Una scena del film “Una vergine da rubare”
Leonid Gajdaj//Mosfilm, 1966I primi lavori di Leoníd Gajdáj (1923-1993) – pellicole sul tema della Rivoluzione e adattamenti per lo schermo della letteratura classica – non suscitarono l’interesse del grande pubblico. Ma nel 1965 uscì il suo film “Operazione Y e altre avventure di Shurik” (in russo: “Операция «Ы» и другие приключения Шурика”; “Operátsija ‘Y’ i drugie prikljuchenija Shurika”). La pellicola fece il botto al botteghino e iscrisse per sempre il nome del regista negli annali della storia del cinema. Ora è un grande classico della commedia sovietica.
Il film si compone di tre racconti tenuti assieme dalla figura del giovane protagonista, Shurik (uno dei diminutivi-vezzeggiativi del nome Aleksandr). È uno studente un po’ ingenuo ma onesto e di sani principi, e divenne subito un beniamino del pubblico.
Nel primo episodio, “Compagno di lavoro” (“Напарник”), Shurik si ritrova a lavorare in un cantiere edile con un fannullone poco di buono costretto ai lavori sociali che si approfitta dell’ingenuità di Shurik. In “Allucinazione” (“Наваждение”), Shurik è così immerso nella preparazione degli esami universitari che pur seguendo una compagna di politecnico, incontrata per caso sul tram, fino a casa per continuare a leggere i suoi appunti, i due non si accorgono l’uno dell’altro. Nel terzo episodio, che dà il titolo a film, impedisce accidentalmente un furto in un magazzino pianificato dai piccoli criminali Trus, Balbes e Byvalyj. I membri di questo trio comico, interpretati dagli attori Georgij Vitsin, Jurij Nikulin e Evgenij Morgunov, divennero delle vere e proprie figure di culto e apparvero in altre opere di Gajdaj, tra cui “Pjos Barbos i neobychnij kross” e “Samogonshchiki”.
Il successo senza precedenti di “Operazione Y” costrinse letteralmente Gajdaj a girare un sequel delle avventure di Shurik. In questo caso non si trattò di una raccolta di episodi ma di un vero e proprio lungometraggio. Anche in questo film compaiono i criminali farseschi e maldestri Trus, Balbes e Byvalyj.
Lo studente Shurik parte per una gita estiva nel Caucaso per fare ricerche su usi e costumi del folclore locale. Fa la conoscenza di Nina, “sportiva, membro del Komsomol e gran bellezza”. Nina è in vacanza qui. È con suo zio e si sposerà con un uomo del posto, molto più anziano di lei. Al matrimonio, Shurik diventa inavvertitamente complice di una nota usanza caucasica: il rapimento della sposa…
Il genere del film è stato definito commedia eccentrica e sono presenti elementi di farsa, battute ridicole e le tecniche della commedia dei film muti. Anche questo sequel della storia di Shurik ebbe grande successo al botteghino. Il titolo italiano non rispecchia quello originale russo, che è “Кавказская пленница, или Новые приключения Шурика” (“Kavkázskaja plénnitsa, ili Nóvye prikljuchénija Shúrika”; La prigioniera del Caucaso, o Nuove avventure di Shurik”).
In questa celeberrima commedia, la trama e il personaggio principale sono stati creati su misura per Jurij Nikulin, un famoso attore e clown con una vasta gamma di talenti comici e recitativi.
Dopo essere apparso nei panni di uno dei tre piccoli criminali, Balbes per la precisione, nei precedenti film di Gajdaj, in “Crociera di lusso per un matto” (titolo originale russo: “Бриллиантовая рука”; “Brilljántovaja ruká”; ossia “Un braccio di brillanti”) Nikulin interpreta l’onesto e modesto cittadino sovietico Semjon Gorbunkov. Durante una crociera premio all’estero si rompe un braccio e i contrabbandieri, scambiandolo per un loro complice, nascondono dei diamanti all’interno del suo gesso.
La polizia sovietica chiede a Gorbunkov di aiutarli a smascherare i criminali e il protagonista, dall’aspetto tutt’altro che eroico, diventa un vero agente sotto copertura. Non può nemmeno dire a sua moglie del suo incarico segreto. Il suo avversario è un criminale incredibilmente affascinante, interpretato da un’altra star del cinema sovietico, Andrej Mironov.
Partendo dal genere della commedia eccentrica, e non abbandonando le sue tecniche, Gajdaj tornò agli adattamenti cinematografici di opere letterarie. Il regista aveva flirtato per diversi anni con l’idea di un film basato su “Le dodici sedie”, un romanzo di Ilja Ilf ed Evgenij Petrov. Il film (“12 стульев”; ossia, appunto, “12 sedie”) fu il più grande successo al botteghino sovietico nel 1971.
