino”, “La scelta del destino” (“About Fate”) con Emma Roberts e Thomas Mann (visibile in Italia su Prime Video).

2 / “Ivan Vasiljevich menjaet professiju

La nostalgia per i vecchi tempi è propria di tutte le nazioni, ma soprattutto dei russi. Molto prima di “Ritorno al futuro” (1985), nel film del 1973 “Ivan Vasiljevich menjaet professiju” (“Иван Васильевич меняет профессию”; ossia: “Ivan Vasiljevich cambia mestiere”), uno scienziato sovietico pasticcione inventa una macchina del tempo e la usa per aprire un portale verso il XVI secolo, finendo per far scambiare di posto (e di epoca) lo zar Ivan il Terribile e il suo amministratore di condominio (anche lui Ivan Vasiljevich). Il “terribile” zar del film di Leonid Gajdaj (1923-1993) non è così crudele come si potrebbe pensare dai libri di storia, ma anzi, con il passare del tempo, inizia a godere dei benefici della civiltà sovietica. All’amministratore di condominio, ovviamente piace il ruolo di zar, ma viene scoperto troppo in fretta come usurpatore. Anche in questo caso, insomma, per quanto possa essere appassionante il viaggio verso altri tempi e altre usanze, il proprio mondo si rivela quello in cui ci sente più a proprio agio.

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3 / “Dzhentlmeny udachi

Dzhentlmeny udachi” (“Джентльмены удачи”; ossia “I gentlemen della fortuna”), del regista Aleksandr Seryj (1927-1987), è un’altra commedia sovietica di culto sullo scambio di ruoli, questa volta incentrata sul tema della giustizia. Il tranquillo direttore di un asilo, Troshkin, si rivela avere un aspetto del tutto simile a quello di un pericoloso criminale, soprannominato “Dotsent” (“Il docente”), che ha rubato un prezioso manufatto: l’elmo d’oro di Alessandro Magno. I membri della banda vengono catturati, ma per trovare Dotsent, la polizia sovietica è costretta a ricorrere a un inganno e a imprigionare Troshkin, fortunatamente con il suo consenso. Così, un pacato maestro d’asilo si rivela un personaggio chiave nella difficile, anche se molto divertente, cattura di un criminale particolarmente pericoloso. E mentre si sta dietro alla trama avventurosa, la cosa principale da imparare in russo è che “rediska” (“ravanello”) in Russia non è solo un ortaggio, ma anche un sinonimo di “uomo cattivo”.

4 / “Mosca non crede alle lacrime”

Molto prima di “Sex and the City”, il regista sovietico Vladimir Menshov (1939-2021) ha realizzato nel 1981 un film amato da molte generazioni di russi sul tema di una donna sola, con una buona posizione lavorativa, in una grande città. E ci ha vinto l’Oscar. “Mosca non crede alle lacrime” (“Москва слезам не верит”; “Moskvá slezám ne vérit”) è la storia di tre amiche che attraversano vent’anni della loro vita. Erano venute a conquistare la capitale e credevano nell’amore, nella famiglia e nelle prospettive di carriera, ma la vita di ciascuna, ovviamente, è stata poi ben lontana dai loro sogni. Tuttavia, questo non ha impedito loro di superare tutte le difficoltà e di trovare la loro strada, perché le donne russe non si disperano in nessun caso.

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5 / “Osobennosti natsionalnoj okhoty

Osóbennosti natsionsálnoj okhóty” (“Особенности национальной охоты”; ossia “Peculiarità della caccia nazionale”) di Aleksandr Rogozhkin (1949-2021) è la commedia più “nazionale” in assoluto, che illustra i vari cliché, tanto amati dagli stranieri, sul rapporto dei russi con la vodka. In questa pellicola del 1995, un finlandese arriva in una riserva forestale russa, studiando le tradizioni e i costumi russi, e lì un generale dell’esercito, un cacciatore e molti altri cercano di illustrargliele al meglio. Non mancano i brindisi con “Za Zdorovje”, e innumerevoli leggende sui modi di vita e sulle usanze della Russia più verace. In generale, non cercate di replicarlo nella vita reale, tutti i trucchi sono eseguiti da russi professionisti…

