Io, straniera, ho finalmente compreso la Russia, visitandola in lungo e in largo

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Hailey vive a Mosca. Mentre studiava per un master in politiche pubbliche post-sovietiche, ha superato pregiudizi e paure e, viaggiando in 31 regioni del Paese più grande del mondo, ha capito il succo della mentalità russa, e ora la vede con occhio totalmente diverso

Avevo solo un’ora. Un’ora per prepararmi a un viaggio improvvisato, organizzato dal mio hotel di Vladikavkaz, attraverso le montagne caucasiche dell’Ossezia Settentrionale-Alania, trasportata da un perfetto sconosciuto che non parlava inglese. Quando è arrivato con la sua Volga d’epoca, all’inizio ero scettica sul fatto che quell’auto sarebbe sopravvissuta alle strade accidentate per cui questa parte di Russia è nota. Facendo un respiro profondo, mi sono ricordata di tutte le volte in cui, durante l’estate passata, le mie paure si erano dissolte di fronte alla tranquilla sicurezza della gente del posto, che mi aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene. Sorridendo, mi sono seduta in macchina accanto alla mia guida turistica e ho pronunciato la parola d’ordine degli esploratori (anche spaziali) russi: “Поехали! (“Poékhali!”)

Le montagne dell'Ossezia del Nord, febbraio 2022

In totale, ho visitato 31 regioni russe, ho percorso la Transiberiana nella sua interezza e ho completato il viaggio transcaucasico da Sochi a Derbent… ma, soprattutto, ho acquisito una profonda conoscenza di un Paese molto poco compreso all’estero. La Russia soffre di una notevole negatività e diffidenza che non è ancora riuscita a superare nell’immaginario collettivo dell’Occidente. È per questo che sono qui a condividere alcuni spunti su come ho scoperto una visione diversa.

Primo viaggio in Russia. San Pietroburgo, febbraio 2015

La Russia ha cambiato la mia vita dandomi il coraggio di superare le mie paure. Negli Stati Uniti vivevo per lo più una vita tranquilla e temevo l’ignoto. Dopo il mio primo soggiorno di studio all’estero nel 2015, la mia escursione annuale in Russia era rimasta generalmente all’interno della comfort zone di San Pietroburgo e di  Mosca, come il turista occidentale medio. Ma, con gli eventi del 2020 con la pandemia di Covid e i vari blocchi agli spostamenti internazionali, ho deciso che la mia prossima visita sarebbe stata la grande avventura che avevo sempre sognato, ma che non avevo avuto mai il coraggio di fare. Così, nell’estate del 2021, sono partita con un volo di sola andata per Mosca con un bagaglio a mano e un obiettivo generale, ma senza un piano preciso e dettagliato. Ma, dopo essermi avventurata a Nizhnij Novgorod e Kazan, il mio cuore mi ha detto: “Perché non continuare? Perché non vedere fin dove posso arrivare?”.

La “gentilezza comunitaria” della Russia

Vladivostok, luglio 2021

È proprio questa mentalità che rende il viaggio sulla Transiberiana qualcosa che ti cambia la vita. Ricordo che ero nervosa all’idea di trovarmi in uno scompartimento del treno con tre sconosciuti, perché negli Stati Uniti ci insegnano sempre a temere gli estranei. Eppure, la mia prima esperienza è stata con un’adorabile babushka e sua figlia, che mi hanno assicurato che la seconda classe era la migliore. Quando ho chiesto informazioni sulla terza classe, la platskart, mi hanno detto che non era sicura. Dopo questo consiglio, sono rimasta in seconda classe per tutto il mio viaggio transiberiano. Solo l’anno successivo, nel Caucaso settentrionale, ho deciso spontaneamente di provare la terza classe... e in realtà si è rivelata più divertente della seconda! La provodnitsa era felicissima di incontrare un’americana, mi chiamava per nome e mi presentava agli altri. Ho persino preso un caffè mattutino con un agente di polizia che passava per il vagone, che mi ha sorriso e ha ascoltato le mie storie, ma mi ha consigliato di tenere i miei effetti personali sotto il cuscino per sicurezza.

