Vignetta di Alexei Iorsh
Con la seduta del Consiglio dei capi di Stato e di governo dei paesi membri dell’Organizzazione di Shangai per la Cooperazione, che si è svolta dal 9 al 10 luglio a Ufa, la Russia ha concluso il suo anno di presidenza Sco. I risultati del summit e dell’anno russo di presidenza avranno profondi effetti sia sullo sviluppo futuro della stessa Sco che sulla situazione dello spazio eurasiatico, della regione Asia-Pacifico e del mondo nel suo complesso.
Una prima valutazione dell’incontro è stata espressa dal presidente Vladimir Putin nel corso della conferenza stampa finale. La principale conclusione che si ricava è che il summit ha dimostrato con forza come la Sco emerga nel suo ruolo di protagonista decisiva dell’attuale sistema di relazioni internazionali e un fattore determinante per il mantenimento della sicurezza e della stabilità nella regione, diventando progressivamente una piattaforma di coesione di molteplici interessi e di sviluppo della cooperazione a livello intercontinentale.
Gli stati fondatori hanno deciso di creare la Sco nel 2001 allorché in cima all’agenda internazionale e agli interessi della sicurezza nazionale di molti paesi si delineava il problema del terrorismo. Quello fu per molti versi un momento cruciale per la creazione dell’organizzazione in cui entrarono come paesi membri Russia, Cina e altri quattro stati dell’Asia Centrale.
Sco, il nuovo polo non occidentale dell’Eurasia |
Molti passi sono stati compiuti in questi anni e gli obiettivi allora prefissati sono stati conseguiti in misura rilevante. Ma il mondo si trasforma con una tale velocità che per adempiere agli attuali obiettivi di una lotta congiunta contro il terrorismo e l’estremismo a complicare la situazione contingente si aggiungono decine di altri problemi.
Da qui anche il significato del summit di Ufa: l’organizzazione si è consolidata sotto nuove forme e riformula i suoi compiti e i suoi obiettivi per il prossimo decennio. La Sco conferma la sua fedeltà ai principi fondamentali della sua attività, previsti nella sua Carta, ma deve al contempo ridefinire e concretizzare i suoi obiettivi e l’orientamento del suo operato.
Si potrebbe aggiungere un’altra osservazione. Se una struttura internazionale approva la strategia programmata per un decennio, focalizzando con chiarezza le proprie modalità e ampliandosi sul piano numerico, significa che è una struttura che funziona. E con essa si può cooperare.
Il tema dell’allargamento della Sco ha suscitato una notevole risonanza e ciò è obiettivamente legittimo: per la prima volta dall’inizio della sua costituzione è stata adottata la decisione di allargare il numero dei partecipanti e sono state avviate le procedure per accogliere India e Pakistan come nuovi paesi membri.
Come ha affermato il presidente della Federazione Russa, l’adesione di India e Pakistan estende la capacità della Sco di rispondere alle attuali sfide e minacce, elevando notevolmente il suo potenziale politico ed economico. La Sco da gruppo dei “sei” diventa il gruppo degli “otto” poiché entrano a far parte di questa associazione regionale paesi nodali dell’Eurasia. In realtà, tale processo richiede un certo lasso di tempo: le procedure per l’accoglienza di nuovi paesi membri prevedono una gradualità, la necessità da parte dello Stato richiedente di sottoscrivere una serie di atti giuridici internazionali. Perciò per ora fino al prossimo summit, che si terrà nel 2016 a Tashkent, la Sco dovrà continuare a operare con la precedente struttura.
A unire i paesi che fanno parte della Sco - Russia, Cina, Kazakhstan, Kirgizia, Tagikistan, Uzbekistan, e Afghanistan, Iran, India, Mongolia e Pakistan, e ora anche Bielorussia, in qualità di stati osservatori, insieme a Turchia, Sri Lanka Azerbaigian, Armenia, Cambogia e Nepal come partner di dialogo - non è solo la loro collocazione in Asia o nello spazio eurasiatico. Questi paesi risultano possedere svariati punti in comune. Attuano una politica indipendente sul piano interno ed esterno, si battono per uno diritto allo sviluppo che tenga conto delle peculiarità nazionali, condividono per molti aspetti (non necessariamente per tutti!) un medesimo orientamento verso i problemi cardinali dell’attuale assetto mondiale e i problemi nodali a livello globale e regionale.
Incarnando uno dei poli di un mondo multipolare, la Sco vigila sui fondamenti dell’ordine mondiale esistente e dei meccanismi di regolamentazione globale che si sono venuti formando in seguito alla Seconda guerra mondiale. Ciò si è riflesso, in particolare, nelle dichiarazioni approvate dai capi di Stato e di governo in occasione del 70esimo anniversario della Vittoria sul fascismo. Nella dichiarazione della Sco al summit di Ufa è stato formulato chiaramente un appello al consolidamento della funzione di coordinamento centrale dell’Onu e al potenziamento del ruolo del Consiglio di Sicurezza sulle questioni legate al mantenimento della pace internazionale e della sicurezza e per il rafforzamento del sistema di non proliferazione delle armi di distruzione di massa (Wmd).
Continuano a estendersi anche gli orizzonti economici della Sco. Per tutti gli anni precedenti l’organizzazione aveva indirizzato il suo focus verso la cooperazione economico-commerciale che contribuisce al rafforzamento della stabilità nello spazio della Sco.
La creazione di un’alleanza economica e la promozione della strategia di Pechino della “Cintura economica della Via della Seta” ha radicalmente trasformato l’atmosfera nella regione, elevando il grado di ottimismo. Sullo sfondo delle difficoltà economiche universali la situazione appare del tutto emblematica.
Il summit, che si è appena svolto a Ufa, è inoltre la dimostrazione che si sono raccolti sulla riva del fiume Belaya una quindicina di capi di Stato e di governo che non hanno esitato a utilizzare questa opportunità unica per realizzare incontri bilaterali e multilaterali. Lo stesso presidente della Federazione Russa ha avuto più di una decina di incontri. Il più importante dei quali è stato quello della piattaforma “Leader dei Brics e anche dell’Unione economica eurasiatica e della Sco”. Che c’è di consueto in una piattaforma per la discussione di problemi globali importanti e di un’agenda regionale?
Nei commenti occidentali sui summit della Sco e dei Brics c’era non poca perfidia. Si è liberi di relazionarsi a queste organizzazioni come si vuole, ma non si potranno cancellare. Più passa il tempo e più simili organizzazioni risulteranno determinanti per lo sviluppo globale. E questo è un fatto.
L’autore è ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa nel Regno di Thailandia, dal 2011 al 2014 è stato rappresentante speciale del Presidente della Federazione Russa per le questioni della Sco.
L’autore è ambasciatore russo nel Regno di Thailandia. Tra il 2011 e il 2014 è stato inviato speciale del Presidente della Federazione Russa per gli affari dell’Organizzazione di Shangai per la Cooperazione.
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