“Razgrom Nemetskikh Vojsk Pod Moskvoj”(1942)
Premio Oscar al Miglior documentario
Il titolo di questo documentario sovietico, per la regia di Ilija Kopalin e Leonid Varlamov, si traduce in italiano come “La disfatta delle truppe tedesche vicino a Mosca”, ma negli Stati Uniti divenne noto come “Moscow Strikes Back”. Il film descrive il periodo più duro per Mosca durante la Seconda guerra mondiale: tra l’ottobre del 1941 e il gennaio del 1942, quando le truppe tedesche erano alle porte della capitale sovietica. Si può vedere come la città si preparò a difendersi: le persone costruiscono barricate e fortificazioni, pattugliano le strade e producono munizioni nelle fabbriche militari. Il film mostra anche comandanti sovietici di alto rango e feroci scontri con il nemico.
Guerra e pace (1967)
Premio Oscar al Miglior film straniero
L’adattamento cinematografico del famoso romanzo di Lev Tolstoj ha vinto il primo Oscar per l’Unione Sovietica nella categoria Miglior film straniero nel 1969. Il film di Sergej Bondarchuk è stato una risposta sovietica alla versione hollywoodiana del 1956. Per sei anni, praticamente mezza Unione Sovietica lavorò a questo progetto costosissimo. Intere unità militari regolari e un reggimento di cavalleria appositamente costituito presero parte alle riprese, vestiti con migliaia di costumi d’epoca realizzati appositamente per il film.
Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure (1975)
Premio Oscar al Miglior film straniero
Questa produzione congiunta sovietico-giapponese, diretta dal leggendario regista nipponico Akira Kurosawa, mostra le avventure mozzafiato e pericolose del viaggiatore russo Vladimir Arseniev e del cacciatore nomade Goldi Dersu Uzala nel selvaggio Estremo Oriente russo. Il film solleva interrogativi sulla relazione tra civiltà e natura, fede e posizione dell’uomo nel mondo. Nel 1961 era già stato girato un film sovietico dal titolo “Dersu Uzala”, opera del regista Agasì Babajan.
Mosca non crede alle lacrime (1981)
Premio Oscar al Miglior film straniero
Il film racconta la storia di tre giovani donne che si trasferiscono a Mosca da piccole città di provincia alla fine degli anni Cinquanta. Per raggiungere la felicità sono costrette a sopportare un duro lavoro estenuante, menzogne e tradimenti. Tuttavia, trovano la forza per sopravvivere nella città enorme e crudele. Prima di un incontro con il leader sovietico Mikhail Gorbachev, il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan guardò questo film (del regista Vladimir Menshov) almeno otto volte per comprendere “la misteriosa anima russa”.
Sole ingannatore (1994)
Premio Oscar al Miglior film straniero
L’unica pellicola post-sovietica a vincere finora l’Oscar come Miglior film straniero è stato il dramma di Nikita Mikhalkov, “Sole ingannatore” (“un film per quelli che sono stati bruciati dal sole della Rivoluzione”, recita il sottotitolo) Nel 1936, poco prima del culmine delle Grandi Purghe staliniane in Unione Sovietica, il leggendario comandante Sergej Kotov trascorre alcune giornate estive pacifiche e piacevoli con la famiglia e gli amici nella loro casa di campagna. All’improvviso appare Mitja, un vecchio amico della moglie di Kotov. Nessuno sospetta che questo giovane simpatico e cortese ora lavori per la polizia segreta sovietica, l’Ogpu, e che la famiglia di Kotov abbia un destino terribile già segnato.
Il vecchio e il mare (1999)
Oscar al miglior cortometraggio d’animazione
Questo cortometraggio di animazione di Aleksandr Petrov, basato sul romanzo breve di Ernest Hemingway, ha ottenuto la seconda vittoria della Russia post-sovietica agli Oscar. Coproduzione russo-nippo-canadese, è stato realizzato con la tecnica di animazione denominata “pittura su vetro”, ed è stato il primo film animato ad essere rilasciato in Imax.
Dopo “Leviathan”nel 2015 un altro film di Andrej Zvjagintsev èin lizza quest’anno per l’Oscar: “Loveless”
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