Volgograd, agosto 2021

Quando ho fatto un’escursione sulle montagne del Parco nazionale degli Stolby, nella regione di Krasnojarsk, ricordo di aver affrontato con grande fatica la via interna al parco, con una famiglia che arrancava poco più avanti di me. Il rumore di un furgone di servizio dietro di me fu come un presagio di salvezza e istintivamente feci cenno di fermarsi, cosa che, sorprendentemente, chi lo guidava fece. Ricordo di aver pensato a quanto potesse essere pericoloso, mentre aprivano la portiera e mi dicevano che potevo salire, ma la fiducia che stavo acquisendo nella società russa si rafforzava a ogni nuova avventura, così ho fatto il proverbiale salto. Ha guidato solo pochi secondi prima di offrire lo stesso passaggio anche alla famiglia che mi precedeva, che ha accettato prontamente, placando i miei timori per la decisione che avevo preso. Mi sono ricordata di questo evento quando, alcuni mesi dopo, a Kaluga, ho fatto amicizia con una giovane donna che, dopo aver chiacchierato per soli cinque minuti, mi ha chiesto se volevo andare con lei in una vecchia tenuta fuori città in auto. Ho accettato senza esitare, avendo imparato che questa “gentilezza comunitaria” era normale.

Il Cremlino di Kazan, giugno 2021

Questa gentilezza russa non ha paragoni con nessun altro posto, anche quando le cose prendono una brutta piega. Ad esempio, quando a Mosca mi sono rotta un braccio scivolando sul ghiaccio, un giovane di passaggio mi ha accompagnata all’ospedale, è rimasto per tutto il tempo e poi mi ha riaccompagnata a casa per assicurarsi che fossi a posto. A Kazan, ho fatto amicizia con un artista locale fuori da un ristorante, che dopo aver ascoltato la mia storia mi ha gentilmente regalato due dei suoi quadri, nonostante la mia insistenza per pagarglieli.

Ricordo di essere arrivata a Irkutsk e di aver preso i mezzi pubblici per raggiungere il mio hotel. Quando un gruppo di babushki ha saputo che ero straniera, si è assegnato il ruolo di mio protettore collettivo, scortandomi personalmente dalla fermata dell’autobus fino all’albergo, nonostante io le pregassi di non disturbarsi. All’arrivo a Tomsk, un uomo ha bussato alla mia porta invitandomi a cena con la sua famiglia e a un’avventura in scooter per le strade al tramonto, dopo aver appreso dal personale dell’hotel che ero americana. A Khabarovsk, in un museo, ho avuto una conversazione memorabile sui miei viaggi con il personale, che è rimasto così colpito dalla mia apertura verso la Russia da regalarmi un ciondolo rosa come ricordo. A Makhachkala, poi, sono stata positivamente sopraffatta dall’accoglienza di tutti, dal tassista che ha cercato di organizzare per me le visite turistiche, all’hotel che mi ha offerto tè, cioccolata e formaggio all’arrivo, a un uomo a caso per strada che mi ha chiesto di uscire a bere una birra… tutto nel giro di un’ora!

Monastero buddista a Ulan-Ude, luglio 2021

La lezione che ho imparato da queste esperienze e da tante altre è che i russi in genere cercano di prendersi cura e di proteggere gli altri, anche gli stranieri provenienti da luoghi apparentemente poco raccomandabili dal punto di vista politico. Nonostante le barriere linguistiche e la frustrazione di sentirsi dire che non ti capisce dall’occasionale e inevitabile burocrate, quella russa è generalmente una società serena e accettante. L’atmosfera collettiva e l’esperienza di vita in comune hanno creato una comunità caratterizzata da una solidarietà e una confidenza che non ho mai sperimentato negli Stati Uniti o in qualsiasi altro posto occidentale. In Russia siamo tutti insieme. La Russia ritratta nei titoli dei giornali occidentali non è altro che “alta politica”, come si dice sempre per strada quando parlo della mia nazionalità. Coloro che non hanno paura di scoprire la verità al di là dei titoli dei giornali, sono attesi a braccia aperte in Russia!

