Crescerà il Pil della Russia nel 2016?

Disegno di Aleksej Iorsh

Disegno di Aleksej Iorsh

Si attendono segnali di crescita nei settori alimentare, della chimica industriale e della farmaceutica, grazie al processo di sostituzione delle importazioni. E non si esclude un vero e proprio boom nella produzione di formaggi. Nel 2016, poi, potrebbe rafforzarsi l’export di cereali

Analizzando le previsioni del 2016, si potrebbe affermare che le fasi più negative dell’economia russa siano già superate, inclusa quella del crollo delle tariffe petrolifere. In questo contesto anche se dovesse verificarsi in seguito una fase parzialmente negativa per l’economia russa, il business comincerà a mostrare di "possedere degli anticorpi". Perciò bisogna attendersi che nel complesso il Pil russo comincerà leggermente a risalire dopo il primo trimestre del 2016, mentre a metà anno il Pil potrebbe essere pari all’1%. Inoltre, in vari settori dell’economia la situazione potrebbe nettamente modificarsi.

Nel 2016 le cose miglioreranno soprattutto nei settori dell’alimentazione, della chimica industriale e della farmaceutica e anche dell’industria del turismo. Già attualmente in questi ambiti sono evidenti gli esiti del processo di sostituzione delle importazioni. Il prossimo anno questa tendenza non potrà che rafforzarsi. Perdipiù in alcuni settori dell’industria alimentare in Russia ci si aspetta una crescita esplosiva. Per esempio, si prevede un buon potenziale di crescita nella produzione di formaggi stagionati (nell’anno in corso l’aumento è stato di oltre il 40%), nella produzione di carne suina (del 15%), di carne di volatili (più del 10%), della produzione ittica e di conserve di verdure (del 17-25%) e così via. Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, la Russia provvederebbe già alla copertura del proprio fabbisogno di grano, patate, zucchero e olio alimentare e sarebbe vicina a garantire anche l’intero consumo di carne di volatili e di maiale. Secondo le previsioni del Ministero, il prossimo anno i russi potenzieranno la loro autonomia dall’import e tra sei anni questa dipendenza scomparirà del tutto. Inoltre, la Russia sta incrementando costantemente l’export di cereali e di altri prodotti alimentari; nel 2016 il volume dell’export raggiungerà almeno i 20 miliardi di dollari.

La ricetta per lo sviluppo

Già oggi l’industria farmaceutica appare uno dei settori più dinamici dell’economia russa. La rinuncia all’import massiccio di prodotti farmaceutici e i grandi investimenti pubblici nella produzione nazionale fanno sì che per il prossimo anno si preveda una crescita del 17% in questo settore. In prospettiva se si continuerà a investire, dovrebbe verificarsi in Russia una crescita esplosiva che garantirebbe anche l’esportazione di forniture farmaceutiche. Anche nell’industria chimica si stanno compiendo passi in avanti, soprattutto nella produzione di lacche e di colori di un segmento del mercato poco caro. Per il prossimo annno ci si attende una crescita del 13-20% nel segmento dei colori organici e delle lacche colorate e del 10% nella produzione russa di caucciù sintetico, etilene e plastica. A beneficiare del trend positivo saranno anche i produttori di fertilizzanti che, con il rublo debole, registreranno nel 2016 un rilevante aumento dei loro fatturati grazie all’export.

Per tale ragione se il prezzo del petrolio dovesse calare fino a 3 dollari al barile, insieme a un’impennata dei rischi, bisognerà attendersi nell’economia russa anche un trend positivo in settori mirati all’export per la diminuzione del rublo. I programmi di sostituzione delle importazioni continuano a essere attivi e in alcuni settori potrebbero produrre una crescita notevole già il prossimo anno. Su questo cammino un aiuto alla Russia potrebbe venire dal rafforzamento della partnership con l’Organizzazione di Shangai per la cooperazione e con l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico che rappresentano un potenziale di cooperazione strategica ricco di prospettive. Attualmente la Russia risulta attrattiva per i suoi partner per le sue risorse naturali e le vie di comunicazione. Tuttavia, il Presidente e il governo hanno posto come obiettivo per l’imprenditoria l’incremento dell’export di prodotti ad alto rendimento e di tecnologia. E ai russi sembra non mancare questo potenziale.

L’autore, Vasily Yakimkin, è docente della Facoltà di Scienze bancarie e finanziarie dell’Accademia russa di Economia nazionale e Pubblica amministrazione

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