Prima della Rivoluzione del 1917, sul territorio dell’attuale Mosca erano presenti circa trenta monasteri attivi (di cui cinque solamente all’interno del Cremlino stesso!). Molti sono stati chiusi e persino demoliti in epoca sovietica, ma molti altri sono rimasti intatti e oggi si contano circa 15 monasteri che ospitano monaci e monache e nei quali vengono celebrate le funzioni religiose.
Molti monasteri di Mosca hanno un passato dalle radici antichissime e alcuni risalgono perfino al XIV secolo. Una buona parte di questi ha ottenuto lo stauropegio, ovvero il privilegio che consente a una fondazione religiosa di essere direttamente sottoposta al patriarca.
Ecco alcuni dei monasteri più affascinanti della capitale russa.
1 / Monastero di Novodevichij
Si tratta del più celebre e, forse, del più incantevole monastero di Mosca. In epoca zarista era diventato, per così dire, un monastero d’élite: è proprio qui che venivano “relegate” e prendevano i voti le vedove e le donne di molte famiglie di zar e nobili, mentre al monastero venivano donate generose somme di denaro.
Alla fine del XIX secolo, questo monastero femminile si ergeva solitario al centro del cosiddetto Devichje Pole (letteralmente “campo delle fanciulle”) nella periferia ovest di Mosca, mentre oggi si trova praticamente al centro della città. Fu fondato nel maggio del 1542 dal Gran principe Basilio III, il padre di Ivan il Terribile, per celebrare la riconquista della città di Smolensk dal Granducato di Lituania. Il monastero fu poi consacrato all’icona della Madonna “Odigitria” di Smolensk. Molto probabilmente la sua costruzione fu affidata agli architetti italiani del Cremlino. Normalmente i monasteri femminili non erano cinti di grandi mura di protezione, ma nel caso del monastero di Novodevichij si resero necessarie per impedire le incursioni nemiche.
Nel monastero ci sono varie chiese risalenti a secoli diversi, tra cui alcuni splendidi esempi di stile barocco. Inoltre, nella Cattedrale di Smolensk si sono conservati degli affreschi risalenti al XVI secolo!
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2 / Monastero Donskoj
Questo monastero fu fondato alla fine del XVI secolo per commemorare gli attacchi respinti dei tatari di Crimea. Nel luogo dove sorge il monastero, nella periferia sud della città (in una zona oggi pressoché centrale), era situato un campo militare zarista e il monastero stesso, con le sue possenti mura, era stato pensato come un’ulteriore struttura difensiva. Fu consacrato all’icona della Madre di Dio del Don che, secondo la leggenda, fu utilizzata da San Sergio di Radonezh per benedire Dmitrij Donskoj (Demetrio di Russia) in occasione della Battaglia di Kulikovo contro i tataro-mongoli.
A quella stessa icona sono consacrate ben due chiese del monastero: la Piccola cattedrale della fine del XVI secolo, decorata con una serie di archi a mensola e dotata di un campanile con tetto a tenda, e la Grande cattedrale della fine del XVII secolo, che attualmente costituisce il centro architettonico del monastero. Una delle caratteristiche principali di questa struttura è un’iconostasi di otto livelli realizzata dai più abili pittori di icone e intagliatori di legno.
Il monastero fu saccheggiato e distrutto diverse volte, durante il Periodo dei Torbidi, a cavallo tra il XVI e XVII secolo, e nel 1812, quando Napoleone occupò Mosca. In epoca sovietica il monastero ebbe più “fortuna” e fu infatti affidato al Museo dell’Architettura, per cui iniziò a ospitare frammenti di sculture di molte cattedrali e monasteri demoliti dal potere sovietico, tra cui, ad esempio, la Cattedrale di Cristo Salvatore.
3 / Monastero dell’Intercessione
Sembra che la fila per entrare in questo monastero non finisca mai. E questo accade perché i credenti vanno a inchinarsi davanti alle reliquie di Santa Matrona di Mosca, pregano per la salute e chiedono aiuto nelle situazioni più difficili della vita. Si tratta di una santa molto venerata che aiutava quanti soffrivano nel periodo della Seconda guerra mondiale. Morì nel 1952, ma nel 1997 era già stata canonizzata. Le persone che desiderano toccare le sue reliquie sono così tante che nel monastero è stato persino aperto un albergo.
Inizialmente il monastero era maschile. Fu fondato nel 1635 dallo zar Michele, il primo della dinastia dei Romanov, in memoria di suo padre, il patriarca Filarete, che era morto nel giorno della festa dell’Intercessione della Vergine. Una parte del monastero, chiuso in epoca sovietica, fu destinata al Parco Taganskij con la parziale demolizione delle mura. Questa struttura tornò a far parte della Chiesa negli anni Novanta, ma come monastero femminile.
4 / Convento di Santa Marta e Santa Maria
Uno dei conventi di più recente costruzione a Mosca fu fondato nel 1909 dalla granduchessa Elizaveta, sorella dell’ultima imperatrice, Aleksandra. Elizaveta abbracciò la vita monastica e aprì il convento dopo la morte del marito Sergej, granduca e governatore generale di Mosca ucciso per mano dei terroristi.
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La cattedrale principale, quella dell’Intercessione, fu costruita in stile Art Nouveau da Aleksej Shchusev, celebre architetto all’epoca molto apprezzato, mentre il pittore Mikhail Nesterov si occupò degli affreschi.
Elizaveta si impegnava in prima persona nella beneficenza e le suore del suo convento si prendevano cura dei bambini abbandonati, insegnavano nelle scuole domenicali e prestavano servizio come infermiere negli ospedali. Durante la Prima guerra mondiale nel convento fu persino allestito uno spazio per accogliere e curare i feriti.
In epoca sovietica, la superiora dal sangue reale fu dapprima confinata a Ekaterinburg con gli altri Romanov, poi gettata in una miniera e uccisa, e molte suore subirono persecuzioni. Il convento fu chiuso e per lungo tempo fu adibito ora ad ambulatorio, ora a cinema o Casa della cultura.
Oggi il convento è nuovamente attivo e, come vuole l’antica tradizione, ospita un rifugio per le piccole orfane, oltre a essere impegnato in svariate iniziative di beneficenza.
5 / Monastero del Salvatore e di Andronico
Si tratta dell’unico monastero non attivo della lista. In epoca sovietica fu chiuso e trasformato in un museo, ma è impossibile non menzionarlo, perché è proprio in questo luogo che sorge la Cattedrale del Salvatore, la più antica tra le chiese di Mosca conservatesi fino a oggi. In questa cattedrale costruita negli anni Venti del Quattrocento si sono conservati alcuni frammenti degli affreschi del grande pittore di icone Andrej Rubljov (spesso translitterato Rublev), egli stesso monaco di questo monastero. Andronico, primo egumeno del monastero che porta tutt’oggi il suo nome, fu discepolo di Sergio di Radonezh in persona.
In epoca sovietica il monastero fu chiuso e sul suo territorio furono costruiti gli appartamenti comuni degli operai della vicina fabbrica “Serp i Mólot” (“Falce e martello”). Tuttavia, il nome di Rubljov era così importante per la storia che nel 1961, in occasione del seicentesimo anniversario del pittore di icone, si decise di restaurare il monastero di Andronico.
In questo stesso luogo fu eretto un monumento al pittore di icone e fu inaugurato il Museo di arte e cultura russa antica “Andrej Rubljov”, dove sono state trasferite icone antiche uniche nel loro genere, insieme ad altri oggetti d’arte sacra provenienti dalle chiese di tutta l’Urss che erano state chiuse.
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