Il truffatore Ostap Bender arriva nella piccola città di Stargorod dove incontra l’ex nobile Ippolit Vorobjaninov. Ippolit cerca un set di sedie da pranzo, all’interno di una delle quali sua suocera ha nascosto i suoi diamanti ai tempi della Rivoluzione. Ma c’è un leggero intoppo: le sedie sono state portate via dalle autorità sovietiche e vendute singolarmente. Bender si offre volontario per aiutare, nella speranza di una condivisione del tesoro.
Nella loro ricerca per trovare i preziosi diamanti, la coppia di cacciatori di fortuna intraprende un intero viaggio attraverso la neonata Unione Sovietica, pieno delle avventure più improbabili. Ma volta dopo volta, o meglio sedia dopo sedia, il fallimento li attende.
In un altro adattamento cinematografico (il titolo si traduce in italiano come: “Ivan Vasilevich cambia professione”) di un’opera teatrale di Mikhail Bulgakov, Gajdaj torna al suo personaggio preferito. Aleksandr Demjanenko non interpreta però lo Shurik studente ingenuo, ma uno Shurik nei panni di uno scienziato sovietico adulto e serio. Ha inventato una macchina del tempo che apre una porta temporale con la corte di Ivan il Terribile.
Ma tutto va storto: la macchina del tempo si guasta e Ivan il Terribile rimane bloccato in un appartamento sovietico, mentre un suo sosia viene mandato nel passato per errore al suo posto insieme a topo di appartamento che in quel momento stava rubando nell’appartamento accanto a quello di Shurik.
La commedia fu leader di incassi nel 1973. Il regista considerò l’idea di offrire il ruolo di Ivan il Terribile a Jurij Nikulin, ma questi rifiutò la parte credendo che il film non sarebbe stato autorizzato dalla censura. Alla fine, il ruolo venne brillantemente interpretato da Jurij Jakovlev.
Il film (il titolo si traduce in italiano come “Non può essere!”; “Non è possibile!”) è composto da tre racconti basati su soggetti tratti dai racconti satirici di Mikhail Zoshchenko. Tutti prendono in giro gli atteggiamenti “piccolo borghesi” nei confronti dell’amore. L’azione si svolge negli anni Venti del Novecento, quando vi fu un percettibile allentamento delle restrizioni e venne attuata la Nuova Politica Economica.
Nel primo dei racconti, “Delitto e castigo” (“Преступление и наказание”), un negoziante viene chiamato a comparire davanti a un investigatore. Temendo di essere imprigionato e di vederne confiscati i beni, chiede alla moglie di vendere tutto il prima possibile, cosa che lei inizia a fare urgentemente. Il guaio è che non ha ancora scoperto perché è stato convocato…
Il secondo, “Un’avventura buffa” (“Забавное приключение”) descrive varie situazioni comiche che accadono a mariti o mogli infedeli. Un attore tradisce la moglie con una donna sposata, mentre allo stesso tempo il marito della donna sposata va a letto con una sua amica e la moglie dell’attore ha una relazione con una terza persona, che risulta essere la vicina di casa amica dell’amante di suo marito… Alla fine, sono tutti colti in flagrante e riflettono insieme su cosa fare dopo.
La terza storia, “Incidente matrimoniale” (“Свадебное происшествие”), racconta i pericoli dell’agire con troppa disinvoltura. Il protagonista, Volodka, conosce la sua futura moglie su un tram e molto presto decidono di sposarsi. È in ritardo per il matrimonio, per aver passato troppo tempo dal barbiere. E in mezzo alla folla degli ospiti, non riesce a… riconoscere la sua futura moglie! Fino ad allora l’ha vista solo con il cappotto invernale e il cappello…
Come tutti i film di Gajdaj, il film è pieno della musica e delle canzoni di Aleksandr Zatsepin, amate da varie generazioni di spettatori.
L’ultimo film di Gajdaj non fu già più un film sovietico. L’Urss aveva cessato di esistere nel dicembre 1991 e la pellicola (il titolo si traduce in italiano come: “Sulla Deribasovskaja buon tempo” O: A Brighton Beach piove di nuovo”) è una commedia sul periodo della Perestrojka che prende in giro gli ultimi anni dell’Urss e la situazione di stallo nel campo dello spionaggio con gli Stati Uniti.
Gli americani chiedono al Kgb di aiutare ad affrontare la mafia russa, che sta prendendo sempre più forza negli Usa, e l’agente segreto Fjodor Sokolov viene inviato da Odessa a Brighton Beach. La sua missione è smascherare un inafferrabile boss mafioso noto come “l’Artista”, che adotta identità diverse in modo che nessuno possa dire che aspetto abbia veramente. L’agente è aiutato nella sua operazione segreta da un’affascinante ragazza americana, Mary.
Il lungo titolo del film è composto dalle frasi segrete che avrebbero dovuto usare per riconoscersi. Il titolo è un gioco di frasi in codice risalenti all’epoca della Guerra civile spagnola e della rivoluzione in Cile: “I cieli sono limpidi su tutta la Spagna” e “Piove a Santiago”.
LEGGI ANCHE: Cinque film sovietici sull’amore
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email