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6 / “Brother” e “Il fratello grande”

La principale saga del cinema russo moderno, diretta da Aleksej Balabanov (1959-2013), è composta da “Brat” e ”Brat-2” (“Брат” e “Брат-2”, del 1997 e 2000), ossia “Fratello” e “Fratello-2”, ma in Italia sono stati distribuiti rispettivamente con i titoli di “Brother” e “Il fratello grande”. Danila Bagrov, interpretato da Sergej Bodrov Jr. (1971-2002) è una sorta di Robin Hood russo, sicuro del fatto che “la forza sta nella verità”. Ed è questo postulato che egli cerca di dimostrare, sparando non poco, nel corso dei due film. Nel primo lotta con la sindrome post-traumatica dopo la Cecenia, nel secondo si ritrova in America, dove cerca di accettare le nuove realtà. Danila Bagrov è diventato una sorta di “eroe del nostro tempo” in Russia, e ancora non si è trovato un sostituto degno.

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7 / “Bumer”

Il film di Pjotr Búslov (1976-) del 2003 ha messo il punto definitivo sulla riflessione russa sugli anni Novanta, sicuramente il decennio più controverso della storia moderna. Il film prende il nome da una BMW nera, o semplicemente “Bumer” (“Бумер”), come veniva chiamata in Russia. È proprio a bordo di quest’auto simbolo di un’epoca che i quattro carismatici fuorilegge se ne vanno in giro, accompagnati dalla colonna sonora del musicista Sergej Shnurov, che all’epoca stava guadagnando popolarità. Bastano questi semplici accordi a ricordare a ogni cittadino russo quell’epoca vissuta non troppo tempo fa.

8 / “Guerra e pace”

Naturalmente, molti russi diranno di amare Lev Tolstoj, anche se non tutti sono riusciti a finire i quattro tomi di “Guerra e pace” (in russo: “Война и мир“; “Vojná i mir”) . Ma l’omonimo film di Sergej Bondarchuk  (1920-1994) è stato visto praticamente da tutti: non solo ha sbancato i botteghini nel 1966, ma è stato anche premiato con l’Oscar. È difficile definire la pellicola un intrattenimento leggero (dura 6 ore e 43 minuti), ma fornisce ottimi spunti di riflessione sul destino della storia russa e sui caratteri russi – non solo quelli dell’alta società, ma anche del popolo – che sono attuali ancora oggi.

9 / “Stalker” 

Ecco un altro film impegnativo, da esteti, in questo caso interessati non solo alla storia ma anche alla fantascienza. La pellicola è tratta da un libro dei visionari fratelli Strugatskij, “Picnic sul ciglio della strada”, ed è diretta dal regista di culto Andrej Tarkovskij (1932-1986). “Stalker” (“Сталкер”; 1979) è una delle sue opere più famose e, allo stesso tempo, più terrificanti, poiché la sua metafisica filosofica e le sue allusioni cristiane mascherano le pagine più brutali della storia sovietica. Lo spettacolo visivo e il passaggio dal bianco e nero al colore rendono “Stalker” uno dei film di Tarkovskij più comprensibili per il pubblico di massa. In Italia è possibile vederlo su CG Collection tramite Prime Video.

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10 / “Spacewalker – Il tempo dei primi”

Questo è il film più recente (2017) tra quelli che spiegano perché i russi non possono fare a meno dello Spazio. “Spacewalker – Il tempo dei primi” (“Время первых”; “Vrémja pérvykh”) del regista Dmitrij Kiseljov, racconta la prima passeggiata spaziale nella storia della cosmonautica, compiuta da Aleksej Leonov in piena Guerra fredda. Il contesto geopolitico, tuttavia, nella pellicola non è così importante. Molto più centrale è la storia di una vera amicizia e di un sogno d’infanzia destinato a realizzarsi. In Italia è possibile vederlo su Prime Video.

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