Tre punti fermi sulla “vodka russa” (o non è neppure “russa”?)

Russia Beyond (Legion Media; Dominio pubblico)
L’immagine della Russia è indissolubilmente legata alla vodka, anche se resta un mistero chi abbia inventato questa bevanda, e su tutta la sua storia grava una fitta nebbia. Alla domanda su come vada bevuta, invece, siamo più preparati a rispondere

La vodka non perde colpi e da molti anni rimane una delle bevande alcoliche più popolari al mondo (e anche negli Usa), grazie alla sua versatilità. Per questo è ancora più sorprendente che gli storici sappiano così poco al suo riguardo. 

La vodka non è una bevanda russa

Il prototipo della vodka sarebbe stato creato nell’Antico Egitto, ma il liquido era usato per scopi medicinali. Secondo varie fonti, la sua riscoperta avvenne in Medio Oriente nel X secolo, anche se non come bevanda bevuta abitualmente, visto che i musulmani non bevono alcolici.

In Russia, l’alcol etilico – la base della vodka – è stato introdotto per la prima volta solo nel 1386 con l’arrivo dell’ambasciata genovese. Ma la bevanda non era di gradimento dei sovrani russi. A quel tempo, in Russia erano popolari altre bevande alcoliche come l’idromele, il kvas, il vino e la birra, mentre l’invenzione portata dai genovesi sembrava troppo forte e si decise di usarla solo come medicina e fortemente diluita. 

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Nello stesso periodo, secondo una teoria, il monaco Isidor, imprigionato nel Monastero di Chudov,  a Mosca, inventò il samogon. Il samogon è quasi uguale alla vodka, ma si ottiene dalla fermentazione di cereali: grano, orzo, avena e altri.

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Nessuno storico è ancora riuscito a stabilire l’anno o il decennio esatto in cui il “vino di pane”, “vino di cereali” (“хлебное вино”; “khlébnoe vinó”), come veniva chiamata allora la vodka, fece la sua comparsa in Russia. Esiste una leggenda, secondo cui la vodka sarebbe stata inventata dal celebre chimico Dmitrij Mendeleev (1834-1907), ma anche questo è falso. Il chimico studiò l’interazione tra le molecole e cercò di capire perché quando l’alcol e l’acqua vengono mescolati in proporzioni uguali si ottiene un volume di liquido più piccolo rispetto a quello precedente alla mescolanza: a questo è dedicata la sua tesi di dottorato “O soedinenii spirta s vodoju” (“О соединении спирта с водою”; “Sull’unione dell’alcol con l’acqua”). Nel testo non c’è nulla che riguardi il gusto o gli effetti della vodka sul corpo umano. Ciò non toglie che sia stata la ricerca di Mendeleev a fornire la base per lo standard della vodka introdotto nel 1894. In seguito alla pubblicazione del lavoro dello scienziato, il governo brevettò la composizione della vodka di Mendeleev con il nome di “Moskóvskaja osóbaja” (“Moscovita speciale”): l’alcol di grano veniva diluito in acqua con la proporzione 40:60. 

Mendeleev nel suo studio, 1904

Tuttavia, ciò non portò alla vodka l’appellativo di “russa”, cosa che è avvenuta solo grazie a un’abile attività di branding nel corso del XX secolo. Smirnov, il principale produttore di vodka dell’Impero russo, soprannominato “Re della Vodka”, emigrò dopo la Rivoluzione del 1917 e nel 1933 vendette i diritti di produzione della Smirnoff a un uomo d’affari americano, che li rivendette alla compagnia Hueblein nel 1938. Le radici russe del marchio facevano buon gioco dal punto di vista del marketing, ed è così che la vodka è diventata “vodka russa” nella coscienza di massa. Il marchio Smirnoff resta ancora oggi tra le vodke più vendute al mondo.

L'annuncio di

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Il nome “vodka” si è affermato solo nel XX secolo

L’origine della parola "vodka" è complessa quanto la storia della bevanda stessa. “Vodka” non è altro che il diminutivo di “vodá”; “acqua” in russo, ma non si sa quando esattamente il termine “acquetta” abbia iniziato a essere usato come nome di una bevanda alcolica.

Tre uomini al bar, 1870 circa

La vodka in Russia in precedenza era chiamata “vino di pane” o “di cereali” (“khlebnoe vino”), “polugar”, “samogon”, “gorelka”, “pennik”. Il nome “vodka” era usato, ma non ufficialmente, era più un nomignolo affibbiato a questo alcolico trasparente come l’acqua.

Il primo documento ufficiale a utilizzare la parola “vodka” fu il decreto di Pietro il Grande del 1683 “Sulla riscossione dei dazi di vari vini e vodke importati dall’estero”. A quel tempo la bevanda era chiamata “vino da tavola” o “vino purificato” e la gradazione era indicata sulle etichette. Ma le prime etichette con la parola “vodka” stampata apparvero solo alla fine del XIX secolo.

Fino all’introduzione del monopolio della vodka nel 1902 continuarono a essere usati come sinonimi per indicarla i termini “vodka” e “vino” (“vino da tavola”, “vino purificato” e altri). Il punto finale venne messo dalla norma del 1936, che definiva chiaramente cosa fosse la vodka: “una miscela incolore e trasparente di alcol etilico rettificato e acqua…”. Inoltre, lo stesso provvedimento dettava le guide linea della tecnologia di produzione.

Con cosa va accompagnata?

Alcuni pensano alla vodka come a una bevanda per pulire le papille gustative, da bere prima di servire un nuovo piatto: la stessa funzione dello zenzero con il sushi. Ma la vodka ha un suo posto nella cultura russa: storicamente, la Russia ha poche risorse per la produzione di vino e un’eccedenza di cereali da cui si ricava la bevanda: così il vino in Russia divenne “di pane” (ma con la parola “khleb” si indicavano e si indicano anche il “grano” o in generale i “cereali”). Questo ha dato forma a una particolare cultura del bere e a una visione del consumo corretto della vodka. 

Sergej Aksjonovskij, capo sommelier dell’azienda di ristorazione “Maison Dellos”, dice: “Bere vodka è un vero rituale. Di solito si beve come aperitivo o digestivo, e in Russia “na pososhók” [l’equivalente del bicchiere della staffa, prima  di congedare un ospite; ndr]. A volte la vodka viene consumata durante l’intero pasto se il menù prevede la scelta della vodka come bevanda principale. Un menù di questo tipo sarà composto principalmente da varie verdure sottaceto e in salamoia, e anche questo è un fatto storico, perché un tempo queste preparazioni erano presenti in tutte le case, e il gusto acido-salato si sposa bene con la vodka. La vodka stessa va bevuta fresca, quasi ghiacciata: è la scelta migliore”.

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Secondo Sergej, anche gli snack di pesce a base di sgombro, aringa e salmone, sia salati che affumicati, si abbinano alla perfezione con la vodka. Oltre al pesce, anche il lardo (il “salo”) e vari snack a base di carne come arrosto di maiale, carne secca bovina e prosciutto affumicato non sono da disdegnare. Un’altra scelta popolare è il forshmak, che consiste di aringhe, cipolle e uova sode. 

Le varianti più russe del consumo di vodka sono, ovviamente, con i bliny, il caviale e borsch. Il caviale è un prodotto a sé stante nella cultura del bere vodka: il caviale rosso e nero sono entrambi adatti, ma la combinazione di caviale nero e vodka è uno dei migliori abbinamenti gastronomici in assoluto.

Esiste quindi un’enorme varietà di cose che possono essere mangiate assieme alla vodka. Bisognerebbe solo evitare di abbinarla ai dessert.


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