Le migliori città russe. No, Mosca non è nella mia top-3!

Parco della Vittoria, Mosca. Maggio 2021

Con queste storie e altre ancora, in Russia ho vissuto cento vite in un solo anno e ho ampliato la mia definizione di “comfort”. Spesso mi viene chiesto quali siano le mie città preferite tra quelle che ho esplorato, ma la risposta è difficile. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo a Mosca, che adoro, e ho anche un debole per San Pietroburgo, dove ho studiato inizialmente. Tuttavia, tutti conoscono queste città, ma altri luoghi meritano una menzione, quindi ho deciso di scegliere le tre seguenti: Krasnojarsk, Khabarovsk e Vladikavkaz. Tutte città che qualche moscovita che non ci è mai stato potrebbe disapprovare ed etichettare come “provinciali”. In realtà, ho scoperto che la pace e l’ospitalità là superano di gran lunga tutto ciò che le due città più grandi della Russia possono offrire.

Krasnojarsk, luglio 2021

Krasnojarsk mi ha lasciato senza fiato, perché è stata la prima città che ho visitato in cui ho potuto vedere le montagne dalle vie del centro. Grazie anche alla bellezza dell’imponente fiume Enisej e all’architettura del Prospekt Mira, Krasnojarsk ha conquistato il mio cuore.

Khabarovsk, luglio 2021

Scoprendo le città più tranquille dell’Estremo Oriente, mi sono lasciata influenzare più dal fascino di Khabarovsk che dall’appariscenza di Vladivostok. Stare per strada e vedere la via dove cammini scendere giù in basso e poi risalire quasi come una montagna russa, era qualcosa che non avevo mai visto prima. Khabarovsk ha anche un bellissimo lungofiume con spiagge e l’assetto generale della città sembra così accogliente, seppur semplice nella sua forma.

Dall’altra parte del Paese c’è la città che mi ha sorpreso in tutti i sensi: Vladikavkaz. A parte l’esplorazione dei monti del Caucaso, la catena montuosa più stupefacente che abbia mai visto (in competizione con Appalachi, Urali e Saiani), le strade avevano un’atmosfera da piccola città che non avevo mai provato altrove in Russia e la via pedonale con i suoi tram era la più bella “Arbat” che avessi mai visto.

Sebbene le zone urbane della Russia siano affascinanti, Il Paese è rinomato per le sue distese. Il momento di maggiore pace che ricordo nella mia vita è stato il campeggio in riva a un lago in Carelia, dopo aver completato la Transiberiana. Ricordo di aver camminato attraverso una flora rigogliosa al tramonto fino alla riva del lago, alla periferia di Petrozavodsk. Ero sola e potevo sentire il ronzio degli insetti, lo sciabordio dell’acqua sulla sabbia e una canoa sbattere ritmicamente contro il molo. Quel giorno era andato alla grande, perché avevo avuto l’opportunità di visitare Kizhi e di vedere le sue cupole ortodosse in legno, e così ero al settimo cielo e mi sentivo felice e serena.  

Tramonto sui laghi della Carelia, agosto 2021

Mentre continuo a riflettere sull’anno più bello della mia vita e mi preparo a imbarcarmi per la mia prossima avventura, so già che porterò con me lo spirito di tutte le persone con cui ho fatto amicizia, cercando di fare tesoro della bellezza, della gentilezza, della fiducia e dello speciale senso di comunità della Russia. Ricordo un tramonto a Kazan, dove ho incontrato una giovane fotografa e le ho detto che stavo viaggiando senza un itinerario preciso, semplicemente fluttuando con il vento. Più le parlavo del mio amore per la Russia, più si metteva a piangere dalla felicità, dicendo che era così orgogliosa di tutte le mie parole. Non ci siamo scambiate i contatti, ma ricordo come fosse oggi le sue emozioni al termine della Transiberiana, a Vladivostok. Perché anche all’ombra della politica, della storia e delle incomprensioni, al centro di tutto ci sarà sempre il tema di una felicità più grande da trovare.

Il lago Bajkal visto da Listvjanka, luglio 2021

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